Esterno Notte: la storia vera che ha ispirato la serie tv di Marco Bellocchio
Ripercorriamo le tappe principali dell'evento storico alla base della serie
Esterno notte è una serie TV realizzata da regista italiano Marco Bellocchio che ha debuttato al cinema lo scorso anno con la prima e seconda parte. Il lavoro del regista italiano è stato particolarmente apprezzato dal pubblico e dalla critica ottenendo anche giudizi positivi al Festival di Cannes, dove è stato proiettato. Al centro una delle vicende che ha sconvolto di più il nostro paese: il rapimento di Aldo Moro, il presidente della Democrazia Cristiana. Marco Bellocchio si era occupato già nel 2003 dell’argomento con il film “Buongiorno notte”, e con Esterno Notte ci mostra quello che è accaduto nei 55 giorni dal sequestro in tutta Italia.
A ridosso dell’anniversario del 9 maggio, in cui è stato ritrovato il cadavere dello statista, Rai 3 sceglie di ritrasmettere il film in due serate evento questa sera e domani. Nel cast del film Fabrizio Gifuni interpreta Aldo Moro consegnando una performance commovente; Fausto Russo Alesi veste invece i panni del presidente Cossiga e Margherita Buy insieme a Toni Servillo interpretano rispettivamente Eleonora, la moglie di Moro e il Papa Paolo VI con cui lo statista aveva uno stretto rapporto di amicizia. Scopriamo nel nostro articolo i punti salienti della storia di Esterno notte.
Esterno Notte: Aldo Moro, il rapimento, le ricerche e il triste epilogo
Nel 1978 la situazione politica italiana era estremamente complicata e frammentata, come racconta ancheEsterno Notte. La Democrazia Cristiana – guidata e fondata da Aldo Moro negli anni ’40 – era in crisi con gli altri partiti tra cui socialisti e soprattutto i comunisti, guidati da Erico Berlinguer. Per cercare di risolvere la situazione e permettere al governo guidato da Giulio Andreotti, viene proposto da Moro il cosidetto “Compromesso storico”: un accordo tra tutte le forze politiche e il partito comunista. Il 16 marzo 1978 era previsto in parlamento il voto di fiducia per la creazione del quarto governo di Giulio Andreotti; durante lo stesso giorno però nel tragitto da casa sua al parlamento, a via Fani Aldo Moro viene rapito e la sua scorta viene uccisa. A realizzare l’attentato furono quattro membri delle Brigate Rosse – un organizzazione terrorista di estrema sinistra. I quattro travestiti da piloti dell’Alitalia fecero fuoco sulle macchine che scortavano il Presidente uccidendo i membri della sua scorta. Risparmiarono Moro e lo portarono via dando inizio alla sua prigionia. In questo periodo le BR rilasciarono diversi comunicati alla stampa, che diffuse a sua volta la notizia del rapimento. Il primo comunicato fu del 18 marzo a cui ne seguirono 8; in questi 55 giorni si verificarono diversi eventi chiave.
Vennero scambiate delle lettere scritte dallo stesso Moro ai membri della sua famiglia – tra tutte la più dolce e commovente alla moglie Eleonora; vennero organizzate delle ricerche in diverse zone dopo alcune segnalazioni sulla possibile posizione di Moro – tutte infruttuose – e soprattutto si aprirono le trattative tra il governo e le BR per rilasciare il presidente della DC. Nonostante la polizia ricevette numerose segnalazioni non trovò mai il covo in cui Moro venne tenuto prigioniero che era in una piccola stanza dietro ad una libreria nascosta a via Montalcini 8, a Roma. È da lì infatti che venne scattata la famosa foto entrata nella storia di Aldo Moro bendato e con alle spalle la bandiera delle BR. Le trattative ipotizzate con la politica e lo Stato non andarono a buon fine e il 9 maggio 1978 i brigatisti avvisarono che il corpo di Moro sarebbe stato ritrovato a via Caetani, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa. Si concludeva così non solo una delle pagine più tragiche del nostro paese ma anche uno dei grandi fallimenti della politica. La famiglia Moro non accettò i funerali di stato e seppellì lo statista nel Cimitero di Torrida Tiberina. Da non perdere assolutamente la visione di Esterno Notte, stasera e domani su Rai 3.