Invincible: la recensione della seconda stagione
Arrivata alla sua seconda annata, la serie d'animazione creata da Robert Kirkman si conferma un'intelligente alternativa ai cinecomics, conservando lo spirito del fumetto originale
Con il caricamento dell’ultimo dei suoi otto episodi, il 4 aprile si è conclusa la seconda stagione della serie d’animazione di Prime Video Invincible. Un’annata costretta inevitabilmente a fare i conti con gli stravolgimenti e i colpi di scena della precedente e quindi, sin da subito, calata in un’azione frenetica, piena di spunti e idee originali, tra nuovi personaggi, traumi da elaborare e minacce inimmaginabili.
Tratta da uno dei fumetti più famosi dell’autore di The Walking Dead, Robert Kirkman, qui anche showrunner e produttore esecutivo, la serie continua così a esplorare il suo mondo di supereroi con superproblemi toccando temi come il trauma, il senso di inadeguatezza e la crisi identitaria attraverso una formula che già aveva decretato il successo della serie AMC. Un mix, fatto di scene d’azione cruente, fedeltà al fumetto, cast stellare (nonostante il licenziamento in corsa di Ezra Miller) e un’attenzione unica per i personaggi e la loro costruzione psicologica, diventato ormai un vero e proprio marchio di fabbrica.
Indice:
Trama – Invincible recensione
È passato un mese da quando Mark Grayson (Steven Yeun) è quasi morto sotto i pugni di suo padre Nolan (J. K. Simmons), alias Omni-Man, rivelatosi un alieno viltrumita infiltrato da decenni sulla Terra con lo scopo di conquistarla. Un tradimento difficile da accettare, tanto per Mark quanto per sua madre Debbie (Sandra Oh). E ancora più drammatico da mandar giù per le migliaia e migliaia di morti e feriti causati da Nolan nello scontro col figlio. Ma la vita sulla terra deve ripartire, soprattutto per i nuovi Guardiani che ora hanno un nuovo leader, Immortal, e un nuovo membro, Bulletproof.
Anche Mark scalpita per tornare nei panni di Invincible, nonostante i dubbi di Cecil (Walton Goggins), il rapporto con Amber (Zazie Beetz) che comincia a scricchiolare e i tentativi falliti di conciliare la vita da studente universitario con quella da supereroe. Come se non bastasse, la comparsa del misterioso Angstrom Levy (Sterling K. Brown), uno scienziato che sembra avere la capacità di viaggiare in diversi universi, molti dei quali devastati da un’alleanza mortale tra Invincible e Omni-Man, comincia a complicare le cose. Ma la vera minaccia, almeno nell’immediato, sembra comunque essere quella dell’impero viltrumita, ancora determinato, nonostante la (temporanea?) scomparsa di Nolan, a conquistare la Terra e a far passare dalla propria parte Mark. Volente o nolente.
Into the Invincible-Verse
Dopo una prima stagione che ruotava intorno al concetto di identità segreta (e, ovviante, di poteri e responsabilità) era inevitabile che prima o poi dovesse comparire anche nel mondo di Invincible l’ormai onnipresente multiverso. Un passo quasi obbligato per una serie, tratta dall’omonimo fumetto di Kirkman, che sin da subito si era posta come critica e, al tempo stesso, diretta emanazione dei fumetti Marvel e DC e dell’universo supereroistico in generale, esasperandone certe dinamiche pur senza mai divenirne esplicita parodia.
Eppure, benché il multiverso acquisti una certa rilevanza narrativa (senza comunque diventare mai davvero predominante nella serie), a essere al centro di questa seconda annata sono soprattutto i concetti di colpa e redenzione, di scelta e di paura per ciò che si è o si potrebbe diventare. Una diretta conseguenza degli eventi stravolgenti della precedente stagione con cui tutti i personaggi sono chiamati a fare i conti, rimettendo in discussione i propri scopi, le proprie motivazioni e persino i propri principi.
Traumi e mancanze
Mantenendo invariati gli elementi che hanno fatto la fortuna della trasposizione seriale di Invincible è così che Kirkman si concentra ancora una volta sulla caratterizzazione dei suoi personaggi e sul loro sviluppo psicologico. Quello che ne esce è una sorta di elaborazione del lutto collettiva (non solo quella delle vittime dello scontro tra Omni-Man e Invincible, ma anche quella di Mark e sua madre, alle prese con l’idea di un padre e un marito che in realtà non è mai esistito), che parte dal trauma e si fa motore narrativo di una stagione non meno intricata e ricca di eventi della precedente, tra rivelazioni shock, morti improvvise e sviluppi inaspettati.
Al centro di tutto, ovviamente, ancora una volta il rapporto tra un figlio e un padre assente (Nolan è il classico maschio tossico che crea problemi e poi lascia gli altri a risolverli). Una mancanza che ne genera altre, che corrompe rapporti (quello tra Mark e Amber) e dinamiche di potere (gli equilibri all’interno dei Guardiani), in un effetto domino che finisce col minacciare le sorti del pianeta, e, forse, dell’intero multiverso.
Originali nonostante tutto
Per raccontare questa sofferta presa di consapevolezza la serie si serve di differenti e intricate linee narrative e di un gusto dissacrante più forte che nell’annata precedente. Dall’uso di formati differenti (una puntata quasi interamente dedicata – con tanto di sigla e tagline – ad Allen l’alieno) a un’ironia tutta metalinguistica, Invincible si dimostra abbastanza eclettica da non sembrare ripetitiva, trovando persino il tempo di rispondere alle critiche mosse in questi anni alla sua, non sempre brillante, animazione.
Tra scene d’azione come al solito decisamente cruente, trovate inventive anche quando inevitabilmente non originali (i poteri di Levy come la “sparaporte” di Rick and Morty) e un’attitudine corale che non viene mai meno, Invincible continua così la sua corsa, riconfermandosi un adattamento tanto fedele quanto riuscito. Una serie d’animazione capace di far propria tanto quell’attitudine dissacrante e ironica che pare oramai inevitabile quando si parla di eroi in calzamaglia, quanto il genuino interesse e affetto per personaggi che si dimostrano, nonostante tutto, decisamente umani.
Invincible
Voto - 7
7
Lati positivi
- La serie si conferma fedele allo spirito del fumetto
- Tra trovate inventive e colpi di scena Invincible riesce a rendere vive e originali dinamiche risapute
Lati negativi
- L'animazione continua a non essere il punto forte della serie