Expats: recensione della serie di Prime Video
Una Hong Kong in piena metamorfosi socio-culturale, un bambino scomparso e il destino intrecciato di tre donne sono gli elementi portanti della nuova splendida serie di Lulu Wang.
Gli expats sono l’altro lato dell’immigrazione rappresentato da persone ricche e privilegiate che si trasferiscono in massa in Paesi in via di sviluppo dove – negli ultimi anni – si sono insediate industrie, multinazionali, ONG e istituzioni. È una naturale conseguenza, quindi, che i ricchi rampolli si trasferiscono in lussuosi quartieri residenziali, prendendo posto in appartamenti lussuosi che danno su una metropoli in fermento, in questo caso una Hong Kong nel bel mezzo di una rivolta socio-economica che parte dal basso.
Mentre gli studenti e i lavoratori protestano e sognano una società più equa, le classi privilegiate si concentrano solo su loro stesse, alienate da qualsiasi altro avvenimento che accade attorno a loro anche quando colpiscono le numerose governanti e domestiche, immigrate a loro volta, che arrivano da paesi e famiglie molto più povere degli expats, alimentando ulteriormente il forte divario tra ricchi e poveri. È questo l’incipit di Expats, la nuova miniserie scritta e diretta da Lulu Wang disponibile su Amazon Prime Video.
Indice
La trama – Expats, la recensione
In Expats le storie di tre donne i cui destini sono intrecciati: Margaret (interpretata da un’incredibile Nicole Kidman) è una donna la cui vita è stata distrutta dalla scomparsa di suo figlio più piccolo. Trasferita ad Hong Kong per seguire il marito che ha ricevuto una promozione, una scelta quasi obbligata e che la rende insofferente per aver dovuto rinunciare al suo lavoro di arredatrice di giardini, essendo Hong Kong priva di giardini, e per essersi ritrovata a vestire i panni della casalinga e mamma a tempo pieno. Dal momento in cui suo figlio, Gus, scompare la sua vita diventa ancora più insofferente.
La sua vicina di casa e amica di una vita, Hillary (Sarayu Blue) sta vivendo un periodo delicato nel suo matrimonio con David (Jack Huston), un avvocato che si lascia spesso andare ai piaceri dell’alcol e che ha una relazione extraconiugale con Mercy (Ji-young Yoo), una giovane ragazza americana di discendenza coreana legata alla sparizione di Gus.
Le due facce dell’immigrazione – Expats, la recensione
Il divario tra le diverse classi sociali di immigrati che vivono in una Hong Kong sempre più cosmopolita è netto e sempre più incolmabile. I ricchi vivono nelle loro bolle fatte di case accuratamente arredate con ogni confort, dalla migliore educazione per i loro figli agli ambienti esclusivi dove si parla tassativamente inglese.
Una vita molto diversa dagli immigrati che sono lì per svolgere lavori più umili, molti dei quali per gli stessi expats: passano la loro giornata a far commissioni per conto dei ricchi, sono costretti ad imparare l’inglese perché è l’unica lingua che le famiglie per cui lavorano parlano, anche se abitano ad Hong Kong da anni e abitano in piccoli appartamenti fatiscenti o in minuscole stanze nei medesimi appartamenti lussuosi. Lulu Wang riesce nel creare un senso di straniamento dato dall’incontro tra diversi mondi in una città in pieno fermento e cambiamento politico. Un’evoluzione che vede estranei gli Expats rinchiusi nella loro bolla di privilegio.
I diversi aspetti della maternità – Expats, la recensione
Expats non si limita a questo, ma crea ulteriori livelli narrativi e si sofferma nel parlare di maternità in ogni sua sfaccettatura. Margaret si ritrova divisa tra l’essere devastata dalla perdita di suo figlio, una perdita per cui non si dà pace e per cui il senso di colpa non la lascia mai, e il non riuscire a divincolarsi dal marchio della madre sofferente, vista da tutti come fragile e spezzata.
Hillary, al contrario, è cresciuta in un ambiente rigido e misogino che la vuole madre e moglie per considerarla una donna pienamente realizzata e si ritrova a scontrarsi con suo marito David che, al contrario di lei, desidera dei figli. Hillary invece non è più sicura di volerne e sta cercando di accettare che, per lei, la carriera ha un ruolo fondamentale nella sua vita e che la scelta dolorosa del divorzio sia necessaria.
Wang accompagna il percorso delle sue protagoniste con una scrittura pulita e brillante accompagnata da una regia lineare ed introspettiva che va dritta al punto grazie a movimenti di macchina fluidi, a primi piani intensi e alla scelta di miscelare tante storie diverse su uno sfondo storico e culturale in piena metamorfosi.
Expats
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- La sceneggiatura esalta una storia complessa e con diversi livelli di lettura
- La regia di Wang, introspettiva e ricercata, accompagna la vita difficile delle protagoniste
- È perfetta la scelta di ambientare la serie in un momento di pieno fermento in una Hong Kong multiculturale