Good Omens 2: recensione della serie tv di Prime Video

Good Omens si riconferma essere una splendida serie tv, scritta da un Neil Gaiman che non delude

Quando si è conclusa la prima stagione di Good Omens in ben pochi speravano in un suo continuo. Quella che sembrava essere in tutto e per tutto una miniserie che aveva chiuso qualsiasi arco narrativo e aveva salutato i suoi fan, mettendo in scena tutti gli avvenimenti dal libro omonimo da cui la prima stagione è tratta. Le vicende squisitamente british di Crowley e Azraphel narrate nel libro di Neil Gaiman e Terry Pratchett Buona Apocalisse a tutti! avevano trovato il loro posto nella narrazione seriale, ma avevano ancora altro da dire.

Grazie agli appunti nati dal compianto Terry Pratchett e la volontà di Neil Gaiman di accontentare i fan ha dato l’avvio a questa seconda stagione che,  senza questa costante preoccupazione per l’apocalisse imminente, è meno epica e meno avventurosa della prima, ma sebbene sia diversa rimane una serie brillante e adorabile.

Indice

Un angelo, un demone e una caffetteria – Good Omens 2, la recensione

Good Omens.

Good Omens. Prime Video, BBC Two.

Senza l’Armageddon alle porte, Azraphel (Michael Sheen) e Crowley (David Tennant) sono tornati alla loro vita di tutti i giorni. Il demone, bandito dall’inferno, vive nella sua amata Bentley  e passa il suo tempo assieme all’angelo Azraphel, impegnato come sempre nei suoi hobby. 
La loro quotidianità viene stravolta quando alle porte della libreria compare l’arcangelo Gabriele, nudo se non per una scatola che porta tra le braccia e affetto da amnesia.

Mentre l’angelo e il demone sono legati da secoli di amicizia e da un rapporto che si fa via via sempre più profondo, entrambi non saltano di gioia quando incontrano l’arrogante e crudele Gabriel (Jon Hamm). Sebbene tra loro non scorre buon sangue, Azraphel decide di aiutarlo e Crowley non ha altra scelta che spalleggiarlo. Soprattutto quando scopre che il suo arrivo alla libreria può compromettere lo stesso Azraphel.

Il rapporto tra Crowley e Azraphel – Good Omens 2, la recensione

Good Omens

Good Omens. Prime Video, BBC Two.

Niente missioni, niente apocalissi imminenti, ma questa seconda stagione di Good Omens è tutt’altro che tranquilla. Tra personaggi nuovi, la questione di Gabriel che viene affrontata da più lati, flashback che approfondiscono il rapporto tra Crowley e Azraphel questi nuovi episodi sono tutt’altro che noiosi. Neil Gaiman, in modo molto intelligente, dopo la morte del co-autore del romanzo ha deciso di concentrarsi sul materiale non utilizzato per scrivere il romanzo e creare un ponte di connessione tra l’adattamento e una potenziale terza stagione che sarà sviluppata su idee totalmente nuove.

Questa seconda stagione quindi, in tutto e per tutto, è di transizione. Caratterizzata da puntate più rilassanti, ma sempre divertenti e dinamici, la storia si prende tutto il tempo necessario per esplorare il rapporto tra Crowley e Azraphel. Un rapporto che inizia con la costruzione dell’universo e scorre lungo i secoli, durante i quali i due si incontrano, vivono avventure assieme e scoprono che la loro compagnia è molto più importante di quello che pensavano. Ad essere il vero protagonista è l’angelo con l’hobby per i libri, l’alcol e il cibo, un angelo molto diverso dagli altri che sente imminente il bisogno di riunirsi con il paradiso sebbene la vita sulla Terra lo soddisfa.

Una fiaba dallo squisito umorismo british – Good Omens 2, la recensione

Good Omens.

Good Omens. Prime Video, BBC Two.

Se la precedente stagione era caratterizzata da continui cambi di punti di vista, alternanza di personaggi e location ed ambientazioni particolari, questa seconda season non è da meno, ma ha una sua anima. Bellissime sono le scenografie, soprattutto la strada principale in cui molti degli episodi si snodano, una colonna sonora sempre curata e perfetta e i diversi salti temporali che rafforzano l’idea del rapporto tra i due protagonisti e aiutano anche a caratterizzarli singolarmente.

Good Omens riesce a mantenere un filo conduttore aperto con la storia che aveva portato sul piccolo schermo nel 2019, una storia che poteva benissimo essere conclusa, ma che Neil Gaiman riesce a riprendere con naturalezza dando nuovamente prova – dopo The Sandman – di essere non solamene uno scrittore di talento, ma anche uno sceneggiatore abile. Tutto nella serie funziona alla perfezione, dei piccoli ingranaggi che rendono questa macchina narrativa perfetta sotto vari punti di vista. Good Omens è già un cult grazie all’humor british, alla bravura di tutti gli attori (menzione speciale per David Tennant che è un Crowley a dir poco perfetto) e alla storia complessa e ben raccontata. Una fiaba che non ci stanchiamo mai di sentirci raccontare.

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Good Omens 2

Voto - 8

8

Lati positivi

  • La commedia tipicamente inglese si unisce ad una storia d'amicizia e amore
  • Tutti gli attori sono incredibili, ma una menzione speciale va a David Tennant
  • La scenografia curata e una colonna sonora perfetta

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