The Last of Us 1×05, la recensione: resistere e sopravvivere
A Kansas City Joel ed Ellie incontrano due nuovi compagni di viaggio in un episodio doloroso e ancora una volta ricco di pahtos e azione
The Last of Us 1×05, Endure and Survive (qui il trailer), segna il giro di boa per la serie creata da Neil Druckmann e Craig Mazin. Il quarto episodio ci aveva introdotto al gruppo dei sopravvissuti che, guidati da Kathleen (Melanie Lynskey), hanno preso il controllo della ZQ di Kansas City ribellandosi alla FEDRA. È un episodio carico di azione e di pathos questo scritto da Craig Mazin e ancora una volta diretto da Jeremy Webb. Un episodio che aggiunge un altro tassello fondamentale nel percorso di crescita di Ellie e nell’evoluzione di Joel, segnati entrambi dall’incontro cruciale con i personaggi di Henry (Lamar Johnson) e Sam (Keivonn Woodard). Endure and Survive, resistere e sopravvivere, fornisce anche un background alla storia di Kathleen, con le motivazioni che la muovono nei suoi propositi di vendetta nei confronti di Henry. Una “giustificazione” che solleva questioni morali e trova riscontri uguali e contrari nella parabola di Henry. ATTENZIONE: da qui in poi seguono SPOILER.
Tra il bene e il male – The Last of Us 1×05, la recensione
L’incipit che funge da raccordo con l’episodio precedente ci porta all’interno del rapporto che lega Henry a suo fratello Sam. Qui, rispetto al gioco, Sam è un po’ più piccolo ed è sordomuto. Sembrano quasi una cosa sola Henry e Sam, interconnessi fin nei sensi, resistono e sopravvivono l’uno per l’altro. E l’uno dell’altro sono la ragione per andare avanti. Jeremy Webb ci mostra in una splendida sequenza il primo “contatto” tra Joel ed Henry, nel pieno degli scontri di Kansas City raccontati in Please Hold to My Hand (qui la nostra recensione). Da quel momento in poi una scrittura al solito impeccabile e una regia che si muove fluida nei continui cambi di tono della storia ci guida attraverso il racconto. Uno dei fulcri tematici principali di The Last of Us 1×05 è la dualità tra bene e male.
C’è una zona grigia tra bene e male, ricca di sfumature, ben esemplificate attraverso i personaggi di Henry e Kathleen. Henry si definisce “un cattivo” per aver sacrificato il fratello di Kathleen, consegnandolo alla FEDRA, in cambio della salvezza di Sam. È consapevole delle conseguenze del suo gesto, si mette in discussione, ne paga moralmente lo scotto. Ha fatto del male per fare del bene alla persona cui tiene di più. Anche Kathleen ha compiuto azioni terribili in nome della persona che per lei significava tutto. Da quale parte sta la ragione? Cosa è davvero bene e cosa davvero male? Sta a noi formulare un pensiero in merito, senza giudicare, mentre il nostro stesso sistema morale è chiamato in causa.
Pathos e azione – The Last of Us 1×05, la recensione
La dolorosa parabola di Henry e Sam lascia un insegnamento tanto a noi che guardiamo quanto a Joel ed Ellie. Dopo un’iniziale reciproca diffidenza, Joel guarda ad Henry (che lo legge sin da subito con chiarezza) come un esempio da seguire per impostare la sua relazione in divenire con Ellie. Mentre Ellie, mossa da un umanissimo e commovente istinto, vede sin da subito nei due fratelli di Kansas City una possibilità cui aggrapparsi. Ancora una volta Bella Ramsey è artefice di una grande prova e le interazioni tra il suo personaggio e quello interpretato da Keivonn Woodard sono di una bellezza struggente.
Quando il coinvolgimento di chi guarda è già totale e mentre siamo completamente investiti dal punto di vista emotivo, Craig Mazin e Jeremy Webb calano due assi devastanti. Il primo è una sequenza al cardiopalma con un cecchino dei ribelli nascosto in un edificio in cui vi verrà voglia di prendere il comando, proprio come se steste giocando. Il secondo è un terrificante attacco di infetti che culmina con l’entrata in scena di un Bloater che definire spaventoso sarebbe un pallido eufemismo. Entrambe le sequenze preparano a un finale di episodio lacerante, di quelli che non si dimenticano. Di quelli con cui non sarà facile confrontarsi nella storia televisiva a venire.