Ahsoka: recensione della serie spin-off di Star Wars

La nuova serie spin-off di Star Wars è un ritorno alle origini. Una miscela di generi, folklore e fiaba che ha al centro il viaggio dell'eroina.

Quando Jon Favreau e Dave Filoni si incontrano danno del loro meglio e Ahsoka ne è l’esempio. Serie che dialoga apertamente con Star Wars: The Clone Wars, serie d’animazione andata in onda dal 2008 al 2020, e Star Wars Rebels che sono entrate nel cuore degli appassionati grazie alle loro capacità di ampliare l’universo narrativo e approfondire personaggi cari alla saga originale, ma anche ai nuovi character intriganti e sfaccettati tra cui spicca, per l’appunto, Ahsoka.
La serie live action riprende molte delle caratteristiche di Star Wars: The Clone Wars miscelandole alle tematiche presentate in Andor, una piccola perla (l’unica se escludiamo la prima stagione di The Mandalorian) del mondo seriale firmato LucasFilm.

Indice

Trama – Ahsoka, la recensione

Ahsoka è la protagonista indiscussa della serie che, non a caso, porta il suo nome, ma la sua storia si va a collocare in una vicenda molto più intricata e stratificata, una trama che strizza l’occhio al filone politico di Star Wars (e di Andor, non a caso in entrambe le serie incontriamo la cancelliera Mothma) e alla domanda che vige tra gli appassionati da quando Star Wars è entrato nella cultura popolare: come è possibile che la pace istituita dalla Nuova Repubblica duri solamente qualche anno e venga rimpiazzata sistematicamente dalla dittatura imperiale?

Ahsoka

Ahsoka. Lucasfilm.

 Ahsoka (Rosario Dawson, perfetta nel ruolo) cerca di capire se il ritorno dell’esiliato Grand’Ammiraglio Thrawn (Lars Mikkelsen) è una possibilità concreta, così come se è possibile che lo scomparso Ezra (Eman Esfandi) è sopravvissuto alla missione suicida per esiliare Thrawn. Assieme a lei, anche la sua ex padawan Sabine (Natasha Liu Bordizzo), il robot Huyang (doppiato da David Tennant) e la ribelle Hera Syndulla (Mary Elizabeth Winstead) si uniscono alla missione.

L’effetto nostalgia – Ahsoka, la recensione

Non ci gireremo troppo per le lunghe: Ahsoka è una serie meravigliosa sotto ogni punto di vista. A cominciare dal suo dialogare con la trilogia classica, che amplia e modifica a suo piacimento senza però mai snaturarla. Ritroviamo quindi tutte le peculiarità care agli appassionati: una galassia composta da pianeti diversi l’uno dall’altro, deserti e città futuristiche, razze e specie aliene, astronavi e le atmosfere di una fantascienza che miscela il vintage con il futuristico. Non sono solamente le ambientazioni e le atmosfere ad essere le medesime e non sono solo le citazioni e i vecchi personaggi che tornano a rendere Ahsoka una degna erede dell’universo di Star Wars.

Ahsoka.

Ahsoka. Lucasfilm.

La trilogia originale – e tutto quello che ne è conseguito dopo – è riuscita ad entrare nell’immaginario collettivo grazie all’unione di diversi generi, il western e lo sci fi prima di tutti, una storia con al centro non soltanto un protagonista, ma un eroe e ai valori universali quali l’amicizia, il rapporto tra maestro e allievo e la famiglia, specialmente quella non creata dai legami di sangue. Ahsoka riprende tutto questo, lo fa suo e ci ridà una versione di Star Wars che mancava sugli schermi da molto tempo. L’unica occasione mancata è il non aver approfittato della storyline delle streghe per abbracciare anche le caratteristiche di un horror alla Sam Raimi a cui effettivamente strizza l’occhio senza giocare però con il genere.

Il viaggio dell’eroina – Ahsoka, la recensione

Ahsoka non è solamente la protagonista indiscussa della serie, ne è l’eroina. E come ogni eroina che si rispetti, ha bisogno di compiere un viaggio che la porta ad una consapevolezza maggiore, ad un cambiamento. In Ahsoka questo concetto è il più letterale possibile: conosciamo la Jedi prima di intraprendere un viaggio che la porta, fisicamente, da un pianeta all’altro, ma quello stesso viaggio per lei si trasforma in una rinascita.

Ahsoka.

Ahsoka. Lucasfilm.

A metà serie, Dave Filoni e Jon Favreau fanno qualcosa di incredibilmente coraggioso: cambiano totalmente il percorso di Ahsoka e la sua trasformazione è immediata. Quando la conosciamo lavora da sola accompagnata solamente dal robot Huyang – che con il suo carattere distaccato e l’affetto che prova per Ahsoka e Sabine lo fa assomigliare molto ai robot descritti da Isaac Asimov -, è diffidente e emette giudizi troppo frettolosi. Alla fine della stagione, Ahsoka somiglia più ad una maestra zen con modi pacati, una mentalità più lucida e uno stile di combattimento meno frettoloso, ma votato alla strategia e alla pazienza.

Maestri ed allieve – Ahsoka, la recensione

Come dicevamo, Ahsoka è un ritorno alle origini. Il concetto di maestro Jedi e di Padawan è fondamentale nella serie animata Star Wars: The Clone Wars e qui viene ripresa e sfaccettata in più personaggi. È il caso di Ahsoka stessa e del suo maestro Anakin con cui ha un rapporto basato sulla fiducia e sull’affetto, ma anche con una nota amara data dalla consapevolezza di cosa è diventato Anakin dopo la guerra dei cloni. In questo la sceneggiatura e la recitazione sono ad un livello superiore. È grazie alla recitazione se piccole sfumature vengono colte come, per l’appunto, il rapporto complesso tra Ahsoka e il suo maestro, un ricordo che le è ancora molto caro, ma è inevitabilmente rovinato dal pensiero sempre presente di Darth Vader.

Ahsoka

Ahsoka. Lucasfilm.

Così come è complesso il rapporto tra Ahsoka e la sua ex padawan Sabine, ma lo è soprattutto quello tra lo Jedi votato all’Impero Baylan Skoll (Ray Stevenson) con la sua allieva sith Hati (Ivanna Sakhno). Skoll è un ex Jedi che ha voltato le spalle alla Repubblica per avvicinarsi all’Impero, ma la sua caratterizzazione e il suo credo restano quelli di uno Jedi così come il suo rapporto con Hati e gli insegnamenti che le impartisce sono vincolati da una dinamica simile a quella che intercorre tra Jedi e padawan. Ahsoka è una serie classica e lineare senza la pretesa di essere complicata, ma è complessa. Si rifà ai miti, al folklore, unisce il fiabesco con il mistico e parla con lo spettatore tramite sottotesti e citazioni in un’unione tra la nostalgia e il nuovo che risulta vincente.

 

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Ahsoka

Voto - 9

9

Lati positivi

  • Ahsoka è un ritorno alle origini grazie al ritorno delle caratteristiche che hanno reso famoso l'universo narrativo
  • La scrittura dei personaggi e le prove recitative
  • Le continue citazioni e dinamiche già conosciute che non vengono comunque mai a noia

Lati negativi

  • È un peccato che la congrega di streghe sia stata lasciata come un fattore secondario e non abbia goduto dello stile horror a cui invece aspirava

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