The Plane: recensione del film con Gerard Butler
Gerard Butler è un normalissimo pilota di linea eppure deve sconfiggere un'intera milizia armata da solo
Dopo aver avuto il suo periodo di splendore come stella di Hollywood, Gerard Butler si è adagiato nel ruolo di action man puntualmente costretto a salvare qualcuno da dei criminali poco caratterizzati. Attacco al Potere ha decretato l’inizio di una nuova fase della carriera dell’attore e nonostante il presidente degli Stati Uniti sia stato quasi ucciso ben 3 volte, è comunque in arrivo un quarto film e nessuno che si decida a cambiagli la scorta. Ce ne sono poi molti altri di film brutti e con tante botte a cui Butler ha preso parte negli ultimi anni, ma The Plane, di cui vi proponiamo la recensione, probabilmente li batte tutti, anzi li umilia per quanto in alto (in termini inversamente proporzionali) è riuscito ad arrivare. Personalmente sono una persona che si diverte quando una trama non ha senso, i personaggi sono assurdi e sopra le righe e l’unico motivo d’interesse del film sono le scene d’azione (girate pure male), ma The Plane è uno di quei rari casi in cui divertirsi è difficile.
Non c’è da girarci molto intorno, il film non funziona e ci può anche stare, il problema è che neanche involontariamente riesce ad intrattenere e stavolta il nonsense, la trama sconclusionata e la faccia incazzata di Butler non hanno scatenato neppure una risata isterica. Ad affiancare il nostro Leonida c’è poi l’ex Luke Cage delle serie Marvel/Netflix, Mike Colter che esattamente come nello show di cui era protagonista ha la stessa espressività di una parete di cemento, capace anche di camminare e tirare cazzotti ma non di trasmettere le proprie emozioni. E non è una cosa poetica alla Gigante di Ferro, probabilmente agli sceneggiatori non fregava nulla del personaggio ma serviva qualcuno di muscoloso da affiancare al protagonista che sennò c’erano poche mazzate.
Indice
- Trama: Brodie e Gaspare alla riscossa
- “Le Filippine non sono la Costiera Amalfitana”
- Un film brutto che non fa ridere
Trama: Brodie e Gaspare alla riscossa – The Plane recensione
Ill comandante Brodie Torrance è un semplice pilota di linea che la notte di Capodanno vorrebbe festeggiare insieme a sua figlia invece di volare per 18 ore nel bel mezzo della tempesta. Ecco infatti che quando viene fatto notare ai dirigenti della compagnia che il volo andrebbe cancellato causa maltempo (o per meglio dire l’ira di Zeus che si abbatte sulla Terra), questi propongono la semplice ed efficace soluzione “vola più in alto” e vedrai il sole alla Matrix. Brodie inizia ad infastidirsi ma da buon Comandante segue gli ordini, si prepara a decollare ed invece un’altra meravigliosa notizia lo attende: sul volo è presente una squadra di poliziotti che trasporta un pericoloso prigioniero. Dopo essersi assicurati della competenza degli agenti e fatto salire i pochi passeggeri a bordo, finalmente l’aereo decolla e sembra andare tutto per il verso giusto. Chiaramente non essendo in Matrix, l’aereo si imbatte nella tempesta e del sole non vi è traccia; Brodie tenta di mantenere la rotta e limitare i danni ma non sembra esserci modo di sfuggire alle nuvole nere e come se non bastasse un fulmine colpisce l’aereo. Tra i passeggeri scoppia il panico e le comunicazioni saltano, nel mentre le hostess tentano di mantenere la calma, l’unica soluzione possibile sembra essere un atterraggio in mare.
D’un tratto però la speranza si riaccende ed in lontananza si inizia a vedere quella che sembra un’isola, forse l’unica chance di salvezza per il volo. Con una manovra da maestro Brodie fa atterrare l’aereo senza che questi subisca ulteriori danni, a differenza dei passeggeri. Una volta tornata la quiete, riorganizzate le provviste e fatto il conto dei superstiti, gli ufficiali scoprono di essere finiti su un’isola nelle Filippine interamente governata dalla milizia. Nel giro di poco i passeggeri vengono rapiti in cambio di riscatto e la responsabilità del loro salvataggio ricade interamente sul Comandante. L’unico ad aver trovato libertà sull’isola è Gaspare, il prigioniero, che non vedendo altra scelta decide di unirsi a Brodie nel tentativo di salvataggio. Nel frattempo i dirigenti della compagnia aerea inviano squadre di ricerca sperando di salvarsi la faccia e ritrovare tutti sani e salvi.
“Le Filippine non sono la costiera Amalfitana” – The Plane recensione
The Plane parte da presupposti tanto semplici quanto efficaci: un prigioniero a bordo di un volo di linea, un intrepido comandante, un imprevisto che prevede fulmini e filippini armati e infine un salvataggio da effettuare dopo aver formato una strana alleanza. Raccontato così potrebbe risultare più interessante di quel che effettivamente è considerando che il film si limita all’essenziale, cioè esattamente quello che vi abbiamo descritto senza ulteriori aggiunte. Il tutto procede con un ritmo lento e compassato, tanto che la prima scena d’azione arriva soltanto a metà film, nel mentre tutta la parte iniziale serve ad introdurre gente che non avrà mai un ruolo all’interno della storia. The Plane gioca facile e ci mostra i legami affettivi di ogni singolo personaggio prima che questo si imbatta in una tragedia, come se sapere che i passeggeri hanno una famiglia dovesse creare del coinvolgimento emotivo. Purtroppo non accade e ci si ritrova davanti ad una serie di tizi inutili ai fini della storia a cui si poteva dedicare ancora meno tempo per concentrarsi su altro. Lo stesso Gaspare (che purtroppo si pronuncia Gaspàr) è un tizio anonimo si cui non sappiamo assolutamente e dobbiamo farci bastare una singola linea di dialogo sul suo passato. È assurdo vedere come Mike Colter reciti in questo film pur non avendo nessun ruolo, se non quello di tirare pugni e sparare.
Dopo un’ora passata a “conoscere” questi personaggi ecco che si atterra sull’isola e la storia dovrebbe entrare nel vivo dell’azione, in fondo come ci ricorda il capoccia della compagnia aerea “le Filippine non sono la costiera Amalfitana”. Ed è con questa perla che inizia la seconda parte del film che ci introduce ai “villain”, la milizia più stereotipata del mondo guidata da un tizio incazzato di cui è impossibile ricordare il nome. Bro e Gaspare iniziano così la loro caccia e dopo la già menzionata prima scena d’azione ci rendiamo conto che il protagonista non sa combattere. In fondo perchè dovrebbe? È un pilota, non un soldato eppure la trama prevede che da one man army si faccia strada a colpi di fucile tra pazzi furiosi altrettanto armati. Probabilmente non lo scopriremo mai, possiamo solo dirvi che il già menzionato combattimento è ridicolo e neanche il piano sequenza lo eleva a scena discreta considerando che sono letteralmente due tizi che si mettono le mani in faccia. Non c’è uno stile di combattimento, non c’è una coreografia, solo due uomini nerboruti che si toccano intensamente la faccia. Forse è una chicca di sceneggiatura visto che il comandante non sa combattere o forse no. Molto probabilmente non lo è.
Un film brutto che non fa ridere – The Plane recensione
Il tanto decantato primo combattimento da inizio alle danze ed ecco che la squadra di soccorsi inviata dalla compagnia aerea fa il suo ingresso, anch’essa con estremo ritardo. I dirigenti della compagnia sono l’ennesimo gruppo di personaggi non caratterizzati, di cui non si ricorda il nome e che non hanno un effettivo ruolo all’interno della storia. Si può quasi dire che i personaggi siano archetipici, meri ingranaggi di un meccanismo collaudato atti a far muovere la storia in avanti, senza caratterizzazione o tridimensionalità. Se The Plane si proponesse come un film decostruzionista, che riduce trama e coinvolgimento emotivo all’osso puntando all’azione dura e pura in uno spassionato omaggio ai film muscolari anni 80′ in cui un singolo tizio faceva fuori un esercito, forse l’intera prospettiva sarebbe ribaltata. Ma sono sicuro che non sia così e ci ritroviamo di nuovo davanti alla manifestazione più pura della pigrizia. The Plane non è un film, è un pitch che qualcuno ha fatto ad un produttore per convincerlo del potenziale commerciale della storia in attesa di uno sviluppo che poi non c’è mai stato. Non c’è ritmo, non c’è trama e non c’è nemmeno azione. La regia è un susseguirsi di campo e controcampo con gente che spara e gente che viene sparata, senza una chiara costruzione spaziale né una distinzione tra le due fazioni.
I personaggi scompaiono dal nulla, despawnano come in un videogioco e chiaramente non frega nulla a nessuno non avendo idea di chi sia tutta questa gente. Se proprio dovessimo trovare un pregio in tutto ciò, forse è la sequenza dell’atterraggio. Pur avendo una regia elementare che evidenzia chiaramente i limiti del budget (shaky cam per le turbolenze e modellino in scala che un Boeing vero costava troppo), risulta efficace e trasmette la giusta tensione, poi basta però. Il resto è un susseguirsi di dinamiche trite e ritrite, girate male e prive di un qualunque tipo di carica emotiva. Neanche il buon vecchio Gerard Butler riesce a tenere in piedi la baracca e pur avendo fatto lo sforzo di trovare un lato positivo, tutto il resto è da buttare. Come abbiamo già detto in questa recensione, The Plane è un film brutto che non fa ridere e nonostante gli innumerevoli difetti fin qui elencati, è proprio questo il suo peccato più grande.
The Plane
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- La sequenza dell'atterraggio d'emergenza
Lati negativi
- La regia è confusa e confusionaria
- È un film action senza azione
- I personaggi non hanno costruzione