La casa di carta: Corea – recensione della seconda parte

Una seconda parte più deludente rispetto ai primi episodi, ma comunque adrenalinica e d'intrattenimento

La prima parte di La casa di Carta: Corea ha riscritto la serie tv omonima spagnola targata Netflix grazie ad un’impostazione più politica e matura. Elementi che vengono meno in questo secondo capitolodisponibile dal 9 dicembre – che si concentra sulle dinamiche tra i personaggi e scene d’azione.

Indice

Dove eravamo rimasti e la nuova direzione narrativa – La casa di carta: Corea – seconda parte, la recensione

La casa di carta: Corea si è presentata, con i primi sei episodi usciti a giugno 2022, come una serie capace di intrattenere in modo intelligente, miscelando la cultura pop coreana con la critica sociale verso un sistema politico che incentra il potere in mano di pochi politici e uomini ricchi.
La serie, infatti, è ambientata in un futuro prossimo dall’aria utopistica in cui le due Coree si sono unite in un unico paese. Le promesse fatte ai cittadini sono molteplici e tutti brillano di speranza. Quel che i politici promettono è un futuro luminoso e sereno per tutti in cui i conflitti non sono che dei lontani e spiacevoli ricordi.

La casa di carta: Corea.

La casa di carta: Corea. BH Entertainment, Zium Content.

Questa versione coreana è un remake della serie spagnola conclusa appena un anno fa, rimaneggiata per allinearsi alla cultura e alla mentalità del Paese. Un azzardo che aveva pagato per la prima parte che riprendeva solamente i contorni della serie originale, le cui similitudini invece sono più presenti in questo secondo capitolo andando a minare l’aspetto più interessante di questa operazione di Netflix.
Il settimo episodio che coincide con l’inizio della seconda parte di La casa di carta: Corea riprende esattamente da dove avevamo lasciato e approfondisce le dinamiche e il passato dei personaggi, tralasciando a malincuore l’aspetto più politico della serie. La backstory di Moohyuk e una maggior attenzione data al Professore e a Berlino – che si riconferma essere il vero protagonista – tracciano una linea netta tra il prima e il dopo, tra una serie che aveva ottime possibilità di superare anche l’originale da cui è tratta e, al contrario, una copia sbiadita.

Media e politica – La casa di carta: Corea – seconda parte, la recensione

Come dicevamo nella nostra precedente recensione, l’aspetto più interessante e che mancava nella versione spagnola della storia è proprio la visione di una società al collasso – molto diversa dalle due Coree attuali -, ma che punge nel vivo con una critica puntuale e lucida. La casa di carta: Corea è ambientata in una Corea ad un passo dall’unificarsi e fondersi in un unico Paese la cui narrazione da parte dei media è controllata dai politici che vogliono mantenere l’ordine e il controllo sull’intera operazione.

La casa di carta: Corea.

La casa di carta: Corea. BH Entertainment, Zium Content.

Il ruolo dei media, già fondamentale nelle prime puntate, diventa decisivo, trattato come un vero e proprio personaggio che può ribaltare le sorti dei protagonisti se non sono abbastanza astuti e furbi da rigirare quel che sta accadendo a loro favore. Quel che sembrava essere solamente una rapina acquista in fretta un respiro più ampio, andando a svelare che dietro all’ambizione del Professore ci siano motivi più pressanti dei soldi. Questa storyline, che gioca più sui cliffhanger e sulla tensione, è la vera chicca della serie, il motivo che spinge a guardarla e a restare incollati allo schermo. Lo stesso, purtroppo, non si può dire per le dinamiche dei personaggi.

La rovina delle storyline romantiche – La casa di carta: Corea – seconda parte, la recensione

La casa di carta: Corea si perde quando la narrazione procede all’interno della banca e nell’evoluzione delle storyline romantiche.
La colpa dei creatori è stata quella di seguire quasi alla lettera le vicende della serie spagnola che sono ancora troppo fresche nella mente degli spettatori, oltre a non spiccare per la propria originalità. Il Professore, la mente criminale brillante che ha predisposto un piano perfetto e che riesce a sviare qualsiasi possibile deviazione e pericolo, è il personaggio che cede sotto le premesse di una storia romantica tra lui e l’agente Seon Woo-jin. Le intenzioni dietro questa scelta sono chiare: il Professore è un essere umano e come tale è fallibile, debole di fronte ai sentimenti.

La casa di carta: Corea.

La casa di carta: Corea. BH Entertainment, Zium Content.

Lo sbaglio è l’aver reso questo concetto in un modo prevedibile. E non solamente perché anche La casa de papel ha scelto la medesima direzione. Quel che succede al Professore accade anche ad altri personaggi, la cui astuzia cadono di fronte alle lusinghe di una storyline romantica creata ad hoc per tentare di rendere umani i personaggi.
È un peccato che gli sceneggiatori non abbiano deciso di intraprendere un’altra strada, cercando di rendere i personaggi profondi e non delle semplici macchine avide tramite altri escamotage. L’unica che spicca, in questo senso, è Nairobi a cui però non viene dedicato troppo spazio. Guardando le interpretazioni dei protagonisti, Berlino e Tokyo sopra tutti, ci si rende conto quanto questo remake sia, in parte, un’occasione sprecata in cui i personaggi sembrano più piatti, solamente pedoni da muovere su una scacchiera. 

Conclusione – La casa di carta: Corea – seconda parte, la recensione

Anche a causa di un minutaggio eccessivo per alcune puntate (La casa de papel puntava a un minutaggio classico sui 40 minuti, mentre questo remake viaggia sul più di un’ora a episodio), la storia procede in modo trascinato proprio a causa di caratterizzazioni piatte. La parabola discendente, come dicevamo, non riguarda però Berlino e Tokyo interpretati rispettivamente da Park Hae-soo e Jeon Jong-seo che riescono a mantenere le loro prove attoriali sempre intriganti e in piena linea con i loro personaggi i quali non cedono alle lusinghe di un facile risvolto romantico.

La casa di carta: Corea.

La casa di carta: Corea. BH Entertainment, Zium Content.

La casa di carta: Corea non nasce con premesse che vogliono stupire, ma con l’intenzione di essere una serie d’intrattenimento il che è anche il suo più grande limite. La serie ha premesse entusiasmanti che strizzano l’occhio a un cinema più psicologico e di stampo politico che, in alcuni momenti, è sviluppato in modo serio e profondo.
Questo aspetto cozza inevitabilmente con una volontà fin troppo semplicistica per una serie del genere. Il voler accontentare tutti – fan di vecchia data, appassionati di cinema coreani e una visione nuova di una storia che si è conclusa solamente qualche mese fa – ha fatto sì che le aspettative create dalla prima parte non fossero del tutto rispettate.

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LA casa di carta: Corea

Voto - 6

6

Lati positivi

  • L'aspetto psicologico e strategico
  • Il ruolo dei media
  • L'interpretazione di Park Hae-soo e Jeon Jong-seo

Lati negativi

  • LE storyline romantiche semplificano fin troppo le dinamiche tra i personaggi e le caratteristiche delle stesse

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