La casa del padre: recensione del thriller con Daisy Ridley
La nostra recensione di La casa del padre, il thriller poco convincente con Ben Mendelsohn e Daisy Ridley.
Tratto dal bestseller di Karen Dionne, La casa del padre, con nel cast Daisy Ridley e Ben Mendelsohn, arriva su Sky l’8 gennaio 2023. Un thriller psicologico, con qualche elemento del cinema action che però si perde nello sviluppo di una storia che, nonostante sia qualcosa di già visto, poteva funzionare. La casa del padre è diretto da Neil Burger, già autore di The Illusionist, Limitless, Divergent, insieme a molti altri, oltre che di 6 episodi della serie Showtime Billions.
Indice
Trama – La casa del padre recensione
Helena vive con la madre e il padre Jacob nelle profondità della foresta: sa seguire orme e impronte degli animali, sta imparando a cacciare e a muoversi con abilità nella natura selvaggia e vive cercando l’ammirazione di suo padre. Sua madre è invece sempre schiva e spaventata dalla presenza dell’uomo, situazione che Helena non capisce e non fa altro che turbarla. Un giorno, Helena vede per la prima volta una persona diversa vicino al loro territorio, che chiede informazioni alla madre essendosi persa. La donna, prendendo Helena con sé ruba il veicolo dell’uomo e scappa via, mentre Helena cerca in tutti i modi di rimanere lì, quando improvvisamente compare Jacob.
Anni dopo Helena vive una vita quasi idilliaca con un marito e una figlia che adora in una casa immersa nel verde. Increspature e ricordi dolorosi la travolgono di tanto in tanto, ma la situazione precipita quando Jacob torna improvvisamente nella sua vita. Sono passati molti anni da quando Helena ha dovuto affrontare la realtà, la vera identità di suo padre e la storia di sua madre, un qualcosa che inoltre non ha mai rivelato alla sua famiglia. Il suo segreto viene scoperto, il marito Stephen e Marigold devono fare i conti con un oscuro passato che mette in pericolo anche loro e Jacob, agendo nell’ombra, cerca di riprendere il controllo della vita di Helena.
L’ottima sequenza d’apertura – La casa del padre recensione
La casa del padre compie un inganno sull’incipit e che, a differenza di ciò che si rivela poi il film, funziona alla perfezione. È chiaro che Helena, vivendo da sempre immersa nella natura, non ha idea del mondo fuori, lontano da quella casa nel bosco che è tutto il suo mondo. Ancora troppo piccola per rendersi conto che suo padre e suo madre condividono un segreto del quale è all’oscuro, è pronta a tutto pur di trovare l’approvazione di Jacob, severo ma affettuoso e interessato a renderla capace di sopravvivere da sola.
Ma quando l’indole più aggressiva e violenta del padre viene rivelata e la madre scappa via da quella fitta foresta, tutto il mondo di Helena cambia e si scopre cosa sia effettivamente accaduto. Una serie di sequenze molto intense, con un buon intreccio mistery e con un colpo di scena che stupisce e cattura maggiormente l’attenzione.
Oltre alla presenza di un grande attore come Ben Mendelsohn, anche l’interpretazione della giovane Brooklynn Price, nei panni della piccola Helena, aumenta la riuscita di quei momenti che alternano suspence e caratterizzano i personaggi, rendendo così verosimile la realtà che si nasconde dietro quella vita lontana da tutto e tutti.
Anche la reazione che questo improvviso allontanamento causa nell’animo della giovane Helena è drammatico al punto giusto e ben rappresentato sia per la recitazione che per la scelta dello svolgimento, che non si perde in dialoghi didascalici e procede con ritmo preparando quelle che saranno le emozioni di una Daisy adulta che ha molto da perdere. Da questo interessante incipit il film inizia poi a perdersi e a operare una serie di forzature che stridono sia con il genere che con i presupposti della trama.
Un film immobile e monotono – La casa del padre recensione
A non convincere e a rendere quindi anche inesorabilmente lento La casa del padre è il personaggio principale della Helena adulta, che neanche la star di Star Wars, Daisy Ridley, riesce a salvare da una costruzione approssimativa. Non si riesce a empatizzare con questa donna che ha nel suo passato una serie di traumi che sarebbe stato opportuno, appassionante e stimolante, approfondire maggiormente.
Le scoperte che da quasi adolescente ha dovuto sopportare e comprendere davano un’infinità di possibili evoluzioni e basi per definire una personalità complessa, consistente e credibile. La protagonista Helena sembra invece lasciarsi scivolare addosso tutto ciò che accade, pronta a dire la verità solo quando questa è ormai di dominio pubblico, inoltre la protagonista appare poco provata da un passato difficile, avendo trovato da ormai adulta la sua dimensione.
Ad aumentare il poco coinvolgimento dato da personaggi che non convincono, a parte forse la figura di Clark, poliziotto che in passato ha aiutato Helena e sua madre, c’è anche l’assenza di tensione e reale suspence, che, salvo una scena, sono già viste, appaiono ridondanti e non sorprendono in primis la protagonista, e neanche lo spettatore, ormai abituato a tutto ciò. Oltre quindi a non aggiungere nulla di nuovo a un genere ampiamente trattato, non funziona neanche con quella struttura e quella matrice ormai estremamente popolare e nota da realizzare.
Punto di forza il villain di Ben Mendelsohn e la parte iniziale, che si cerca di riprendere verso la fine, nei confronti di un rapporto che intrigava e che avrebbe potuto dare alla pellicola l’originalità che invece le manca totalmente. La casa del padre è un prodotto che, nonostante dei buoni attori, a parte la scena iniziale, è veramente difficile da riuscire a guardare fino all’ultimo.
La casa del padre
Voto - 5
5
Lati positivi
- Buone premesse esposte nella sequenza iniziale
Lati negativi
- Personaggi poco caratterizzati
- Assenza di pathos e tensione