Shelter: recensione del teen mystery di Prime Video
Una miscela di horror e tematiche care al coming of age in una storia che risulta mai noiosa.
Harlan Coben è un nome conosciuto non solamente tra i lettori dei suoi romanzi, ma anche tra gli appassionati di serie tv. Dopo una longeva collaborazione con Netflix che ha dato vita a molteplici miniserie – come The Stranger, Svaniti nel nulla ed Estate di morte -, Coben passa ad Amazon Prime Video con Shelter, serie scritta e prodotta dall’autore assieme a sua figlia Charlotte Coben.
L’autore non cambia solamente la piattaforma streaming, ma anche la struttura narrativa passando dalla storia di una donna che torna nella propria città natale per scoprire i segreti del luogo (incipit preferito da Coben) al racconto teen di un gruppo di ragazzi che si improvvisano detective in un’ambientazione che miscela il thriller con il mystery.
Indice
- Trama
- Lotta generazionale
- Le atmosfere horror classiche si miscelano alle tematiche care dei teen drama
- Conclusioni
Trama – Shelter, la recensione
Coben decide di parlare di una fascia d’età insolita per lui, ma parte subito in quarta con una scelta interessante. Il protagonista è Mickey Bolitar (Jaden Michael), personaggio letterario famoso nella produzione dello scrittore, durate gli anni della sua adolescenza. Dopo il ricovero della madre e la morte del padre coinvolto in un incidente stradale, Mickey torna a Kasselton, cittadina natale di suo padre, per ricongiungersi con sua zia Shira.
La vita di Mickey non conosce pace e il ragazzo, poco dopo il suo trasferimento nel New Jersey, rimane invischiato nella scomparsa di Ashley Kent, una studentessa della sua scuola. Mickey e il suo gruppo di amici composto da Spoon (Adrian Greensmith) e Ema (Abby Corrigan) si ritrovano così ad indagare, riesumando i segreti di Kasselton che era stata già colpita dalla sparizione di un bambino anni addietro.
Lotta generazionale – Shelter, la recensione
Shelter è una piacevolissima serie che ricalca tutti gli elementi principi dei teen mystery, con una sfumatura horror che la rende una serie perfetta da vedere in questo periodo autunnale. Mickey è il classico eroe traumatizzato, colui che incappa in un mistero e se ne prende ogni responsabilità, sobbarcandosi il peso sulle spalle. Rimasto traumatizzato dalla morte del padre, dal ricovero della madre e da un trasferimento a casa di una tentennante zia, Mickey si sente responsabile per la scomparsa di Ashley, deciso a scoprire ogni segreto della strana cittadina.
Come in ogni teen drama che si rispetti, c’è una forte divisione generazionale. A richiamare gli horror – in particolare gli slasher movie – è il rapporto che intercorre tra i giovani protagonisti e gli adulti della cittadina. Quest’ultimi però non interferiscono con le indagini, né sono ciechi di fronte a quello che sta accadendo in città. Il personaggio che picca di più tra gli adulti è proprio la zia di Mickey, Shira (interpretata da Constance Zimmer), che sta vivendo quello che anche suo nipote prova. Gli adulti hanno ancora traumi per la loro vita adolescenziale e come hanno vissuto il liceo, un passaggio di testimone che rende Shelter più interessante di molte altre serie teen.
Le atmosfere horror classiche si miscelano alle tematiche care dei teen drama – Shelter, la recensione
Shelter è un viaggio attraverso se stessi, un viaggio che utilizza gli stilemi dell’horror e del thriller per raggiungere l’obiettivo. Assieme a tutta la parte investigativa, che è predominante, viene affiancata anche un’atmosfera horror e un mistero legato a una casa, abitazione che torna più e più volte fino a diventare un punto fisso, una tematica costante. La crescita di Mickey e il suo arco narrativo viaggiano in parallelo con la risoluzione dei misteri di Kasselton, così come la scrittura lascia lo spazio a sufficienza per chiudere tutte le storyline: dal gruppo di amici principale, al temperamento di Mickey che scopre il valore dell’amicizia e la lotta generazionale.
La storia dei personaggi si intreccia con la storia della cittadina, in cui il folklore diventa una chiave di lettura fondamentale. Come dicevamo, le sfumature horror sono ben delineate ed espresse nelle atmosfere lugubri di una casa che è al centro del mistero e alla leggenda di una strega. Questi elementi non sono però predominanti, ma solo di contorno ad una serie che nasce per un pubblico più giovane e lì rimane, ancorato a un target di riferimento ben preciso. Questo non lascia cadere Shelter nella trappola del target, anche persone adulte possono godere della visione senza soffrire dello stacco d’età tra il pubblico e i protagonisti.
Conclusione – Shelter, la recensione
La serie scritta da Coben riesce a mantenere un difficile equilibrio tra già visto e novità. Shelter ha una base classica e gioca con le tematiche care al coming of age: la presa di conoscenza di Mickey del valore dell’amicizia, il suo trauma che lo induce ad addossarsi colpe e responsabilità come se tenesse sulle spalle il peso del mondo intero e il difficile dialogo con gli adulti che popolano la cittadina. Anche il lato mystery non è dei più originali. C’è tutto: una ragazza scomparsa preceduta dalla sparizione di un altro bambino, i segreti di una cittadina che ha le sembianze del più normale e monotono paesino americano, una casa inquietante e la leggenda di una strega.
Nulla di nuovo dunque, ma Shelter ha la pretesa di essere originale. Quel che l’autore vuole è portare sul piccolo schermo una storia confortante appunto perché è conosciuta, rassicurante anche nei suoi tratti più inquietanti. Un risultato che Shelter raggiunge a pieni voti.
Shelter
Voto - 7
7
Lati positivi
- L'intreccio tra il racconto di formazione e gli elementi mystery
- Gli elementi classici sono trattati con il giusto riguardando, senza l'intenzione di creare una storia nuova, ma solamente una storia ben narrata