Nanny: recensione del film Blumhouse disponibile su Prime Video
Il film di Nikyatu Jusu vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival disponibile ora in streaming su Prime Video
Negli ultimi anni il genere horror si è arricchito di pellicole sempre più interessanti, che hanno sfruttato la componente orrorifica per parlare di temi rilevanti. Uno dei più importanti esponenti di questo nuovo percorso del cinema dell’orrore (soprattutto americano) è senz’altro Jordan Peele, che con i suoi Get Out e Us ha ispirato diversi registi emergenti. Tra questi troviamo Nikyatu Jusu, sceneggiatrice e regista di un esordio cinematografico che si è aggiudicato il Gran Premio della Giuria nella US Dramatic Competion del Sundance Film Festival. Il film in questione è Nanny, di cui vi presentiamo la recensione. La pellicola rappresenta il primo film horror vincitore del prestigioso premio americano, che ha riconosciuto per la seconda volta il valore di un’opera diretta da una regista nera. Inoltre porta il logo della nota Blumhouse Productions, sempre più presente nel campo dell’horror ma anche nella stagione dei premi cinematografici.
Nanny narra la storia di Aisha, immigrata senegalese a New York, che viene assunta come tata da una ricca famiglia dell’Upper East Side. Il sogno della ragazza è portare anche suo figlio in America e iniziare finalmente una nuova vita insieme. Le cose non andranno per il verso giusto e il sogno americano si trasformerà in un vero incubo. Nel cast troviamo Anna Diop nel ruolo della protagonista, affiancata da Michelle Monaghan, Sinqua Walls, Morgan Spector e Leslie Uggams. Il film (qui il trailer) è disponibile nel catalogo di Prime Video. Di seguito il giudizio completo nella nostra recensione di Nanny.
Indice
La trama – Nanny recensione
Aisha (Anna Diop) è un’immigrata senegalese che vive a New York. La ragazza ha scelto di inseguire il sogno americano per trovare una vita migliore per lei, ma soprattutto per suo figlio Lamine, il quale è rimasto momentaneamente in Senegal. Per ottenere i soldi utili a portare Lamine negli Stati Uniti, Aisha trova lavoro come tata presso una ricca famiglia dell’Upper East Side, apparentemente molto gentile e ben disposta nei suoi confronti. I primi giorni sono piacevoli e Aisha stringe facilmente un legame forte con la piccola Rose, alla quale insegna anche il francese.
Con il tempo il lavoro di tata finisce per occupare l’intera giornata della ragazza, la quale si ritrova a lavorare per moltissime ore senza ricevere alcuna retribuzione. Tutto ciò le impedisce anche di telefonare o videochiamare a suo figlio, a causa anche dei fusi orari diversi. A questa situazione psicologicamente frustrante si sommano anche strani sogni e inquietanti visioni, che iniziano a far vacillare l’equilibrio mentale della protagonista. Continuando a inseguire il sogno americano, Aisha si scontrerà infine con un evento tragico inimmaginabile.
Analisi
Nanny è senz’altro un’opera molto ambiziosa, che ha molto da dire su tantissimi temi importanti. Il problema è che non riesce a farlo entrando nel profondo, dimenticandosi anche di utilizzare correttamente la componente di genere, relegata veramente a pochissimi momenti neanche così spaventosi. I temi principali sono in primis la genitorialità, ritratta nella sofferenza di una madre lontana da suo figlio e costretta a interpretare il ruolo materno in un’altra famiglia; non manca poi il sogno americano, in realtà un vero e proprio incubo per Aisha, la quale si ritrova a lavorare per moltissime ore senza ricevere la giusta retribuzione. Questi temi convivono tra loro nella narrazione in modo quasi equilibrato, ma si percepisce la mancanza di un approfondimento adeguato.
La Jusu sceglie di ricorrere più volte a immagini metaforiche: un esempio è la scena in cui Aisha, in una piscina, si ritrova circondata da una creatura simile a una sirena, che avvolgendola la fa annegare. Un chiaro riferimento al sogno americano ammaliatore, che finisce per far affogare coloro che lo inseguono costantemente. Non basta questo tuttavia per mettere in discussione un argomento importante, come non bastano le (poche) altre sequenze horror per rendere la pellicola veramente inquietante. L’elemento sovrannaturale, molto curato esteticamente, sembra essere perlopiù un mero espediente per annunciare il tragico epilogo cui andrà incontro Aisha, un evento di cui non si percepisce l’estrema drammaticità. Questo probabilmente è dovuto all’eccessiva compostezza che la Jusu ha dato al suo film, così curato nella forma ma alla fine difettoso nella sostanza. Detto ciò Nanny non è propriamente un horror, ma un film drammatico con venature sovrannaturali eleganti ma inefficaci.
Considerazioni finali – Nanny recensione
Nonostante lo sviluppo difettoso di un nucleo narrativo interessante, bisogna ammettere che il lavoro registico di Nikyatu Jusu è in fin dei conti promettente. A livello formale la regista dimostra una gran competenza, lavorando minuziosamente sulla compostezza dell’immagine e sulle particolari suggestioni di alcune situazioni. Come già detto, questa eccessiva cura tuttavia spegne l’elemento horror della storia, ma si apprezza comunque il lavoro tecnico messo in atto. Maggiormente degna di nota è invece la potente interpretazione di Anna Diop (Us), che regge interamente su di sé tutto il film con una performance lodevole cui la macchina da presa rimane legata praticamente sempre. Convincente anche la prova di Michelle Monaghan nei panni della madre assente della piccola Rose.
Concludendo questa recensione di Nanny, si può affermare che, come Master di Mariama Dillo (disponibile sempre su Prime Video), anche la pellicola di Nikyatu Jusu finisce per essere un goffo tentativo di seguire le orme dell’horror sofisticato di Jordan Peele o altri registi. Il film nel suo sviluppo diventa vittima della sua stessa ambizione, non riuscendo a comunicare nel modo giusto tutto ciò che di importante ha da dire. Inoltre l’eccessiva cura che Jusu dedica al lato estetico e formale depotenzia totalmente la componente horror della pellicola, visivamente affascinante certo ma assolutamente lontana dall’essere spaventosa.
Nanny
Voto - 5.5
5.5
Lati positivi
- L'interpretazione potente di Anna Diop
- Il lavoro di Nikyatu Jusu sul lato formale del film...
Lati negativi
- ...peccato che le diverse immagini metaforiche non siano un adeguato approfondimento dei diversi temi trattati
- Il lato horror della pellicola è limitato a pochissimi minuti e non è inquietante o spaventoso