Diabolik – Ginko all’attacco! – Recensione dell’avventura in giallo dei Manetti Bros.
Il secondo capitolo della saga con protagonista il re del Terrore si dimostra più maturo e coinvolgente: merito del nuovo volto di Diabolik, Giacomo Gianniotti
Una nuova avventura e un nuovo volto per uno dei criminali più affascinanti di sempre. Dal 17 novembre 2022 sarà distribuito nelle sale cinematografiche italiane l’action thriller scritto e diretto dai Manetti Bros. Diabolik – Ginko all’attacco!, secondo capitolo della saga iniziata nel 2021 (qui il trailer).
La pellicola è liberamente ispirata al 16esimo albo di Diabolik – scritto da Angela e Luciana Giussani e illustrato da Enzo Facciolo – ed ha come protagonisti Giacomo Gianniotti, che sostituisce Luca Marinelli nei panni del Re del Terrore, Miriam Leone, che torna a sfoggiare la bionda chioma di Eva Kant, e Valerio Mastandrea, di nuovo nei panni del determinato Ispettore Ginko. Si aggiunge al cast Monica Bellucci, nelle misteriose vesti della duchessa Altea di Vallenberg, il grande amore segreto di Ginko.
Indice:
Trama e recensione – Diabolik 2 recensione
In questo nuovo capitolo, Diabolik è pronto a mettere in atto un appetitoso colpo miliardario ma, questa volta, sarà l’Ispettore Ginko a coglierlo di sorpresa. Il ladro e la sua partner in crime – nonché amante – Lady Kant, sono costretti ad una fuga disperata, in cui Eva rimane ferita. L’antieroe in calzamaglia decide, a malincuore, di abbandonare la compagna e mettersi in salvo. Rimasto solo, senza rifugi e senza l’amore della sua vita, Diabolik deve escogitare un nuovo piano per riconquistare le sue ricchezze. Ma Ginko potrebbe avere un asso nella manica: Lady Kant, sopravvissuta alla fuga, è decisa a vendicarsi dell’uomo che diceva di amarla, ed è pronta a collaborare con la polizia. Anche in questa nuova trasposizione i Manetti Bros. hanno deciso di rimanere quanto più fedeli allo spirito del fumetto. I personaggi risiedono in un altrove, sono fortemente caricaturali ma, se questo aspetto funzionava meno nel film del 2021, qui risulta invece particolarmente azzeccato. Procedendo con ordine, la new entry Giacomo Gianniotti, volto familiare per gli amanti del medical drama Grey’s Anatomy, è subentrato nei panni di Diabolik dopo l’addio al progetto di Luca Marinelli.
Se quest’ultimo non aveva convinto il pubblico, risultando eccessivamente imbalsamato e poco in linea con il personaggio, Gianniotti è invece l’incarnazione perfetta di Diabolik – sguardo glaciale e fisico agile -, riuscendo anche a dotare il protagonista di un animo più passionale. Impeccabile l’interpretazione di Miriam Leone nelle vesti di Lady Kant. L’attrice abbandona, in parte, i meravigliosi outfit sfoggiati nel primo capitolo, per indossare definitivamente l’iconica tutina nera, simbolo dell’amore che la lega al famigerato ladro. Eva è un’incantevole eroina dello schermo: non è una spalla ma una co-protagonista. È interessante come alcuni elementi della sceneggiatura guidino lo spettatore negli aspetti più intimi della vita di coppia di Lady Kant e Diabolik, finalmente liberi di gettare via le loro maschere e mettersi a nudo. È un dettaglio fondamentale, che conduce anche ad una maggiore empatia verso i protagonisti da parte del pubblico. L’elegantissima Altea, duchessa di Vallenberg – personaggio del fumetto non originariamente presente nell’albo da cui il film è tratto – ci dà invece l’opportunità di osservare il lato più vulnerabile dell’Ispettore Ginko, quasi in venerazione per la donna interpretata dalla sempre affascinante Monica Bellucci. La coppia Altea/Ginko si contrappone a quella formata da Eva/Diabolik. Se i primi, schiavi delle convenzioni e dell’immagine, non sono liberi – o non hanno il coraggio – di amarsi, i due protagonisti – vivendo ai limiti della società e della legalità – sono uniti da una passione irrefrenabile, nonché da un rispetto reciproco.
Costumi, scenografia e colonna sonora: gli aspetti “wow” – Diabolik 2 recensione
La scenografia, a cura di Noemi Marchica – l’elemento più apprezzabile del primo film – si conferma una certezza anche in Diabolik 2, così come i costumi di Ginevra De Carolis: una gioia per gli occhi. Il plus arriva dalla fotografia di Angelo Sorrentino: luminosa e glamour di giorno, dinamica e accattivante nelle scene notturne. A tal proposito, gli effetti speciali sono davvero sorprendenti, mentre lo split-screen – tecnica già utilizzata nel capitolo precedente – che trasforma il fotogramma in vere e proprie vignette, restituisce alla pellicola la sua natura fumettistica.
La colonna sonora, firmata da Pivio e Aldo De Scalzi, è la vera protagonista dell’opera: coinvolgente e – in diverse occasioni – talmente esemplificativa da sostituire i dialoghi. Impreziosisce la pellicola il brano inedito di Diodato Se mi vuoi.
Per concludere – Diabolik 2 recensione
I Manetti Bros. continuano il loro coraggioso viaggio nel mondo a fumetti di Diabolik, creando un’opera imperfetta ma godibile e decisamente più riuscita rispetto al precedente film della saga, intrappolato in una trama priva di guizzi narrativi.
Diabolik 2, seppur prevedibile nelle sue mosse, affascina lo spettatore, che difficilmente distoglierà lo sguardo dallo schermo. Merito anche della durata più snella: centoundici minuti. Insomma, la nuova avventura dei Manetti Bros. ci ha convinti e, se non c’è due senza tre, “la caccia continua”.
Diabolik - Ginko all'attacco!
Voto - 7
7
Lati positivi
- La colonna sonora
- Le scenografie e i costumi
- Buona scrittura dei personaggi femminili
Lati negativi
- Poca sostanza nella trama
- Prevedibilità di alcune scene
- Personaggi secondari poco caratterizzati