Il problema dei 3 corpi: la recensione della nuova serie sci-fi di Netflix
L'ambizioso adattamento del primo romanzo della trilogia fantascientifica 'Memoria del passato della Terra', firmato dagli sceneggiatori di Game of Thrones, è l'emblema di un nuovo modo di intendere e raccontare la fantascienza seriale
Dal 21 marzo è disponibile su Netflix la nuova serie sci-fi Il problema dei 3 corpi, tratta dalla trilogia di culto dello scrittore cinese Liu Cixin “Memoria del passato della Terra”. Un progetto ambizioso, adattato per il piccolo schermo dagli showrunners di Game of Thrones David Benioff e D. B. Weiss (assieme all’Alexander Woo di True Blood), che porta la così detta hard science fiction (la fantascienza ricca di termini e teorie scientifiche) in un prodotto per il grande pubblico, dettando nuove regole per un intero genere.
Una vera e propria sfida, sia produttiva (il costo di ognuno degli otto episodi si aggira attorno ai 20 milioni di dollari) che artistica, capace di mantenere intatto, nonostante una trasposizione non sempre fedele, lo spirito e il cuore dell’opera originale, la sua complessità tecnica e concettuale, il suo gusto per l’intreccio e per una dimensione corale carica di umanità. Un nuovo modo di concepire e raccontare la fantascienza seriale che sicuramente non passerà inosservato.
Indice:
Trama – Il problema dei 3 corpi recensione
“Science is broken”. La comunità scientifica è nel caos dopo che gli acceleratori di particelle di tutto il mondo hanno cominciato a dare risultati non conformi a nessuna legge della fisica e alcuni suoi membri sono stati coinvolti in una misteriosa catena di suicidi. Tra di loro c’è anche la professoressa Vera Yee, figlia di Ye Wenjie (Rosalind Chao), astrofisica cinese coinvolta negli anni sessanta in un progetto top secret nato per comunicare con altre forme di vita intelligenti. Ma agli ex studenti e collaboratori di Vera (i così detti Cinque di Oxford) la storia del suicidio non torna.
Come se non bastasse, una di loro, l’esperta di biotecnologie Auggie (Eiza Gonzales), comincia a vedere, come impresso sulla retina, uno strano conto alla rovescia, lo stesso che si dice abbiano visto tutti gli altri scienziati prima di morire. Le stranezze aumentano quando altri due membri del gruppo, la fisica Jin Cheng (Jess Hong) e l’imprenditore Jack Rooney (John Bradley), cominciano a giocare a uno strano videogioco immersivo, una simulazione in realtà virtuale incentrata sul salvare un sistema planetario costituito da tre soli (e, quindi, condannato all’instabilità). Ma da dove viene quella tecnologia all’avanguardia? E quel pianeta sull’orlo costante dell’apocalisse è solo frutto di finzione o esiste davvero?
La scienza prima di tutto
Il paradosso di Fermi, le dimensioni superiori, il multiverso e, ovviamente, i sistemi stellari a tre corpi. Difficile trovare un’altra serie Netflix in cui la scienza giochi un ruolo tanto fondamentale come ne Il problema dei 3 corpi. Questo non solo perché quasi tutti i suoi protagonisti vengono da quel mondo, ma perché sono proprio la fisica e la matematica, la biologia e l’ingegneria a farsi motore stesso del racconto, materia viva di una storia fatta per essere il più possibile plausibile. Anche quando finisce per parlare di alieni, ibernazione e tecnologie multidimensionali.
Merito certamente dell’omonimo romanzo di Liu Cixin, primo capitolo della saga di hard science fiction “Memoria del passato della Terra” da cui la serie è tratta, ma anche di un lavoro d’adattamento tutt’altro che semplice o prevedibile. È un progetto ambizioso, del resto, quello degli sceneggiatori Benioff e Weiss. Un adattamento che arriva dopo quello altrettanto impegnativo di Game of Thrones e che solo apparentemente sembra essergli lontano anni luce.
Un’opera complessa, corale e umanista
Perché, in realtà, ne Il problema dei 3 corpi, torna il senso stesso del racconto tipico dei due showrunners statunitensi – dalla dimensione corale all’importanza data ad affetti e sentimenti – unito, questa volta, a una storia sci-fi dall’ampio respiro, attenta tanto a una trama intricata e ricca di colpi di scena quanto a interrogativi esistenziali tutt’altro che banali.
Quanto è forte il nostro senso di appartenenza (ma anche di lealtà) a una specie? È davvero possibile preoccuparsi per qualcosa destinato ad accadere secoli dopo la nostra morte? Parla ovviamente (anche) alla nostra contemporaneità Il problema dei 3 corpi. A ciò che significa essere umani e alle responsabilità delle nostre azioni, non solo individuali ma soprattutto collettive. Temi abissali che la serie riesce però ad amalgamare perfettamente al suo intreccio ricco di balzi temporali, cambi di location e colpi di scena. Perché la serie è, prima di tutto, grande intrattenimento. Un prodotto capace di spaziare tra epoche e luoghi diversi, dalla Cina della Rivoluzione Culturale allo spazio profondo, dalla realtà virtuale alle stanze dove si decide il destino dell’umanità.
Una serie spartiacque?
“In natura niente esiste a sé stante”. Una citazione che diventa quasi il leitmotiv della serie e la sua stessa ragione d’essere. Perché ogni cosa pare collegata a un’altra ne Il problema dei 3 corpi. Un meccanismo di scrittura forte e rigoroso che è la diretta conseguenza di regole ineluttabili, capaci di unire tempi, mondi e personaggi differenti. Una saga emozionante e dall’ampio respiro, stratificata e umanissima. Ulteriore conferma della capacità dei suoi autori di lavorare al meglio proprio quando a loro disposizione c’è un materiale di partenza già esistente.
Nella sua capacità di unire intrattenimento e riflessioni filosofiche, ritmo e teorie scientifiche, Il problema dei 3 corpi si dimostra così una serie spartiacque per la fantascienza seriale contemporanea. Una sfida sicuramente vinta il cui titanico impianto produttivo si rispecchia nel dispendio di forze e mezzi alla base del suo racconto. Inno a un’umanità capace di azioni terribili ma anche di sapersi sacrificare in nome di un futuro che non gli appartiene e, forse, non gli apparterrà mai.
Il problema dei 3 corpi
Voto - 8
8
Lati positivi
- La serie riesce a non tradire lo spirito dell'opera da cui è tratta, imbastendo una narrazione stratificata, tanto a livello tematico quanto narrativo
- La scrittura e la messa in scena si sposano perfettamente, dando vita a una serie ambiziosa, emozionante e spettacolare
Lati negativi
- Essendo tratta da un'opera di hard sci-fi, Il problema dei 3 corpi richiede una certa dose di attenzione e, quindi, potrebbe non essere per tutti