Omen – L’origine Del Presagio: Nell Tiger Free e Arkasha Stevenson raccontano i momenti più scioccanti

Il regista di Omen - L'Origine Del Presagio ha parlato proprio di QUELLA scena

Il recente debutto cinematografico di Omen – L’Origine Del Presagio ha portato gli spettatori nelle sale, offrendo una nuova esperienza horror che si svolge prima degli eventi narrati in The Omen del 1976. Il film, diretto da Arkasha Stevenson (conosciuto per Brand New Cherry Flavour), vede Nell Tiger Free (apparsa in Servant) nel ruolo di Margaret, una giovane donna americana inviata a Roma per dedicarsi al servizio religioso.

In una recente intervista con ComicBook.com, sia Stevenson che Free hanno espresso il loro rispetto per il film originale, discutendo anche delle scene più intense della produzione e dei retroscena.

I retroscena di Omen – L’Origine Del Presagio

omen

(L-R): Sonia Braga as Silva and Nell Tiger Free as Margaret in 20th Century Studios’ THE FIRST OMEN. Photo by Moris Puccio. © 2024 20th Century Studios. All Rights Reserved.

Uno dei momenti più memorabili del film è quando Margaret assiste al parto di una donna, ma anziché il neonato, emerge una mano raccapricciante. Stevenson ha rivelato che questa scena è stata realizzata con effetti, utilizzando una mano creata dagli esperti Adrien Morot e Kathy Tse. La mano che si vede è proprio di Kathy, notevolmente dettagliata nei suoi tratti, con cellulite, pori della pelle e capelli visibili da vicino. Questa precisione ha contribuito a creare un’atmosfera di inquietante realismo sul set, con gli attori che hanno dovuto confrontarsi con il surrealismo delle loro creazioni.

Durante una sessione di domande e risposte, Stevenson e il co-sceneggiatore Tim Smith hanno rivelato che la scena ha creato problemi durante la valutazione della MPAA, rischiando di ricevere una classificazione NC-17. Di conseguenza, è stata abbreviata da 30 a soli tre secondi per garantire una classificazione più accettabile.

Per quanto riguarda Nell Tiger Free, l’interprete principale del film, ha raccontato l’esperienza di dover maneggiare il busto di un corpo mozzato, evidenziando quanto sia stato interessante affrontare tali sfide sul set. Ha inoltre condiviso le difficoltà di girare scene intense, come quella finale, dove è rimasta coperta di sangue per diversi giorni, intrappolata tra sabbia e fango. La combinazione di sudore, sangue e fango ha reso la sua esperienza di recitazione estremamente realistica, aggiungendo ulteriori strati di complessità emotiva al suo personaggio.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *