La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton – recensione della serie Netflix
Lo spin-off di Bridgerton conferma nuovamente le sue intenzioni nell'essere una serie romance per nulla superficiale
Sebbene Bridgerton abbia dato più volte prove di essere una serie d’intrattenimento ben fatta e che miscela le atmosfere di Jane Austen con tematiche più attuali sulla base del genere romance, molti ancora non sono convinti. I motivi sono molteplici, il principale è il continuo affossamento di prodotti pensati da una donna per altre donne.
Se c’erano ancora dubbi sulla buona combinazione di elementi che allontana l’universo di Bridgerton da prodotti scadenti, lo spin-off dedicato alla regina Carlotta (qui il trailer), serie ideata e prodotta da Shonda Rhimes approdata su Netflix, farà cambiare totalmente idea.
Come annuncia la serie prima ancora di iniziare, la storia non vuole essere un documentario preciso di quell’epoca, ma viene romanzata per finalità narrative. Tutti cambiamenti che funzionano e che vanno dritti al punto.
Indice
Trama – La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton , la recensione
La storia riprende uno dei personaggi principali della serie principale, la regina Carlotta per l’appunto, e il suo matrimonio con il Re Giorgio III. Shonda parte da un escamotage narrativo tra i più utilizzati nella tradizione romantica, vista e conosciuta da chiunque (uno dei casi più famosi e mainstream è il film d’animazione Disney La Bella e la Bestia) e poi sviluppata in modo tale da parlare del punto di vista femminile di una società indifferente se non dedita all’eredità, di vedovanza e di salute mentale.
Carlotta, appena 17enne, viene data in sposa a Re Giorgio III senza che i due si siano mai visti. Non è inusuale per l’epoca organizzare matrimoni tra persone che non si conoscono, basandosi sui rispettivi guadagni sia in termini economici che di posizione sociale. Da qui Shonda sviluppa la relazione tra i due facendoci affezionare prima a Carlotta, poi a Giorgio ed infine alla loro storia d’amore intrecciandola a personaggi secondari, ma fondamentali.
I punti di vista – La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton , la recensione
La struttura narrativa è semplice, ma efficace e si sviluppa tramite i differenti punti di vista che sanciscono il ribaltamento narrativo che è la vera forza della serie. Così empatizziamo con un’adolescente che ha il terrore di finire sposata con un troll, un mostro. Parole che non sono scelte a caso.
Carlotta viene travisata da chiunque la ascolti, pensando che lei abbia il timore di essere la moglie di un uomo brutto, ma lei ha paura di finire incastrata in un matrimonio violento. Le medesime parole hanno un altro effetto su Giorgio che è già affetto da una malattia mentale.
La prima metà della stagione si concentra su Carlotta, sui suoi desideri e bisogni come novella sposa e nascente regina, viviamo con lei la confusione che prova dovuti ai continui rifiuti di suo marito e da una vita vissuta in una casa diversa da quella dove alloggia Giorgio, ma piena di uomini e donne della servitù che non le permettono nemmeno di cogliere un’arancia da sola. Prima che la storia possa diventare monotona, il punto di vista si sposta verso il re e a come ha vissuto quei medesimi giorni. Cambiando il punto di vista cambia anche la tematica affrontata e si apre un vaso di Pandora difficile da ignorare. Giorgio infatti, come il re da cui la serie trae ispirazione, soffre di una malattia mentale le cui cause e possibili terapie sono sconosciute.
Passato e presente – La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton , la recensione
I media e la letteratura ci hanno abituato a un’idea dell’amore ben precisa, devota al romanticismo declinato in ogni sfumatura e situazione, a delle precise emozioni che si provano dando una visione distorta dell’amore e delle relazioni romantiche. Bridgerton in primo luogo – sebbene sia si concentri su storie d’amore e attinge abbondantemente dal genere romance – si è voluto discostare fin quanto era possibile da una visione dolce, ma tossica dell’amore. La regina Carlotta compie un nuovo passo ponendo al centro le difficoltà che sorgono in una relazione dopo che la fase iniziale dell’innamoramento scema e parlando anche di matrimoni combinati disastrosi dove il forte disequilibrio di potere ha portato solamente a una vita infelice.
Ma Shonda va ancora oltre e grazie all’alternanza di passato e presente, in cui le tre protagoniste femminili della storia sono oramai anziane e tengono il controllo della loro famiglia, parla anche della condizione della vedova. C’è chi non vive bene la fine del matrimonio dovuta per la morte del compagno a cui ancora pensa con affetto, chi al contrario invidia quello stato d’animo poiché per lei la morte del marito ha voluto significare libertà e una nuova vita, mentre chi vive un limbo tra l’essere moglie e vedova cercando di riportare l’ordine in famiglia e indirizzare i propri figli e figlie nell’unico dovere che hanno, ossia garantire un erede al trono.
In conclusione – La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton , la recensione
Sebbene vengono affrontati argomenti delicati e dalle sfumature più oscure, la serie non abbandona le atmosfere che sono presenti anche in Bridgerton. Ville lussuose, abiti scintillanti e magnifici, balli e matrimoni la fanno da padrona sposandosi perfettamente con l’ambientazione regale che va a braccetto con alcuni elementi contemporanei.
Come già si intuiva, la scrittura strizza l’occhio alla serialità degli ultimi anni piuttosto che ai melodrammi esplicitamente ispirati all’epoca vittoriana assieme alla musica che rivisita canzoni pop famose rivisitate in chiave strumentale. Quest’ultimo lavora di Shonda riesce perfettamente a coniugare l’animo romantico della storia assieme al bisogno di evasione e intrattenimento ricercati da chi guarda determinate serie tv, senza però cadere nell’errore di essere superficiale anzi tutto il contrario. La messa in scena curata si sposa con i delicati argomenti trattati che vengono brillantemente approfonditi, senza che nulla venga lasciato al caso.
La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton
Voto - 8
8
Lati positivi
- Le tematiche affrontate e il modo in cui Shonda le mette in scena
- Il reparto tecnico e visivo