La Sirenetta, flop in Cina e Corea del Sud: gli spettatori si lamentano del colore della pelle di Ariel
Polemiche social e una pioggia di critiche e commenti razzisti: le ragioni del flop de La Sirenetta in Cina e Corea del Sud
Al momento in cui scriviamo, La Sirenetta (qui la nostra recensione) è approdato nelle sale cinematografiche di Cina e Corea del Sud da circa 10 giorni e i risultati al box office sono tutt’altro che incoraggianti. La ragione riporta indietro alle polemiche che avevano coinvolto una fetta di utenti sui social al momento dell’annuncio del casting di Halle Bailey nel ruolo di Ariel. Il problema, quindi, sarebbe ancora una volta legato alla scelta di un’attrice nera per interpretare la protagonista nel remake live-action del classico Disney del1989. Stando a quanto riferisce The Hollywood Reporter, citando fonti vicine alla produzione del film e analisti dei dati del box office, Disney è sempre stata consapevole che La Sirenetta avrebbe potuto rappresentare una sfida per il mercato di certi Paesi. Ciò non toglie che l’ondata di reazioni negative e l’ampiezza del suo impatto abbiano colpito e sorpreso gli Studios.
Polemiche social e una pioggia di critiche e commenti razzisti: le ragioni del flop de La Sirenetta in Cina e Corea del Sud
Nei primi 10 giorni di permanenza nelle sale cinesi, La Sirenetta ha incassato poco più di 3,6 milioni di dollari. Non va meglio in Corea del Sud dove il remake live-action ha totalizzato, al 4 giugno, circa 4,4 milioni di dollari. La polemica social seguita al casting di Halle Bailey per il ruolo di Ariel è stata particolarmente feroce in entrambi i Paesi e alcune fonti sostengono che questo abbia portato a un gran numero di commenti (da parte di utenti non verificati) negativi, offensivi e razzisti rivolti al film e alla sua protagonista. Una questione questa che, in Corea del Sud, è stata anche trattata dalla stampa.
Le recensioni negative de La Sirenetta hanno invaso i social anche in Cina e appena prima che il film debuttasse in sala, sul quotidiano vicino al governo The Global Times, è apparso un editoriale che si scagliava contro la Disney e le sue scelte nel segno dell’inclusività. Scelte di cui si mettevano in dubbio le motivazioni, tra scopi prettamente economici o una reale attenzione alla rappresentazione inclusiva. Rob Marshall ha sempre sostenuto il casting di Halle Bailey, che sin dal provino ha fissato l’asticella del confronto così in altro che nessun’altra attrice avrebbe potuto competere per davvero. Ed è un dato di fatto che la prova della giovane protagonista de La Sirenetta abbia conquistato critiche più che positive da parte di utenti e critici in maniera pressoché unanime.