Venezia 80: Io Capitano di Matteo Garrone vince il Premio Civitas 2023
Oltre al Leoncino d’Oro, Io capitano di Matteo Garrone ha vinto anche il Premio Civitas 2023, il premio per quei film che presentano temi sociali per tutte le generazioni. Il premio è stato assegnato da una giuria composta da Fabio Miraglia (professore di Economia Sanitaria e presidente di Giomi Next), Francesco De Blasi (produttore e CEO di Alexandra Cinematografica), Alessandra De Luca (giornalista di Avvenire), Gian Luca Pisacane (giornalista di Famiglia Cristiana) e Federico Pontiggia (giornalista e coordinatore del premio).
Io capitano di Garrone vince il premio Civitas 2023
Il premio è stato assegnato al regista di Io capitano per questo motivo: “Per la capacità di accompagnare l’Odissea dal Senegal all’Italia di Seydou e Moussa senza abdicare alla speranza, esaltando il valore della s olidarietà intergenerazionale e della coesione sociale. Matteo Garrone ritrova Pinocchio e ammonisce il pubblico sulla capacità di fratellanza universale. L’umanisimo è cifra poetica, indirizzo stilistico, imperativo morale”.
Il premio Civitas verrà consegnato il 9 settembre alle ore 11.30 all’Hotel Excelsior. Prodotto da Archimede, Rai Cinema, Tarantula e Pathé Films, la pellicola è interpretata da Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka Sawagodo, Hichem Yacoubi, Doodou Sagna, Khady Sy, Bamar Kane, Cheick Oumar Diaw. In Io capitano si racconta la storia di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per andare in Europa, attraverso i pericoli del mare.
Il film è rappresentato dal regista nella pagina ufficiale de La Biennale di Venezia come “l’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dalla loro angolazione per raccontare questa Odissea contemporanea dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha”.