Chi era Griselda Blanco? La vera storia della Madrina della serie Netflix con Sofia Vergara
La vera storia della Madrina Griselda Blanco che ha ispirato la serie Netflix con Sofia Vergara
Passata alla storia come la Madrina, la Vedova Nera, la Dama de la Mafia, nonché come l’unica donna in grado di far paura a Pablo Escobar, Griselda Blanco è stata una dei criminali più spietati e temuti di sempre. Responsabile di centinaia di omicidi tra gli anni Settanta e Ottanta, ha creato uno dei cartelli della droga più grandi e redditizi della storia. Il team creativo dietro Narcos e Narcos: Mexico ha voluto raccontare la sua incredibile storia vera in una miniserie in sei episodi che ha debuttato su Netflix lo scorso giovedì 25 gennaio. Con protagonista Sofia Vergara, la miniserie racconta, in maniera romanzata, l’ascesa e la caduta di Griselda Blanco nella Miami a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, in un mondo dominato dagli uomini, con un’attenzione particolare al percorso di una donna ambiziosa e senza scrupoli, determinata a farsi strada ad ogni costo.
Quello di Blanco è un personaggio molto complesso e gli showrunner hanno voluto raccontarne anche il lato umano. Come dichiarato da Eric Newman alla BBC «è stato importante umanizzare questo personaggio, perché ogni persona ha una spiegazione per le sue azioni, non una giustificazione, ma come madre sola in fuga da una relazione abusiva a volta ci si può identificare». Ma chi era Griselda Blanco e qual è la sua storia vera?
La storia vera di Griselda Blanco
Griselda Blanco Restrepo nasce a Cartagena, in un quartiere poverissimo, nel febbraio del 1943. A undici anni si trasferisce a Medellín dove, secondo quarto riporta BBC, già a quell’età inizia la sua attività criminale con il rapimento e l’omicidio di un ragazzino, ucciso perché la famiglia non voleva pagare il riscatto. Figlia di un padre assente e di una madre con problemi di alcolismo, inizia a prostituirsi quando è a malapena un’adolescente e all’età di 13 anni conosce Carlos Trujillo, un falsario col quale a metà degli anni Sessanta si trasferisce illegalmente a New York per vendere marijuana. I due si sposano e quando Griselda ha 21 anni ha già tre figli: Dixon, Osvaldo e Uber. Quando sia gli affari che la relazione prendono una brutta piega, Griselda ordina l’omicidio di Trujillo e alla fine degli anni Sessanta, insieme ad Alberto Bravo, che diventerà il suo secondo marito, inizia a trafficare cocaina nel Queens, a New York. Blanco e Bravo sfruttano l’attività di esportazione di vestiti di quest’ultimo per introdurre la sostanza dalla Colombia negli Stati Uniti, nascondendola nei reggiseni.
La coppia fa profitti enormi, grazie a importanti connessioni in Colombia e a una rete di spacciatori messa in piedi grazie all’aiuto del Cartello di Medellín gestito dall’amico d’infanzia di Blanco Pablo Escobar. Tornata in Colombia, all’età di 32 anni, uccide Alberto Bravo, accusato di aver rubato milioni provenienti dai loro traffici. Alla fine degli anni Settanta scappa a Miami con i suoi tre figli e inizia a gettare le basi dell’impero del narcotraffico per cui è diventata nota. Nel 1978 conosce Dario Sepulveda, che diventerà il suo terzo marito e dal quale avrà un figlio, che chiama Michael Corleone, come tributo al personaggio de Il padrino. Gli affari prosperano, ma non si costruisce un impero del genere, accaparrandosi l’intero mercato della droga di Miami, senza sporcarsi le mani di sangue. Blanco elimina i suoi rivali uno a uno, coadiuvata dal suo sicario Jorge Rivi Ayala, uccidendo chiunque si mettesse contro di lei. Dai clienti che si rifiutavano di pagare ai fornitori che lei non voleva pagare, perfino chi si limitava a guardarla storto. Nel 1983 fa uccidere anche il terzo marito, che era fuggito in Colombia portando con sé Michael. Nel 1984 Blanco lascia Miami per la California con le forze dell’ordine alle calcagna e nel 1985 l’agente della DEA Bob Palombo la arresta dopo una caccia durata un decennio.
La condanna e la morte di Griselda Blanco
Viene condannata a sei anni di carcere e nel 1994 viene accusata di essere la mandante di tre omicidi, incluso quello del piccolo Johnny Castro, figlio di Jesus Chucho Castro che, come si vede nella serie Netflix, era il vero obiettivo dell’attentato ordito da Blanco e portato a termine da Ayala. Griselda Blanco viene condannata a scontare una pena di vent’anni di carcere. Nel 2004 viene rilasciata e deportata in Colombia dove, nel 2012, muore per mano di un sicario che la uccide, sparando da una motocicletta, mentre si trovava fuori da un negozio di macelleria a Medellín. I tre figli maggiori di Griselda Blanco, diventati a loro volta trafficanti di droga come la madre, vengono uccisi prima di lei, in circostanze che nessuno conosce esattamente. Michael Corleone, il più giovane, è ancora vivo e, come riporta Collider, è stato a sua volta nel business della droga. Griselda è su Netflix: trovate qui la nostra recensione e qui il trailer.