Aquaman e il regno perduto, la recensione del nuovo film di James Wan che chiude il DCEU
A cinque anni di distanza dal primo film arriva al cinema Aquaman e il regno perduto, film che chiude il DCEU e il percorso cinematografico dell'Arthur Curry di Jason Momoa
Arriva al cinema da mercoledì 20 dicembre Aquaman e il regno perduto, quindicesimo e ultimo capitolo del DC Extended Universe, diventato DCU sotto la guida di James Gunn e Peter Safran. James Wan torna dietro la macchina da presa per dirigere il secondo film dedicato al supereroe DC dopo Aquaman del 2018 e Jason Momoa torna a vestire i panni di Arthur Curry, aka il Re di Atlantide. Molto probabilmente per l’ultima volta. Sono ormai mesi che circola voce che Aquaman 2 sarà l’ultimo film in cui vedremo Momoa alle prese con questo ruolo già portato sul grande schermo con passione in cinque film del DCEU. Una voce confermata negli ultimi giorni dallo stesso attore, che ha dichiarato nel corso di un’intervista con Entertainment Tonight che il futuro «non è dei più rosei». Molto potrà dipendere dalla performance al botteghino di Aquaman e il regno perduto, sequel del miglior incasso all’interno del DCEU, e non è un segreto che Momoa adori questo personaggio e che speri che il futuro nel DCU possa ancora riservargli un posto. Ma molto più probabilmente Aquaman 2 segnerà la chiusura del percorso di questo personaggio e il film di James Wan, nel bene e nel male, ha proprio il sapore di un saluto.
Accanto a Jason Momoa tornano anche Patrick Wilson (Orm), Amber Heard (Mera), Yahya Abdul-Mateen II (Black Manta), Temuera Morrison (Thomas Curry), Nicole Kidman (Atlanna) e Dolph Lundgren (Nereus). Nel primo film, dopo lo scontro vittorioso con Orm, avevamo lasciato Aquaman come Re di Atlantide e, nella scena post-credit, avevamo visto Black Manta ancora vivo e recuperato dal dottor Stephen Shin, uno scienziato con il sogno di ritrovare quel luogo mitologico. In questo sequel Black Manta torna più agguerrito che mai, col solo proposito di eliminare il Re di Atlantide vendicando una volta per tutte la morte di suo padre.
Indice:
- Un buddy movie familiare sull’importanza dei rapporti umani con un forte messaggio ambientalista
- Una chiusura un po’ troppo frettolosa, che non sposta gli equilibri ma intrattiene quanto basta
Un buddy movie familiare sull’importanza dei rapporti umani con un forte messaggio ambientalista – Aquaman e il regno perduto, la recensione
La trama di Aquaman e il regno perduto ruota sì attorno al desiderio di vendetta di Black Manta e al piano che il personaggio interpretato da Yahya Abdul-Mateen II mette in atto per eliminare il Re di Atlantide e distruggere il suo regno, ma il film è prima di tutto un buddy movie familiare sull’importanza dei rapporti umani nei percorsi di crescita personale. Ritroviamo il nostro Aquaman alle prese con tutta una serie di doveri da regnante che gli stanno un po’ stretti e con le gioie della paternità. È sempre stato un ribelle e anche qui la caratterizzazione del personaggio è portata avanti in maniera un po’ semplicistica ma piuttosto efficace. Dal matrimonio con la principessa Mera è nato il piccolo Arthur Junior, che ha ereditato da papà il potere di comunicare coi pesci e che Aquaman si gode con spensieratezza. Ma la serenità familiare è presto interrotta dalla minaccia rappresentata di Black Manta che preso dalla foga di regolare i conti con Aquaman, e in possesso di un’arma mitologica che conferisce a chi la possiede malefici e straordinari poteri, scatena un pandemonio che rischia di mettere in pericolo non solo il regno di Atlantide ma anche l’intero ecosistema terrestre e subacqueo.
E qui è veicolato un forte messaggio ambientalista, che sottolinea l’importanza di portare avanti una linea comune di collaborazione tra popoli per un obiettivo comune che vada oltre il proprio orizzonte. Per proteggere il suo regno, scongiurare una potenziale catastrofe planetaria e tutelare il suo piccolo e promettente erede, ad Aquaman non resta che ricorrere alla più improbabile delle alleanze possibili. Ed è così che ritroviamo l’Orm di Patrick Wilson, finito prigioniero dopo gli eventi del primo film e più che riluttante all’idea di tendere la mano al fratello. Ma non è tutto, Arthur dovrà vedersela anche con l’opposizione politica di Karshon, che qui non è più lo squalo mutante dei fumetti, ma un membro dell’Alto Consiglio che rappresenta un ostacolo politico non da poco per il re di Atlantide.
Una chiusura un po’ troppo frettolosa, che non sposta gli equilibri ma intrattiene quanto basta – Aquaman e il regno perduto, la recensione
Con Aquaman e il regno perduto il sipario sul DC Extended Universe pre James Gunn cala in maniera solo a tratti soddisfacente. Detto in altre parole, siamo di fronte a un film che non aggiunge nulla di sostanziale e che si limita ad ampliare (e chiudere) l’orizzonte del primo Aquaman andando un po’ più a fondo tra le dinamiche dei personaggi e mettendone al centro le relazioni. Non tutto funziona, ma l’evoluzione del rapporto tra Aquaman e Orm si segue volentieri, tra scambi divertenti e una bella alchimia tra i due attori protagonisti. Aquaman 2, pur funzionando nel suo essere una sorta di viaggio dell’eroe di stampo classico con un messaggio veicolato chiaramente e che ruota attorno alla necessità di unirsi e lottare insieme per migliorarsi e raggiungere qualunque obiettivo, rappresenta una chiusura un po’ frettolosa. Non tutti gli intenti si traducono in uno sviluppo davvero convincente, vuoi per alcune dinamiche esplorate in maniera troppo superficiale, vuoi per l’eccessiva velocità con cui sono affrontati certi passaggi della storia.
Si corre un po’ troppo (e troppo spesso) e il fiato corto non giova all’impatto dei personaggi. Questo non vale tanto per l’Arthur di Momoa e l’Orm di Wilson – che di sola chimica e talento riescono a mettere una grossa pezza ai difetti di sceneggiatura – quanto piuttosto per Atlanna, Mera o per il Black Manta di Yahya Abdul-Mateen II. Black Manta è un villain classico, dalle motivazioni personali e profondamente umane, esplorate quel tanto che basta per far progredire la storia. E per tirare le fila dell’arco narrativo impostato nel primo film. Tra i vari reshooting, le vicende giudiziarie di Amber Heard, le ondate di odio nei confronti dell’attrice, le mille polemiche e i ritardi, Aquaman e il regno perduto non è mai stato benedetto da una sorte propizia. Ma al di là di tutto quello che va a costituire un contorno (seppur importante), quello di James Wan è un film che chiude un cammino portando in scena un’avventura ricca di sequenze d’azione piuttosto spettacolari, senza osare troppo ma restando in una comfort zone familiare che intrattiene quanto basta ma che non riesce ad essere davvero incisiva. Dal 20 dicembre al cinema (qui il trailer).
Aquaman e il regno perduto
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Un buddy movie familiare onestissimo e ricco di azione che intrattiene e chiude in maniera adeguata il percorso dell'Aquaman di Jason Momoa
- L'alchimia tra Jason Momoa e Patrick Wilson è senza dubbio il punto di forza maggiore del film di James Wan
Lati negativi
- Discontinuità di ritmo, con passaggi troppo frettolosi
- Alcune dinamiche tra i personaggi sono esplorate in maniera un po' troppo superficiale