Succede anche nelle migliori famiglie: la recensione del film di Alessandro Siani
Dal 1° gennaio al cinema, Succede anche nelle migliori famiglie è il settimo film da regista di Alessandro Siani: la nostra recensione
Con Succede anche nelle migliori famiglie, al cinema dal 1° gennaio, Alessandro Siani firma la sua settima regia. Siani, il cui esordio dietro la macchina da presa risale al 2013 con Il principe abusivo, porta avanti un’istanza di rinnovamento del suo linguaggio già abbozzata con Tramite amicizia e con la sua ultima fatica, scritta a quattro mani insieme a Fabio Bonifacci, porta in scena una commedia pura. È lo stesso regista a dichiararlo a chiare lettere, parlando di Succede anche nelle migliori famiglie come di un film che va dritto alla battuta, con una storia semplice e un ritmo serrato, accattivante per chi l’intrattenimento lo cerca mordi e fuggi (il film dura 77 minuti) e pensato per un pubblico, quello delle famiglie, che al cinema ci va poco. Commedia assoluta dunque, vicina alla slapstick, con gag che si susseguono una dopo l’altra e il focus, corale, sulla famiglia.
Se la commedia, quella pura che in Italia ha una lunga tradizione, ha vissuto momenti migliori, è apprezzabile l’intento di Siani di portare sullo schermo un film che faccia “solo” ridere. E fare solo ridere non è facile: servono idee, una scrittura efficace e interpreti solidi cui affidare un canovaccio affinché prenda vita in un film che funzioni. Alessandro Siani è nel giro da più di vent’anni, Fabio Bonifacci ha scritto decine di commedie e il cast di Succede anche nelle migliori famiglie comprende, oltre allo stesso Siani, attori del calibro di Cristiana Capotondi, Antonio Catania, Anna Galiena, Sergio Friscia e Dino Abbrescia. Siani si allontana dalle safe zone di uno stile caratterizzato da una certa aura favolistica per avvicinarsi alla declinazione più assoluta del genere, provando a rilanciarsi con irriverenza e con un linguaggio comico che catturi il pubblico. Il risultato, però, è alquanto deludente, in assoluto e anche in confronto con un’altra commedia per le feste, Come può uno scoglio di Gennaro Nunziante, che partendo dallo stesso presupposto porta a casa l’obiettivo con una certa dignità.
Indice:
- Questo matrimonio non s’ha da fare
- Il problema di Succede anche nelle migliori famiglie non è la storia ma il suo il sviluppo
- La commedia di Siani si affossa nella rincorsa alla battuta senza riuscire a far ridere
Questo matrimonio non s’ha da fare – Succede anche nelle migliori famiglie, la recensione
Davide è la pecora nera della famiglia Di Rienzo. Laureato in medicina per il rotto della cuffia, ha abbandonato il camice per dedicarsi al volontariato e conduce una vita normalissima molto lontana da quella dell’illustre padre chirurgo, Raniero, e dei sui impeccabili fratelli, la psicologa Isabella e l’avvocato Renzo. Quando suo padre muore, torna nella villa di famiglia in Sicilia insieme ai suoi fratelli per stare vicino alla madre Lina e partecipare ai funerali. Inizialmente inconsolabile, Lina ritrova in poco tempo un entusiasmo travolgente e i fratelli Di Rienzo scoprono presto che la ragione della gioia della madre risiede nell’aver trovato un nuovo amore: Angelo. Non solo, Lina annuncia ai figli di avere intenzione di risposarsi immediatamente.
Angelo è quanto di più lontano possa esistere dal defunto Raniero, uomo tutto d’un pezzo, e i tre sono preoccupatissimi e ben decisi a impedire l’imminente matrimonio. Quando arriva il giorno delle nozze Davide, Isabella e Renzo hanno un piano che va puntualmente in fumo a causa di un imprevisto che colpisce Angelo. È l’inizio di una serie di equivoci e peripezie che, proprio come succede anche nelle migliori famiglie, sconvolgeranno l’equilibrio dei Di Rienzo, con tutta una serie di segreti scottanti pronti a essere rivelati. Che la chiave per ritrovare la serenità sia proprio il tanto bistrattato Davide?
Il problema di Succede anche nelle migliori famiglie non è la storia ma il suo sviluppo
Come appare subito chiaro leggendo la trama, la storia è delle più classiche: Succede anche nelle migliori famiglia è una commedia degli equivoci in cui un evento tragicomico e catastrofico svela il fianco scoperto delle ipocrisia di un nucleo apparentemente perfetto, smaschera conflitti e ribalta ruoli. L’originalità è scopo difficilissimo, ma non impossibile, ma pure il più esile degli spunti, nelle mani di un regista con una visione e un’idea può dar vita a un buon film. Il problema nel film di Siani non è la storia, ma il modo in cui viene sviluppata. L’idea – il guizzo, se vogliamo – manca completamente così come manca una direzione e, quel che è peggio, le gag non funzionano (quasi) mai. Si sorride a denti strettissimi in un film dove gli sketch si susseguono senza soluzione di continuità in una storia che gira a vuoto, soprattutto nella parte centrale.
Alessandro Siani sposta il focus da se stesso per cercare di fare un film corale in cui ciascun personaggio dovrebbe avere pari peso e importanza. Ma senza una direzione da seguire e senza un’amalgama convincente tra i personaggi e le linee narrative il risultato è un film in cui tutti sono fuori fuoco e lo sviluppo è sciatto. I tre fratelli Di Rienzo non hanno alcuno spessore e la scrittura lascia colpevolmente indietro soprattutto i personaggi di Capotondi e Abbrescia, protagonisti di gag in cui nessuno sembra avere contezza dell’esistenza dei tempi comici e tratteggiati pigramente negli ultimissimi minuti. Non va meglio per il Davide di Siani, un personaggio che sulla carta rientra perfettamente nelle corde del suo interprete ma che non impatta mai in maniera decisiva. Si salva Antonio Catania: nel suo Angelo si intuisce un potenziale, che però viene soffocato e mai adeguatamente valorizzato.
La commedia di Siani si affossa nella rincorsa alla battuta senza riuscire a far ridere
Succede anche nelle migliori famiglie (qui il trailer) finisce per rimanere invischiato in quello che era lo scopo principale del suo regista. Nella foga di far ridere a tutti i costi, la commedia di Siani si affossa nella rincorsa alla battuta, nella giustapposizione di gag slapstick che sanno di superato e in un deludente utilizzo dell’espediente dell’esagerazione comica. Il fatto che sul finale, dopo un’ora passata senza curarsi più di tanto dello sviluppo vero (e significativo) di storia e personaggi, si tenti la zampata con un messaggio edificante da buon family movie è ancor più sconfortante.
Un vero peccato, perché se l’intento di uscire dalla comfort zone è da premiare e nel suo settimo film si avverte il desiderio di Siani di allontanarsi dai suoi schemi consueti, un risultato così poco incisivo lascia un amaro in bocca che fatica ad andarsene. Si avverte forte e chiara una pigrizia nel racconto che diventa ancor più frustrante paragonata all’apprezzabile cura della messa in scena, soprattutto all’attenta fotografia di Tani Canevari in grado di rendere al meglio la bellezza dei paesaggi siciliani. Succede anche nelle migliori famiglie scivola impalpabile sullo spettatore che alla fine del film, piuttosto che riflettere su quanto appena visto, si ritrova a domandarsi insistentemente per quale strano motivo il font del “The End” è uguale a quello delle commedie di Woody Allen.
Succede anche nelle migliori famiglie
Voto - 4
4
Lati positivi
- Una messa in scena curata dal punto di vista estetico, con una buona fotografia
Lati negativi
- Una commedia priva di mordente, poco incisiva, con gag che sanno di vecchio e (ancor peggio) non fanno ridere
- Tutti i personaggi sono fuori fuoco e privi di un qualsivoglia sviluppo