Bussano alla porta: recensione del film di M. Night Shyamalan

Quattro persone bussano alla porta e ti costringono a compiere una scelta: uccidi un membro della tua famiglia o condanna il mondo all'apocalisse. Tu cosa faresti?

M. Night Shyamalan è un regista che ha saputo rilanciarsi numerose volte, dopo le altrettante numerose cadute di stile. Ha raggiunto il successo mondiale con Il Sesto Senso e ha continuato ad ottenere riscontro con i 3 film successivi. La batosta è però arrivata nel 2006 con Lady in the Water, film massacrato da chiunque, flop al botteghino e a quanto pare degno di 4 nomination ai Razzie Awards. Così come il primo vero successo aveva inaugurato una serie positiva di bei film, il primo vero insuccesso ha generato una serie di pastrocchi il cui valore diminuisce man mano che si va avanti. È inutile spendere parole su robe come After Earth o L’ultimo dominatore dell’aria, i cui titoli bastano per evocare i fantasmi del passato, fortunatamente però ecco che Shyamalan non molla e ritorna ai fasti del passato con The Visit. Anche se il film che ha riportato il suo nome sotto i riflettori è Split e senza quello forse non avremo avuto Bussano alla Porta, di cui vi proponiamo la recensione.

Il successo di Split ha generato immediatamente il capitolo finale (Glass) di quella che è diventata una trilogia a posteriori e ancora una volta ecco che Shyamalan torna a far discutere. In sostanza il punto del discorso è che il regista ha la capacità innata di creare film estremamente divisivi, apprezzati incondizionatamente o detestati senza possibilità di riscatto. Così com’è divisa la sua filmografia, fatta di successi stratosferici ed altrettanto spettacolari fallimenti e nonostante tutto siamo ancora qui a parlare di Shyamalan. Forse perchè c’è sempre qualcosa d’interessante nei progetti del buon M. Night, idee che si tengono in mano direbbe Spielberg, high-concept come può essere una spiaggia che fa invecchiare le persone o dei tizi che bussano alla porta e preannunciano la fine del mondo. Una regia costruita intorno a idee forti, un crescendo di tensione e inquietudine purtroppo spesso a discapito dello sviluppo della storia. Eppure un tempo tutto ciò funzionava.

bussano alla porta recensione

Bussano alla porta, Blinding Edge Pictures, Wishbone Entertainment Inc.

Indice

Trama: dei tizi armati chiedono entrare di casa – Bussano alla porta recensione

Eric ed Andrew, insieme a loro figlia Wen, decidono di prendersi una piccola vacanza e rilassarsi in uno chalet in montagna. La casa è isolata e circondata da un piccolo boschetto, il sole splende in cielo e gli unici rumori sono quelli degli uccelli che svolazzano tra gli alberi. Questa calma bucolica viene interrotta dall’avvicinarsi di un losco figuro dalla stazza imponente. Leonard, questo il suo nome, si presenta alla piccola Wen che gioca da sola nel cortile e nonostante la minacciosa apparenza, si mostra sinceramente amichevole. Leonard avvisa la bambina di essere arrivato con altri quattro collaboratori, riuniti tutti per compiere una missione da cui ne deriverà la salvezza o la condanna del mondo intero. La bambina rientra in casa e impaurita avverte i padri che chiaramente non credono all’annuncio dell’apocalisse, nel mentre i tre discutono qualcuno bussa alla porta. Senza aprire i genitori chiedono informazioni e le risposte sono sempre le stesse: l’apocalisse è arrivata e gli unici che possono sventarla sono i membri di questa famiglia, ma dovranno compiere una scelta.

La situazione si scalda, Eric ed Andrew iniziano ad allarmarsi, la bambina si nasconde e nel mentre decidono cosa fare, bussano ancora alla porta. Leonard ed i suoi collaboratori non hanno intenzione di andarsene e sembra siano proprio costretti ad entrare. Rivelatisi inutili le buone maniere, lo chalet viene rapidamente assalito e le 4 losche figure fanno il loro ingresso in casa, legano i genitori e si presentano, nessuno di loro sembra avere cattive intenzioni eppure ciò che stanno chiedendo è folle. A quanto pare il mondo è prossimo alla fine, l’umanità è stata condannata e la sola possibilità di redenzione risiede in 3 sfortunate persone qualunque. L’unico modo per sventare il disastro è che i membri della famiglia decidano spontaneamente di uccidere uno di loro, se la scelta non verrà fatta eventi catastrofici si abbatteranno sulla Terra e nessuno a parte loro sopravvivrà

bussano alla porta recensione

Bussano alla porta, Blinding Edge Pictures, Wishbone Entertainment Inc.

Qual’è la domanda giusta? – Bussano alla porta recensione

Prima dell’inizio del film, nella sala in cui sono andato, è stato proiettato una breve clip in cui lo stesso Shyamalan introduce ciò che stiamo per vedere e ci lascia chiedendo “voi cosa avreste fatto?”. Bussano alla porta ha infatti come incipit di base una scelta: uccidere un membro della tua famiglia o condannare il mondo all’apocalisse. Dalla premessa del regista e soprattutto dalla campagna marketing sembra quindi che il film voglia affrontare il dilemma “il mondo merita di essere salvato?”. Ecco quindi che la caratterizzazione dei protagonisti emerge mostrandoci una coppia omosessuale che per tutta la vita ha dovuto subire l’odio, la violenza e la discriminazione dello stesso genere umano, persone esattamente identiche a loro. Perche quindi salvare una razza che si odia, che si uccide da sola e che non sembra avere nessun interesse nel volersi assicurare il benessere e la sopravvivenza futura? Purtroppo le riflessioni poste dal film si fermano qui e ci si rende conto che il vero dilemma di Bussano alla porta non è tanto “il mondo merita di essere salvato?”, ma “la coppia crederà davvero all’apocalisse?”. Tutto il film è giocato sull’incertezza, sul dubbio che forse questi quattro tizi che sono piombati in casa siano dei fanatici, degli omofobi o semplicemente pazzi. Il problema è che nel momento in cui la coppia decide o meno di credere, non vi è più nessun dilemma, l’eventuale destino dell’umanità appare scontato e quindi la domanda “voi cosa avreste fatto?” non apre poi chissà quale dibattito.

Nonostante la premessa forse Shyamalan è più interessato a costruire un discorso sulla fede, sull’incertezza dello sguardo e le ingannevoli apparenze piuttosto che sul destino del mondo. Leonard, il personaggio interpretato da Bautista è un tizio che a vederlo fa spavento eppure ha un carattere gentile, è attento al benessere degli ostaggi e sembra davvero non avere intenzioni cattive. Le stesse notizie viste in televisione per convincere i protagonisti della concreta minaccia lasciano aperti dubbi e portano a farsi domande, non quelle che vorrebbe Shyamalan forse. Chi ci dice che i media non stiano mentendo, o che non sia stato tutto registrato per convincerci? Sappiamo bene che se al telegiornale si parlasse di un epidemia in rapida diffusione il mondo sarebbe diviso tra chi ci crede e chi no. E in fondo, seppure quasi 90 anni fa, con una semplice trasmissione radiofonica Orson Welles ha fatto credere a milioni di persone che gli alieni avessero invaso l’America. Lo stesso concetto di fede religiosa poi, per quanto la religione sembra non interessare al regista, è centrale nel film. Alla porta bussano i quattro cavalieri dell’Apocalisse, accomunati da una visione e impauriti da un giudizio Divino, seppure nessuno faccia mai riferimento esplicito alla religione. Quindi cosa ci sta chiedendo davvero Shyamalan? Se il mondo meriti di essere salvato o se ai tempi di oggi, con tutta la disinformazione che circola, le teorie del complotto e gli estremismi religiosi, avremmo creduto all’apocalisse?

Il buon vecchio M. Night – Bussano alla porta recensione

Il regista butta in campo una serie di spunti senza mai prendersi la briga di svilupparli. Non c’è una riflessione sulla salvezza o meno del mondo, né sull’ingannevolezza dello sguardo e sembra quasi che il compito spetti allo spettatore. Anche qui, come nel film precedente, il finale risulta estremamente didascalico, non vi è spazio per il dubbio e si intravede la posizione netta dell’autore, probabilmente quello che avrebbe fatto lui. Aldilà delle reali intenzioni resta la mancanza di approfondimento e la superficialità con cui la tematica è trattata. Se quindi l’approccio alla storia lascia un po’ a desiderare, da un punto di vista prettamente registico Shyamalan dimostra ormai una padronanza totale del mezzo cinematografico. Ancora come in Old il tutto si ambienta in un unico setting (l’altra volta la spiaggia, ora la casa) e pur restando sempre all’interno delle anguste quattro mura, non vi è mai noia o un calo di ritmo. Consapevole delle aspettative del pubblico, gioca con ogni mezzo a sua disposizione per creare suspense e proprio in uno spazio piccolo e claustrofobico riesce a dare il meglio di sè. Bussano alla porta è un thriller fenomenale in cui la sensazione che da un momento all’altro qualcosa di sconvolgente possa accadere è costante. Ma ancora una volta il regista lo sa e prende appositamente tutte le scelte più anticlimatiche che proprio perchè rompono il crescendo di tensione, creano un effetto ancora più straniante. 

La backstory dei protagonisti è infatti raccontata attraverso dei flashback posti in punti cruciali del film. Ogni qualvolta parte la digressione sul passato dei personaggi, il presente si chiude con un cliffhanger e seppure una struttura del genere spezzi continuamente il ritmo, finisce per creare ancora più attesa per ciò che avviene dopo. Il problema di questi flashback non è tanto il momento in cui sono posti quanto più ciò che mostrano, scene brevi la cui unica utilità, oltre a creare una struttura inedita, è fare esposizione; dare una serie di rapide ed essenziali informazioni sui personaggi, che non avrebbero trovato posto nella storyline principale. Alla fine il risultato è una via di mezzo, perchè se contribuiscono ad accrescere la tensione appare troppo evidente la necessità di spiegare i protagonisti al pubblico e creare un minimo di trasporto emotivo. Per collegarci a quanto detto all’inizio di questa recensione, Bussano alla porta è un film diviso tra una regia ragionata in ogni minimo dettaglio ed una storia che manca di sviluppo e chiaramente sarà anche un film divisivo tra chi, ancora una volta, lo amerà e chi lo odierà. Resta il fatto che ogni ritorno di Shyamalan fa discutere e seppure non tutti condividano il valore dell’autore, film del genere sono sempre un bene per il cinema.

bussano alla porta recensione

Bussano alla porta, Blinding Edge Pictures, Wishbone Entertainment Inc.

 

Bussano alla porta

Voto - 7

7

Lati positivi

  • La tensione costante costruita attraverso una regia splendida

Lati negativi

  • L'approccio alla storia appare un po' superficiale
  • I flashback risultano poco utili ai fini della trama

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