Educazione fisica, la recensione: un feroce processo privato tra quattro mura nel nuovo film di Stefano Cipani

Al cinema dal 16 marzo il secondo lungometraggio di Stefano Cipani, con sceneggiatura dei fratelli D'Innocenzo, tratto dalla pièce teatrale La palestra di Giorgio Scianna

Educazione fisica, secondo lungometraggio diretto da Stefano Cipani, è in sala dal 16 marzo dopo la presentazione alla scorsa Festa del Cinema di Roma e l’anteprima milanese ospitata dallo Sguardi Altrove Film Festival. Dopo Mio fratello rincorre i dinosauri, Cipani porta sul grande schermo la pièce teatrale La palestra di Giorgio Scianna, affidando la sceneggiatura ai fratelli D’Innocenzo. Sono cinque i personaggi in scena, in una dramma da camera ambientato tra le quattro mura della palestra, piuttosto fatiscente, di una scuola media. C’è la preside dell’istituto, interpretata da Giovanna Mezzogiorno e ci sono quattro genitori: Carmen (Raffaella Rea), Franco (Claudio Santamaria), Rossella (Angela Finocchiaro) e Aldo (Sergio Rubini).

educazione fisica recensione

Educazione Fisica. Una coproduzione PACO CINEMATOGRAFICA con RAI CINEMA e CINECITTÀ in coproduzione con AGRESYWNA BANDA © Gianfilippo De Rossi

Indice:

Un velenoso gioco al massacro tra quattro mura – Educazione fisica recensione

I genitori di tre ragazzi che frequentano la terza media sono convocati per un incontro urgente nella palestra della scuola da Diana, la dirigente d’istituto. Franco è il padre di Cristian e ha una relazione extraconiugale con Carmen, la madre di Giordano. Entrambi altoborghesi, godono di un tenore di vita piuttosto agiato. Aldo, che lavora come impiegato in un ospedale, e Rossella sono i genitori adottivi di Arsen, un ragazzo di origini africane. I motivi di quell’insolita riunione sono presto svelati quando la preside informa i genitori che i loro figli sono stati accusati da una compagna di classe di violenza sessuale. Lo stupro è avvenuto proprio lì, in quella palestra. Increduli, i quattro genitori fanno di tutto per sostenere l’innocenza dei loro figli, arrivando ad incolpare la vittima e mettendo a nudo il loro lato peggiore. Fin quando un evento inaspettato complica ulteriormente la situazione.

Il riferimento più immediato, guardando Educazione fisica, è Carnage di Roman Polanski. Simile lo schema, simile il gioco al massacro che si compie, simili i toni sempre più velenosi di uno scambio inizialmente civile che via via va degenerando. Stefano Cipani si cimenta con un formato insolito per il panorama cinematografico nostrano e con una storia dai risvolti interessanti e fertili di riflessioni su tematiche di stringente attualità: l’odioso fenomeno del victim shaming, il rapporto spesso conflittuale e viziato tra genitori e scuola, il ruolo degli educatori nella vita degli adolescenti. Su questo terreno si innestano altre riflessioni ed altri focus, come quello sulle disparità sociali e ancora sull’ipocrisia che si sviluppa in seno alla famiglia e all’istituzione scolastica.

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Educazione Fisica. Una coproduzione PACO CINEMATOGRAFICA con RAI CINEMA e CINECITTÀ in coproduzione con AGRESYWNA BANDA © Gianfilippo De Rossi

Un processo privato dai risvolti (troppo) inverosimili – Educazione fisica recensione

Il problema principale del film è il suo essere troppo poco credibile negli sviluppi e nel fatto che richieda uno sforzo di sospensione dell’incredulità davvero sbilanciato per la storia in scena. Esempio manifesto in tal senso è proprio la premessa da cui prendono avvio le vicende. Quale dirigente scolastico, di fronte a un fatto di tale gravità (una violenza sessuale di gruppo perpetrata da minorenni ai danni di una coetanea) avrebbe come priorità quello di contattare privatamente le famiglie senza rivolgersi alle autorità? Perché dovrebbe correre il rischio concreto di un insabbiamento della vicenda e di una compromissione irrimediabile delle prove? (A metà film il personaggio di Mezzogiorno mette letteralmente in mano ai genitori il video della violenza). Anche assecondando lo spunto di condurre un processo privato prima di rendere pubblica la vicenda, facciamo un po’ troppa fatica a stare al gioco. Anche per un vizio di forma nella rappresentazione dei personaggi.

L’impatto dei cinque personaggi in scena risente di una sovrabbondanza di tratti stereotipici ed esagerati nel relativo ritratto. In questo senso non aiuta nemmeno una recitazione davvero troppo teatrale di buona parte del cast. Il format è sì teatrale, la natura della storia in qualche modo richiede che si calchi la mano sui tratti caratterizzanti dei personaggi. Educazione fisica, però, ci va giù con la mano troppo pesante. Un vero peccato, perché fra interazioni più o meno inverosimili e il fianco spesso e volentieri prestato all’esasperazione di quei tratti, la portata della storia finisce, in parte, con l’affievolirsi.

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Educazione Fisica. Una coproduzione PACO CINEMATOGRAFICA con RAI CINEMA e CINECITTÀ in coproduzione con AGRESYWNA BANDA © Gianfilippo De Rossi

Un ottimo lavoro di regia per una storia affossata in troppe incongruenze – Educazione fisica recensione

Tramite i personaggi di Franco, Carmen, Aldo e Rossella va dunque in scena l’incarnazione di quattro tipi umani diversi tra loro ma accomunati dal cieco desiderio di proteggere i propri figli. E sebbene vi sia un’evoluzione in crescendocoadiuvata da un montaggio serrato e da una regia puntuale – mentre ci addentriamo nei lati oscuri di questi quattro modelli, essa rimane invischiata e affossata in troppe incongruenze. Contraddizioni che risuonano come il frutto di una confusione a livello formale più che come risultato plausibile del confronto dei personaggi con una situazione così grave.

A Stefano Cipani va riconosciuto il merito di aver domato il non facile contesto dell’unico spazio, claustrofobico e opprimente della palestra. È una regia puntuale nel racconto e sciolta, addirittura dinamica, nello stile. Pur con l’azione limitata alle quattro mura, quel che succede al di fuori della palestra è sempre ben presente in sottofondo, con l’eco dei rumori dei tre ragazzi che giocano a pallone ignari di quel che sta succedendo dentro. Una trovata efficace, che pur in sottrazione non ci fa mai dimenticare che al di là di quelle quattro mura ci sono gli altri tre protagonisti di questa storia. Educazione fisica soffre di una serie di difetti che ne pregiudicano l’impatto, mentre a causa di uno sviluppo piuttosto inverosimile finiamo col perdere il cuore di una storia importante e drammaticamente attuale. Al cinema dal 16 marzo, qui il trailer.

 

Educazione fisica

Voto - 6

6

Lati positivi

  • La regia di Stefano Cipani, agile e fluida, in grado di conferire dinamismo a una storia ambientata in un unico luogo
  • Il montaggio è serrato e incalzante

Lati negativi

  • Una storia importante e attuale affossata da troppe incongruenze e trovate poco verosimili
  • La recitazione davvero troppo teatrale del cast non rende un buon servizio a personaggi di per sé già piuttosto intrappolati in stereotipi

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1 commento

  • Adriana ha detto:

    Effettivamente un contesto leggero per una azione di violenza, si perde di vista l’accaduto per seguire dei punti di vista banali e identici in tutti i personaggi, questo film lascia spazio ai pregiudizi e non lascia momenti di riflessione.

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