Jules, recensione del film premiato alla Festa del Cinema di Roma 2023
Jules: la recensione della commovente commedia vincitrice del premio Ugo Tognazzi al Festival del Cinema di Roma 2023
Presentato alla 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Grand Public, Jules, diretto da Marc Turtletaub, ha vinto il premio “Ugo Tognazzi” per la migliore commedia. Con un cast che vede protagonista Ben Kingsley, affiancato da Harriet Sanson Harris, Jane Curtin, Zoe Winters, Jade Quon, insieme a molti altri, Jules è un’adorabile commedia drammatica sull’amicizia, con degli attori straordinari, un tocco di fantascienza e un finale agrodolce sulla forza emotiva del contatto umano.
Indice
- Trama
- Una commedia dolce, intensa e simpatica
- Eroi atipici sospesi tra ironia e tenerezza
- Quando non servono parole
Trama – Jules recensione
In Pennsylvania una navicella spaziale, simile agli UFO, che si dice siano stati avvistati a decine nell’America degli anni ’70, atterra nel giardino della villa di Milton, anziano vedovo dal carattere docile che conduce una vita tranquilla, così come tutti gli abitanti della cittadina. L’arrivo della navicella sconvolge infatti la cadenzata esistenza di Milton, ancor di più quando oltre alla navicella, l’uomo trova uno strano essere che si trascina dolorante verso casa sua. Dapprima esitante, ma intenerendosi tra paura e sgomento di fronte al piccolo extraterrestre, probabilmente anche lui spaventato, Milton lo accoglie in casa, nutrendolo con mele e acqua, che sembrano essere le uniche cose che l’essere mangi.
Col passare del tempo l’esistenza del piccolo umanoide, ribattezzato Jules, diventa difficile da tenere nascosta. Milton si trova quindi costretto, inizialmente per caso, a rendere noto Jules a Sandy e Joyce, due anziane donne sole che incontra spesso durante le riunioni cittadine, e che si accorgono, dapprima l’una, poi l’altra, che Milton nasconde qualcosa. Sandy, Joyce, Milton e Jules creano così un legame speciale, ma la navicella e lo stesso extraterrestre non potranno rimanere nell’ombra per sempre, anche perché è probabile che il governo sia sulle tracce di entrambi. Quando Jules ripara la navicella ed è forse pronto a ripartire, la sua presenza diventa nota alle autorità che si precipitano a casa di Milton.
Una commedia dolce, intensa e simpatica – Jules recensione
Un sempre straordinario Ben Kingsley è protagonista di questa commedia dolce e divertente, Jules, una favola sull’amicizia e sul tempo che passa. Milton è un uomo solo, anziano, che non ha un rapporto particolarmente stretto con i propri figli e, per quanto sia diverso dalle due donne che lo aiutano a prendersi cura di quella creatura indifesa e silenziosa, condivide con entrambe una serie di abitudini. La loro quotidianità e la loro solitudine, condizione che, con originalità, viene vista come una situazione data dagli eventi, dal caso, forse dall’età, ma che non è sinonimo di sofferenza, si trasforma completamente e insieme i 3 custodiscono un segreto che ora riempie le loro giornate, che li fa diventare capaci di prendersi cura di qualcuno e non il contrario, come lo stesso film presenta all’inizio.
Jules non parla, non dice nulla, eppure i suoi occhi sono così espressivi, così pieni di vita, sensibilità, interesse e curiosità: ognuno di loro con lui si apre, racconta di sé, ritrova quel contatto umano, quella connessione e conoscenza, quella spinta verso il nuovo, l’ignoto, verso qualcosa che va oltre le parole e che è solo interiore.
Jules racconta un rapporto che nasce senza spiegazioni, senza consuetudini e convenzioni: né Sandy né Milton né Joyce sono certi che Jules capisca la loro lingua, eppure nasce un legame, insolito, diverso, ultraterreno, inspiegabile, dato da un’unione, un rapporto che affonda le proprie radici nel sentimento più naturale, spontaneo e autentico.
I tre personaggi rappresentano ognuno una diversa modalità di vivere l’improvvisa presenza di Jules: istinto materno e protezione, prudenza ed emozione, aiuto e calore, vedono nell’extraterrestre il suo essere indifeso, in un mondo sconosciuto, che forse, secondo loro, farebbe meglio a non conoscere mai realmente. Dagli occhi carichi di tenerezza, ognuno dei tre protagonisti è legato a Jules con una naturalezza e una purezza che rendono il film commovente, portatore di emozioni genuine che appaiono sempre più difficili da trovare.
Eroi atipici sospesi tra ironia e tenerezza – Jules recensione
Jules è anche una descrizione dell’anzianità vista da diverse angolazioni e che con il prendersi cura del piccolo extraterrestre si palesa e chiarisce agli stessi personaggi, che ristabiliscono priorità, difficoltà e relazioni interpersonali. Jules è una deliziosa commedia che trasuda dolcezza e capace di toccare il cuore, di coinvolgere e divertire nei momenti comici, che arrivano spesso in maniera repentina sorprendendo, e che emoziona nella tenerezza e semplicità del vincolo affettivo che si instaura, in particolare, tra Milton e Jules.
Il film di Marc Turtletaub è un inno all’amicizia e a quell’interconnessione umana che spesso non si riesce a spiegare e che non ha bisogno di essere definita. Una necessità e una possibilità non ricercata di un qualcosa di avvertibile all’istante. Jules è lieve, tenue e sensibile, un film che ricorda sempre come ognuno abbia il proprio posto nel proprio mondo. Delicato e irresistibile nella sua matrice più comica e in quella più emotivamente trascinante.
Juels è inoltre interpretato da un cast di ottimi attori, dove spicca senza dubbio Ben Kingsley, che sul finale sovraccarica le scene di dramma, amarezza e consapevole malinconia, metafora di una personale sofferenza necessaria al benessere degli altri. Dalla struttura essenziale, lineare, chiara e semplice, Jules si svolge quasi interamente nella casa di Milton e in una cittadina dove ogni giorno sembra uguale a se stesso.
La regia si concentra su dialoghi che raccontano vite, ripresi nella loro lunghezza e interezza e che lo spettatore ascolta con lo stesso coinvolgimento con cui il personaggio di Jules sembra assistere allo scorrere della vita, dei ricordi e della nostalgia di queste tre figure. Personaggi sui generis, a volte stravaganti e che possono apparire eccessivi in alcune reazioni, ma mossi da un altruismo e un affetto che, in questo caso, anche un extraterrestre può percepire. Non c’è alcun tornaconto personale e questo inizialmente lascia interdetti, così come anche la chiarezza dello svolgimento degli eventi e forse di come quella vicenda fuori dal comune si possa concludere.
Quando non servono parole – Jules recensione
I tre personaggi di Milton, Sandy e Joyce sono esattamente come li si vede, genuini e sinceri, spinti da impulsi e sensazioni sempre rivolti verso l’altro, verso, in questo caso, Jules. Ognuno di loro vive questa presenza in base alla propria personalità, mettendo anima e corpo per far sì che Jules stia bene e possa un giorno, forse, tornare a casa; sapendo, più di tutti, che sarebbe la cosa giusta.
Milton, Sandy e Joyce hanno alle spalle un vissuto, una serie di situazioni e sentimenti che li rendono tanto razionali quanto emotivi, tanto lucidi quanto mossi da qualcosa di astratto, che apparirebbe dall’esterno inconsueto e incomprensibile, ma che ha fatto a ognuno di loro riscoprire qualcosa. È il darsi da fare per qualcuno che li ha nuovamente insegnato, senza pretese o coscienza, l’importanza dell’amicizia, dei legami e del potere salvifico dei rapporti interpersonali, di una solitudine accettata, normale, quasi ovvia, ma che non è mai l’unica scelta possibile e alla quale non è mai troppo tardi rimediare.
Jules
Voto - 8
8
Lati positivi
- Jules è una deliziosa commedia che trasuda dolcezza e capace di toccare il cuore, di coinvolgere e divertire nei momenti comici
- Il film di Marc Turtletaub è un inno all'amicizia e a quell'interconnessione umana che spesso non si riesce a spiegare e che non ha bisogno di essere definita
- Jules è lieve, tenue e sensibile, un film che ricorda sempre come ognuno abbia il proprio posto nel proprio mondo
- Personaggi sui generis, a volte stravaganti e che possono apparire eccessivi in alcune reazioni
Lati negativi