Club Zero: recensione del cinico film di Jessica Hausner

Il film di Jessica Hausner con Mia Wasikowska è stato presentato alla 21esima edizione di Alice nella Città alla Festa del Cinema di Roma

Presentato ad Alice nella Città durante la 18ª edizione della Festa del Cinema di Roma, Club Zero (qui il trailer), diretto da Jessica Hausner, con protagonista Mia Wasikowska, è un dramma surreale crudo e feroce, ambientato in una scuola d’élite, dove i giovani protagonisti rimangono vittime di un sistema di plagio ed estrema persuasione, diventandone poi gli artefici. Un percorso di manipolazione a tappe, con pochi ostacoli, e che viene intrapreso con eccessiva serietà.

Indice

Trama – Club Zero, la recensione

Club Zero

Academy Two

Miss Novak è la nuova affascinante insegnante, giovane e dai metodi moderni, che viene assunta da un liceo d’élite. Il corso che tiene e ai quali pochi studenti partecipano è di tipo nutrizionale, per arrivare a un’alimentazione controllata. Gli intenti nobili dei giovanissimi membri del corso vanno da problemi ambientali, climatici o alimentari fino a maggiori punteggi da ottenere per aggiudicarsi borse di studio o voti migliori. Ma l’intento della Novak cosa riguarda realmente? Lezione dopo lezione, richiesta dopo richiesta e compito dopo compito, la Novak sembra suggerire e persuadere a un progressivo digiuno, che diventerà poi totale e prolungato e che li farà sentire meglio, più leggeri, più in pace con se stessi. Tra lo stupore e la preoccupazione di insegnanti e genitori si chiariscono gli obiettivi della Novak, nella speranza che però non riesca a raggiungerli, che per le famiglie non sia ormai troppo tardi per salvare i propri figli.

Il latente rifiuto di vivere – Club Zero, la recensione

Cinico e crudo, Club Zero esplora la complessa tortuosa tematica dell’alimentazione. In una cornice singolare, inedita, spirituale e che sfocia nel plagio, nella creazione di una setta e nel soggiogamento più benigno, mite, pacato e quindi il più infimo. Dall’anoressia alla bulimia, dal disagio interiore più evidente a quello più nascosto, l’alimentazione controllata appare come uno stile di vita più sano, una visione limpida e inconfutabile del male contenuto nel cibo. Ingeriamo sostanze chimiche, alimenti deteriorati, quantità eccessive, pietanze condite, ricche di grassi, e spesso portatrici di malattie. Non è falso ciò che il personaggio di Miss Novak dice, con schiettezza e convinzione, ma l’intento è così paralizzante nella sua indifferente rivelazione, da portare lo spettatore a preferire, forse, che quel discorso iniziale, vero, sentito e condiviso, venga taciuto e mai impresso nella mente di un adolescente vulnerabile. Eppure non si tratta solo di chi è sceso a patti e ha fatto della propria sofferenza una condizione quotidiana, ma di chi scopre nella non necessità del nutrimento, bisogno primario dell’uomo, il proprio punto di forza.

Club Zero 4

Academy Two

Schiavi del cibo e del consumismo sfrenato, incapaci di dominare quegli istinti ancestrali che rendono l’umanità arretrata, immorale e impudica. I giovani membri del corso sull’alimentazione controllata fanno un percorso di purificazione, una tendenza maniacale alla devozione, al culto, alla fede, alla riverenza di un digiuno per il quale sentono un desiderio e una volontà che va oltre ogni cosa. Club Zero è freddo, brutale, un simbolo di insensibilità, assenza, disinteresse. Una mancanza di affetto e calore che deriva da famiglie lontane, troppo presenti, che non chiedono ma comandano, che elogiano ma non capiscono, ma la cui unica vera colpa è quella di trovarsi di fronte a esseri umani trasformati in automi, educati e istruiti a una leggerezza mentale e fisica, a dei corpi che vedono esemplari e perfetti e sono invece la gelida rappresentazione di un male interiore che si sta lentamente impadronendo di loro, distruggendo e danneggiando la propria parte esteriore.

Esanime e spietata manipolazione – Club Zero, la recensione

Club Zero è gelido ed essenziale nella messa in scena così come nei costumi e negli ambienti, mentre negli sguardi che si scambiano protagonisti e personaggi secondari c’è tutto l’implacabile fervore di arrivare alla totale mancanza di nutrimento. È inesorabile, lenta, microscopica, la graduale, costante, continua e sempre maggiore capacità di non mangiare nulla. I piatti diventano regolarmente meno pieni, fino a quando il cibo è indistinguibile, poi solo decorativo, intatto, puramente estetico. Nella variopinta luminosità dei colori che simboleggiano la crescita, la ricerca di sé e l’adolescenza, il giallo, il viola e il verde saltano all’occhio in quelle terribili, angoscianti e spaventose situazioni che rappresentano. Rispetto, venerazione, emozione e liturgia, è questo che traspare dagli occhi dei giovani protagonisti che non tornano mai indietro, che diventano sempre più magri, più esili, più pallidi, più provati da un digiuno che inizia a mostrarne le conseguenze.

Club Zero

Academy Two

Con delle interpretazioni straordinarie, dove spicca magistrale Mia Wasikowska, seguita dai giovani che compongono il corso, in particolare di coloro che seguono la Novak fino all’ultimo, Club Zero è un piccolo capolavoro. Il nuovo film della regista e sceneggiatrice austriaca è spiazzante e impressionante, lascia increduli, esterrefatti, pietrificati di fronte a quelle fasi che, una dopo l’altra, portano a un rifiuto, ma mai a un odio: il cibo non ha alcun valore né gusto per i protagonisti, potrebbe essere composto da qualsiasi alimento e qualsiasi sostanza. Mangiare appesantisce le proprie anime, le proprie menti e il mondo che li circonda. Il digiuno permette loro di capire il senso della vita, ciò che li rende uguali, simili, diversi, superiori; ciò che li permette di librarsi nell’aria, leggeri, evanescenti, incorporei, capaci di raggiungere una dimensione ultraterrena e inconcepibile per chiunque non comprenda a pieno l’orrore del cibo. Una colonna sonora costituita da percussioni, canti rituali e suoni da meditazione è raggelante nella rappresentazione di ragazzi che si perdono, che appaiono prima salvabili, poi senza speranza, irrimediabilmente persi, componenti, seguaci, discepoli del Club Zero.

Club Zero

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Una tematica poco trattata e indagata in una cornice originale e d'impatto
  • Recitazione e regia impeccabili

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *