Altered Carbon – Recensione della nuova serie Netflix
Netflix did it again. Il colosso americano amplia il suo già corposo catalogo con una sua produzione originale, “Altered Carbon“, serie fantascientifica noir tratta dal romanzo “Bay City”. Il libro, scritto da Richard K. Morgan, ha vinto il premio Philip K. Dick nel 2003.
Altered Carbon – Recensione della nuova serie Netflix
Fantascienza e crime
Altered Carbon ci mosra un mondo distopico, ambientato nel 2384. La coscienza umana può essere immagazzinata in una “pila corticale” e trasferita in un altro corpo. La morte, quindi non spaventa più. Si può morire “realmente” soltanto se viene distrutta la pila, posizionata nella nuca. Ovviamente questo processo costa molto, e solo poche persone possono permetterselo. Questo meccanismo ha fatto sì che la società sia divisa tra gente comune “mortale” e una cerchia ristretta di ricchi “Mat” (diminutivo di Matusalemme).
Uno di questi Mat, Laurens Bancroft (James Purefoy), si è apparentemente suicidato distruggendo la sua pila ma, attraverso un back-up, “resuscita” senza ricordare come è morto e dubitando del fatto che si sia suicidato. Assume quindi Takeshi Kovacs (Joel Kinnaman) per indagare su ciò che realmente è avvenuto.
Takeshi è un ex “Spedi”, ovvero un membro di speciali unità militari costituite per azioni di guerra interstellare. Nell’episodio pilota, viene ucciso e trasferito nel corpo appartenuto a Elias Ryker, un agente di polizia. Da qui l’incontro con Bancroft e con altri personaggi, tra cui Kristin Ortega, agente di polizia che conosceva Ryker.
Un mondo diverso, oppure no
Quello di Altered Carbon è un universo molto amplio. Il genere umano è capace di viaggiare per mondi lontanissimi, di rendere la realtà virtuale sempre più reale e meno virtuale e di separare l’ “anima” dal corpo. Star Wars, Matrix e Black mirror insomma. Inoltre è apprezzabile sin dall’inizio una forte somiglianza stilistica con Blade runner, e ciò non può che essere un lato positivo. Nonostante queste grandi divergenze con il mondo che conosciamo oggi, esplorando a mano a mano i personaggi si scopre che anche dopo 300 anni la storia non è cambiata più di molto. La criminalità regna sovrana, la gente povera si ammassa per le strade e le malattie sembrano persino essere più letali. Gli upgrade sono solo tecnologici ed estetici: le anime umane che traslano da un corpo all’altro rimangono intatte, portandosi dietro la mentalità arcaica che non si addice al mondo iper tecnologico del 2384.
Takeshi è anche egli figlio del passato. Le brutte avventure che ha dovuto intraprendere lo hanno reso ostile e solitario. Il personaggio è scritto molto bene e andando avanti con la serie si scoprono elementi fondamentali per capire come Takeshi sia diventato quello che è. Gli altri personaggi vengono presentati abbastanza bene anche se su qualcuno di essi si sarebbe dovuto approfondire un po’ di più. Inoltre, la recitazione non è delle migliori ed è difficile provare empatia verso personaggi recitati in modo mediocre.
In generale, si nota una certa superficialità nei dialoghi e molte battute sono banali. I botta e risposta da film noir anni ’40 risultano molte volte fastidiosi. Ciò lascia dell’amaro in bocca, perché una sceneggiatura solida e ben scritta avrebbe confezionato il grande lavoro svolto sugli altri aspetti tecnici.
Tecnica fantascientifica
Bisogna dirlo: Altered Carbon è una gioia per gli occhi. La fotografia è la padrona della serie. Inutile scomodare quella di Roger Deakins in “Blade runner. 2049”, ma il filone è lo stesso. In molte scene l’uso delle luci e la palette di colori ricordano molto il film uscito nelle sale l’anno scorso.
La regia compie un buon lavoro, soprattutto nelle (tante) scene di combattimento. La violenza è molto presente in questa serie e in certe occasioni sarebbe stato meglio risparmiare qualche frame.
Molto piacevole la musica di Jeff Russo. Bella la sigla, come Netflix ci ha ormai abituato. Nulla da segnalare sul doppiaggio in italiano; forse un Takeshi troppo arrabbiato ma nulla di grave.
In conclusione, Altered Carbon è una serie da vedere. Il fatto che il libro di Morgan faccia parte di una trilogia fa ben sperare su un’ altra stagione. Per adesso, godetevi il bellissimo universo di questa stagione.