L’Esorcista – Il credente, la recensione dell’horror diretto da David Gordon Green

David Gordon Green scrive e dirige il sequel diretto del cult del 1973 di William Friedkin, al cinema dal 5 ottobre

C’era davvero bisogno di un sequel de L’esorcista? Blumhouse, la casa di produzione, ha ritenuto fosse assolutamente necessario e ha affidato la regia del progetto a David Gordon Green, ordinando a quanto pare addirittura una trilogia di film. David Gordon Green dirige il sequel diretto del capolavoro di William Friedkin dopo essersi cimentato, con alterne fortune, con la trilogia sequel di un altro pezzo di storia del cinema horror, ovvero Halloween di John Carpenter. L’esorcista Il credente arriva a cinquant’anni esatti dall’uscita del film che ha segnato la storia dell’horror e del cinema in generale. Un cult assoluto, che ha dato vita a un franchise, fatto scuola per generazioni, e che terrorizza il pubblico dal 1973.

Ed è proprio cinquant’anni dopo la possessione di Linda Blair che prende avvio la storia qui raccontata e co-sceneggiata dallo stesso David Gordon Green insieme a Peter Sattler. Al centro la vicenda di due ragazzine che, dopo essere misteriosamente scomparse tornano a casa mostrando segni di possessione. Nel cast ci sono Leslie Odom Jr., Lidya Jewett, Ann Dowd, Jennifer Nettles, Norbert Leo Butz, Olivia Marcum ed Ellen Burstyn che riprende il ruolo di Chris MacNeil.

Indice:

La trama – L’esorcista Il credente, la recensione

Victor Fielding (Leslie Odom Jr.) è un padre affettuoso e protettivo che sta crescendo da solo la figlia adolescente Angela (Lidya Jewett) dopo la morte della moglie Sorenne (Tracey Graves) tragicamente scomparsa, quand’era ancora incinta, durante un terremoto ad Haiti. A causa di quanto successo dieci anni prima Victor ha perso completamente la fede. Miranda e Tony (Jennifer Nettles e Norbert Leo Butz) sono i genitori di Katherine (Olivia Marcum), protestanti di confessione battista, e nonostante le differenze tra le famiglie, le due ragazzine sono grandi amiche. I destini dei due nuclei familiari si uniscono quando Angela e Katherine spariscono in un bosco, per tornare dopo tre giorni di ricerche senza sosta senza alcuna memoria di quanto successo loro.

Dopo la brutta avventura le ragazze mostrano segni inquietanti e dolorosi sul corpo e si comportano in maniera razionalmente inspiegabile gettando le famiglie nel panico. Angela, per esempio, ha bruciature sui piedi, tagli sul ventre e sembra sapere cose di cui non può essere a conoscenza. Quando una vicina di casa di Victor suggerisce che le due amiche potrebbero essere possedute non resta che rivolgersi a qualcuno che possa aiutare le famiglie a uscire dall’incubo liberando le ragazze dal Male. Quel qualcuno è Chris MacNeil (Ellen Burstyn).

l'esorcista il credente recensione

Blumhouse Productions, Morgan Creek Entertainment

Un film che parte con il piede giusto ma che finisce per perdere focus e identità

L’esorcista – Il credente prende avvio con un incipit piuttosto convincente, in cui facciamo la conoscenza di Victor e Angela, e che getta le basi per un primo atto solido. David Gordon Green si prende il tempo necessario per costruire l’atmosfera di tensione generata da un evento che è l’incubo di ogni genitore. Dal momento in cui le ragazzine scompaiono seguiamo i tormenti di Victor da una parte e di Miranda e Tony dall’altra in una sorta di struttura parallela. E qui la regia di Green è puntuale nel mettere in luce le differenze tra le due famiglie. Tutto funziona anche quando Angela e Katherine tornano e iniziano a diventare evidenti i segni della possessione: l’atmosfera è quella giusta, col terrore che si insinua gradualmente e in crescendo.

Inoltre Leslie Odom Jr. è artefice di un’ottima prova e, grazie anche a una bella alchimia con Lidya Jewett, lo sfaccettato rapporto padre-figlia tra i due emerge con una certa forza. Va detto che è Victor il vero protagonista di questa storia in cui Green riprende sì il tema della comunità come già fatto nella trilogia di Halloween ma con il personaggio di Odom sempre al centro. Per tutta la prima parte L’Esorcista – Il credente è un horror sulla possessione che fa piuttosto bene il suo lavoro. I problemi sorgono quando il film si ricorda (e ci ricorda) di essere un sequel canonico e, duole dirlo, quando viene introdotto il personaggio di Chris MacNeil. È qui che Il credente comincia ad allontanarsi dal suo focus e ad uscire irrimediabilmente dai binari.

l'esorcista il credente

Blumhouse Productions, Morgan Creek Entertainment

I problemi sorgono quando L’Esorcista Il credente si ricorda di essere un sequel

Sgombriamo subito il campo da ogni possibile dubbio: Ellen Burstyn è ancora una volta splendida nel riportare sullo schermo il personaggio che ha contribuito a renderla un’icona. Ma Chris MacNeil, contrariamente a quanto furbamente lasciato intendere nel trailer, è a malapena presente e il personaggio, con tutta l’eredità che si porta dietro, è colpevolmente sfruttato poco e male. Un mero espediente a fare da trait d’union tra il film originale e il sequel. Dalla seconda metà in poi il film di David Gordon Green smarrisce la strada, arresta bruscamente lo sviluppo dei suoi personaggi, si affossa con una serie di dialoghi al limite dell’accettabile e perde l’identità. Vengono introdotte figure che entrano ed escono di scena senza logica, non vi è alcuna riflessione compiuta sul Male, i buchi di trama e le incongruenze diventano lampanti.

Non vi è traccia della mitologia e della terrificante potenza che ha fatto del film di Friedkin un cult e si arriva all’esorcismo finale di corsa, in maniera totalmente anticlimatica, con buona parte dell’interesse per le sorti delle ragazzine già perso. Ed è un peccato grave, perché la chiave di volta e di lettura – che ovviamente non riveliamo – è interessante ed è in qualche modo apprezzabile anche il tentativo di Green di dare spazio a più rappresentazioni del concetto di fede. Elemento che probabilmente farà rivoltare William Peter Blatty nella tomba, ma che è l’unica idea vera e propria partorita dalla sceneggiatura e che diventa centrale nell’esorcismo. Il problema è che all’atto pratico tutto si traduce in una parabola discendente confusa e priva di tensione, che culmina in un esorcismo collettivo noioso se non addirittura ridicolo che negli intenti vorrebbe omaggiare il film originale ma che, purtroppo, ha più il sapore di una parodia. Fino ad arrivare ad un cameo eccellente volto unicamente a ricordare il marchio in maniera spudorata e privo di un qualsiasi senso profondo.

l'esorcista il credente recensione

Blumhouse Productions, Morgan Creek Entertainment

L'Esorcista - Il credente

Voto - 5

5

Lati positivi

  • La prima parte funziona piuttosto bene
  • Leslie Odom Jr. è artefice di una buona prova, esaltata anche dalla chimica con Lidya Jewett

Lati negativi

  • Dalla seconda metà in poi il film perde focus e identità, fra buchi di trama, dialoghi inconsistenti e un andamento anticlimatico
  • Il personaggio di Chris MacNeil è colpevolmente sfruttato poco e male

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *