I am Groot 2: recensione dei cortometraggi Marvel
Il sodalizio Marvel e Disney Plus ci regala la seconda stagione di cortometraggi che esplora il lato più sbarazzino e fanciullesco di Baby Groot.
I am Groot torna con una seconda stagione dopo un anno d’attesa e dopo che il suo personaggio – o meglio una sua versione – ci ha fatto commuovere nell’ultimo Guardiani della Galassia, film di conclusione del viaggio di James Gunn nei Marvel Studios. I cinque cortometraggi – che variano dai 3 ai 5 minuti – sono prodotti, scritti e diretti da Kirsten Lepore che riprende le vicende di Baby Groot (a cui Vin Diesel torna a prestare la voce) in vicende colorate, pop e guidate dalla curiosità quasi infantile del piccolo albero.
Indice
La trama, in generale – I am Groot 2, la recensione
Impossibile dire la trama di I am Groot, indagare la storia di questa miniserie vorrebbe dire cadere in inevitabili spoiler vista la durata molto ridotta di questi cortometraggi. Durata che costringe Groot ad essere l’unico protagonista degli episodi, accompagnato solamente da qualche altro personaggio che non gli ruba mai la scena. Il che è uno dei maggiori pregi di questa operazione targata Disney Plus nel portare serie tv complete o brevi cortometraggi dedicati a dei personaggi secondari, storie create ad hoc per valorizzare personaggi che all’interno dell’universo Marvel sarebbero altrimenti sacrificati. Ne è un esempio Loki, personaggio molto amato e che meritava una serie tutta sua, Scarlet Witch e Visione con WandaVision e, per l’appunto, Groot.
Un’operazione che ha successo grazie alla fascinazione che si ha da sempre per i personaggi secondari che, a differenza di molti protagonisti, hanno più libertà di movimento, per essere più eccentrici, particolari e affascinanti. Groot rientra perfettamente nella descrizione del personaggi strambo e bizzarro, non solamente per il suo aspetto – non è inusuale incontrare alberi parlanti nel fantasy -, ma in special modo per il suo carattere esuberante, amichevole e molto dolce. Il tutto senza dire una parola, se non il suo nome.
Il lato più tenero e fanciullesco della Marvel – I am Groot 2, la recensione
James Gunn ha enfatizzato proprio questo aspetto, quest’unione tra un personaggio dinamico e feroce nella lotta assieme a un carattere bonario, un amico che adora passare il proprio tempo con gli altri e che è sempre riuscito a tenersi stretto il proprio ruolo all’interno del gruppo. Uno dei punti forte della trilogia di Guardini della Galassia è proprio il racconto corale, una narrazione frammentata tra diversi personaggi senza un protagonista assoluto. In I am Groot, al contrario, è Baby Groot ad essere protagonista, ma le caratteristiche che ci hanno fatto affezionare a lui non sono cambiate. Puntano soltanto più al lato tenero ed escludono le battaglie.
In questi cortometraggi Groot è un viaggiatore curioso, un indomito esploratore che non si ferma di fronte a nessuna difficoltà. Non è difficile immaginarlo come un bambino piccolo che sta muovendo i primi passi da solo, in un mondo in cui tutto lo stupisce e lo rende felice. Kirsten Lepore ha dichiarato di essersi ispirata proprio a suo figlio per scrivere i nuovi episodi della serie, per aiutarla a dare al piccolo albero un aspetto fanciullesco e genuinamente entusiasta. Un piccolo eroe che si lancia all’avventura, senza curarsi della neve, di nuovi mondi e di nuovi amici.
In conclusione – I am Groot 2, la recensione
L’estetica colorata e pop ben si sposa con il ritmo della storia riuscendo ad enfatizzare il lavoro svolto dal team Marvel e da Lepore nel combinare sketch comici, una comicità molto fisica senza l’aiuto di battute e parole per andare a segno e nel dinamismo del personaggio. Come è ovvio, la simpatia di Groot si affida a una comicità esclusivamente fisica, anche in questo caso quasi infantile. Groot gira per il mondo per il puro gusto di esplorare, toccare, scoprire cose nuove e lasciarsi meravigliare da esse.
Nel complesso, la serie è un ottimo esercizio di stile e di scrittura e riesce a sfruttare pienamente il ristretto minutaggio che, al contrario, è la vera pecca di questi cortometraggi. Il sodalizzo tra Marvel e Disney che danno vita a storie brevi e che vanno dritte al punto si sta rivelando un ottimo compromesso, ben riuscito di molte altre miniserie. Ma la serie dura veramente poco (parliamo di 20/25 minuti di visione) e anche se già conosciamo il personaggio il tempo passato con lui è troppo poco. Il vero fiore all’occhiello e la prova che la serie ha colto nel segno è che, anche se in breve tempo, riusciamo a scoprire un nuovo lato di Groot.
I am Groot
Voto - 7
7
Lati positivi
- Il personaggio viene arricchito con un nuovo spirito che ben si combina con la sua giovane età
- Il risultato è una serie divertente e piacevole da vedere
Lati negativi
- Il minutaggio è ridotto al minimo