1923: recensione della serie tv di Paramount+
Lo spin off di Yellowstone è un ritratto interessante degli anni che precedono la Grande Depressione, un racconto coerente e compatto che tuttavia presenta alcune pecche
Con 1923 si va ad aggiungere un tassello alla saga seriale western creata da Taylor Sheridan nata con Yellowstone. Questa nuova serie – disponibile su Paramount+ – si colloca temporalmente tra il precedente spin-off 1883 che narra le origini del famoso ranch della famigla Dutton e la serie originale che è ambientata ai giorni nostri.
Con 1923 (qui il trailer), lo showrunner dimostra ancora una volta quanto la storia di un unico e ampio albero genialogico possa essere affascinante e ricco di eventi che hanno segnato la storia americana. Non è un caso difatti la scelta di ambientarlo nel Montana dei primi anni Venti in cui già erano presenti i primi segni della Grande Depressione da un lato e dall’altro stavano arrivando le prime tecnologie domestiche che tracciano una linea netta anche nel lavoro quotidiano di un ranch.
Indice
La trama – 1923, la recensione
La famiglia Dutton è alle prese con nuovi problemi che mettono in pericolo la dinastia e il ranch di famiglia. Non solamente la Grande Depressione del ’29, ma il Montana è stata protagonista di una siccità che ha avuto gravi ripercussioni sul bestiame, un’infestazione di locuste e la conseguente domanda di prodotti agricoli in drastico calo che ha portato in solamente due anni, dal 1923 al 1925, più di 70.000 proprietari terrieri al lastrico. I Dutton hanno però anche altre gatte da pelare. Tra di loro c’è il Banner Creighton (Jerome Flynn, il Bronn di Game of Thrones) che, infastidito dai confini territoriali dei Dutton e dai loro pascoli meno colpiti dalla siccità, decide di dichiarare guerra al patriarca Jacob (Harrison Ford).
Non sarà l’unico a subire le ire di Banner che decide di colpire tutta la famiglia: Cara (Helen Mirren), la matriarca saggia e decisa che tutti in un modo o nell’altro sottovalutano e i loro figli adottivi John Sr. (interpretato da James Badge e nonno del John Dutton III di Yellowstone), rimasto ad aiutare nel ranch di famiglia, e Spencer (Brandon Sklenar), soldato reduce dalla prima guerra mondiale che fa il cacciatore di animali pericolosi in Africa. Assieme a loro c’è la storia d’amore tra Jack Dutton (Darren Mann), figlio di John Sr., e la sua promessa sposa Elizabeth (Michelle Randolph).
Una serie dai tratti classici – 1923, la recensione
Le storyline sono tante e gli intrecci narrativi tra personaggi e situazioni completamente differenti sono il punto forte di 1923.
Si passa dall’Africa assolata e affascinante, ai problemi territoriali in una Montana devastata dal caldo e dalle locuste alla situazione dei nativi americani che subiscono continue angherie e discriminazioni. È il caso di Teonna Rainwater (Aminah Nieves), giovane ragazza indiana costretta a frequentare un istituto femminile parrocchiale gestito da suore violente e da un prete ancor più crudele. La storyline di Teonna esce dai binari classici del western e, apparentemente più slegata rispetto alla dinastia familiare, è una boccata d’aria fresca. A tenere le redini sono però Helen Mirren e Harrison Ford che sono tornati a recitare assieme dopo Mosquito Coast.
In questo senso, 1923 è una serie tv dai tratti più classici e tipici del western e, più in generale, delle storie familiari in cui l’eredità ottenuta con il sudore e il duro lavoro è costantemente in pericolo. C’è poco di innovativo nel nuovo lavoro di Sheridan, ma sono presenti tutti i caposaldi della sua filmografia: i temi della trasmissione non solamente monetaria, ma un’eredità che si basa su antichi quanto solidi valori familiari come la lealtà, il lavoro duro, le regole ferree e il dovere di proteggersi l’uno con l’altro.
Le storyline – 1923, la recensione
Allo stesso tempo ritroviamo le caratteristiche che stanno tanto a cuore ai racconti west, come ad esempio allo scontro costante tra uomo e natura con il primo che la sfrutta e la seconda che si ribella, alla civilizzazione e alle tecnologie viste con occhio sospetto.
In questo le figure guida sono indubbiamente i personaggi interpretati da Ford e Mirren che grazie alle loro interpretazioni sono in grado di accentuare ancor di più le sfumature dei loro personaggi e la scrittura brillante che li contraddistingue, distanziandoli da tutti gli altri. È qui che risiede il difetto peggiore di 1923.
Non tutte le storyline sono interessanti, anzi sono solamente due ad essere veramente degne di nota: i coniugi Dutton con il loro rapporto maturo colpito dalla vendetta di Creighton e quello di Teonna Rainwater. Gli altri personaggi accusano il duro colpo di dover tenere il passo e pochi riescono.
In particolare la storia tra Spencer e Alex, una giovane ricca ragazza con la prospettiva di una vita comoda, ma monotona, non riesce a tenere il passo con gli altri Dutton a causa di una scrittura che banalizza e velocizza la relazione romantica tra i due che è costernata da molteplici guai.
In conclusione – 1923, la recensione
Questa prima stagione di 1923, già rinnovata per una nuova ondata di episodi, scorre grazie alla costruzione minuziosa di avvenimenti strettamente legati tra di loro, una scrittura che riesce a rendere coerente e costante una storia costellata da diversi punti di vista dislocati in differenti luoghi.
La narrazione compatta riesce a dare una struttura forte alla serie, ma allo stesso tempo allontana lo spettatore in momenti morti o quando ci si concentra su personaggi meno interessanti di altri che accarezzano storyline più banali e che sanno di già visto senza tematiche importanti che li rendono dei veri e propri archetipi.
È un peccato costatare come questo accada soprattutto quando lo showrunner si avventura nei rapporti romantici, a parte Cara e Jacob che hanno il vantaggio di essere una coppia sposata da decenni e che possono esplorare una fascia d’età poco rappresentata nei media. Questi primi episodi aprono però la strada a una seconda stagione i cui avvenimenti, appena accennati, hanno la promessa di essere sempre più avvincenti.
1923
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Harrison Ford e Helen Mirren hanno una chimica e una sinergia unica unita a una scrittura che rende i loro personaggi i più interessanti
- La storyline di Rainwater
- Il modo in cui vengono utilizzate le tematiche care ai racconti west
Lati negativi
- Alcuni personaggi sono più intriganti di altri, ma sono soprattutto le storie d'amore ad essere il punto morto della serie