A quiet place – Recensione
Prima regola: non fare mai rumore
Il silenzio è l’unico modo per sopravvivere da quando la Terra è stata invasa da creature mostruose dotate di un udito evoluto. A quiet place, il nuovo horror diretto e interpretato da John Krasinski con Emily Blunt, Millicent Simmonds e Noah Jupe, si svolge in uno scenario post-apocalittico di un futuro prossimo, ma indefinito. Gran parte della razza umana è stata sterminata. Le regole del gioco sono semplici, se non fai rumore sopravvivi. Le più comuni attività del vivere quotidiano devono svolgersi in silenzio, pena la morte. A quiet place porta in sala la paura… ma anche l’amore.
A quiet place – Recensione
Trama
La razza umana è stata quasi completamente sterminata da creature letali e mostruose. Non avendo occhi hanno sviluppato un udito sopraffino che gli permette di cacciare le loro prede percependo i rumori. A quiet place ruota attorno alla famiglia degli Abbott: padre, madre, tre figli e una gravidanza quasi a termine. Sono tra i pochi sopravvissuti e vivono isolati in una grande fattoria nei pressi di un bosco. Regan, la figlia maggiore, è sordomuta dalla nascita. L’unico modo che hanno per rimanere vivi è non fare rumore.
Parlare, mangiare, giocare tutto deve essere fatto silenziosamente. Il linguaggio dei gesti, utilizzato già da tempo per l’handicap della bambina, permette alla famiglia di comunicare in silenzio e quindi di rimanere vivi. Ma qualcosa inizierà ad andare storto… Cosa accadrà inoltre al termine della gravidanza quando verrà alla luce una nuova vita? Come impedirgli di non piangere per non fare rumore? La caccia all’uomo è solo all’inizio..
Analisi del film
Il silenzio è il vero protagonista di A quiet place, un film con pochissime battute, recitato prevalentemente con gesti, espressioni e tanta azione. La paura è costruita grazie a una tensione crescente, una sorta di climax ascendente che culmina con la fine della gravidanza: la nascita di una nuova vita minacciata dalla morte. Come può un neonato non fare rumore?
La vita degli Abbott si svolge in un silenzio cimiteriale; la colonna sonora diventa la voce narrante di tutta la storia. Solo piccoli rumori non percepibili dalle creature sono ammessi. Ma ecco improvvisamente un movimento maldestro, qualcosa viene urtato e cade, si rompe, fa rumore… segue un silenzio assordante… la paura sui volti… poi un rumore infernale… ecco che qualcosa si avvicina…
“Regola 1 Non fare mai rumore”
Le creature mostruose vengono mostrate raramente e con pochi dettagli per volta, per accrescere il mistero e la paura. A quiet place è per certi versi un horror con una logica inversa perché siamo in grado di capire quello che sta per accadere. Il punto di vista dello spettatore è sul medesimo piano di quello dei protagonisti: vediamo, sentiamo e percepiamo le stesse cose. Se tutto avviene in silenzio sappiamo di essere al sicuro, ma se viene fatto un rumore siamo pronti al peggio.
Grazie a questo espediente narrativo ci sentiamo coinvolti nella storia; abbiamo la stessa prospettiva degli Abbott, soprattutto in quelle scene dove è protagonista Regan, la bambina sordomuta dalla nascita, costretta da sempre a vivere in una prigione di silenzio; l’audio scompare, non ci sono nè rumori nè colonna sonora, solo qualche suono ovattato e distorto, probabilmente acufeni. Lo spettatore in questo modo percepisce la realtà come la bambina e si cala nel suo isolamento sensoriale.
“Regola 2 Resta sempre sul sentiero”
A quiet place non è solo un horror. E’ anche la storia di una famiglia unita, che si ama e che, nonostante la catastrofe in cui è caduto il mondo, trova la forza di sopravvivere e generare nuova vita. Il film inaspettatamente è anche molto commovente. Amore, tensione, tristezza e paura si miscelano alla perfezione nella pellicola di Krasinski. Tutte le varie emozioni e sentimenti sono legati insieme dal rosso, la nota cromatica dominante del film: è il colore del sangue, della paura, ma anche del calore, dell’amore.
“Regola 3 Rosso significa scappa”
Quello che convince meno sono alcune dinamiche trattate in maniera troppo semplicistica e approssimativa. Inoltre non abbiamo molto gradito la presenza dei soliti Jump Scare. Sinceramente ci aspettavamo (ed esigevamo) un modo più originale e ricercato per tentare di spaventare il pubblico, basato magari sulla tensione.
Conclusioni
A quiet place è un ottimo tentativo di regalare al cinema un qualcosa di diverso e ricercato. Consigliato a chi quantomeno “tollera un minimo“ il genere horror, sebbene ci sia anche dell’altro, molto altro… 90 minuti che valgono assolutamente il prezzo del biglietto.
Ecco il trailer del film. Buona visione.
8 - 8
8
The Good
- un silenzio spettrale
- regia e sceneggiatura
- recitazione
- emozioni contrastanti
The Bad
- banali jumps scare
- alcune dinamiche trattate in maniera approssimativa