Cattiverie a domicilio: la recensione della commedia britannica con Olivia Colman e Jessie Buckley
Diretto da Thea Sharrock, con nel cast Olivia Colman e Jessie Buckley, Cattiverie a domicilio è un film da non perdere: la nostra recensione
Thea Sharrock torna sul grande schermo dopo 3 anni con un film che supera nettamente i precedenti, entrambi degli ottimi lungometraggi. La verità è che Cattiverie a domicilio è un film già da subito insuperabile, basato su una storia vera accaduta più di 100 anni fa e che, già nella vicenda, non aspettava altro se non di essere raccontata. Con un cast eccezionale, con un’Olivia Colman al massimo delle sue capacità e una Jessie Buckley che continua a dimostrare di essere una straordinaria attrice, Cattiverie a domicilio (qui il trailer) è un film da non perdere, la commedia britannica dell’anno da andare a vedere, a partire dal 18 aprile 2024.
Indice
- Trama
- La commedia britannica che si aspettava
- Un trionfo di interpretazioni senza eguali
- Solidarietà femminile
Trama – Cattiverie a domicilio, la recensione
Nel 1922, a Littlehampton, in concomitanza con l’arrivo dell’esuberante ed eccentrica Rose Gooding, che ama vivere infrangendo regole di costume e rigidi principi imposti da norme morali e sociali, le donne della cittadina costiera britannica iniziano a ricevere lettere anonime. Si tratta di lettere oscene, cariche d’odio e di insulti e che come principale destinataria hanno Edith Swan. I sospetti, a partire proprio dalla Swan e dal padre Edward, puntano contro Rose Gooding, una donna che Edward non ha mai accettato e che Edith ha cercato invece di far entrare nella sua cerchia ristretta di persone perbene. Rose Gooding, tra problemi economici e un marito scomparso in guerra, si proclama innocente, ma rischia comunque di finire a processo, perdere la custodia della figlia e passare anni in carcere.
Mentre anche la polizia è certa della sua colpevolezza e vuole archiviare il caso nel minor tempo possibile, l’agente Gladys Moss crede all’innocenza della Gooding. In segreto, di nascosto dai suoi superiori e trovando poi l’aiuto di un gruppo di donne, anche loro vittime delle lettere, tenta di smascherare il vero colpevole. Edith Swan cerca invece solo di ritrovare complicità con Rose, perdonandola per quanto crede abbia scritto e cercando di ristabilire quella pace interiore e collettiva senza la quale non può vivere. Ma Rose, sentendosi oltre che tradita anche ingannata dalla Swan, non la pensa allo stesso modo.
La commedia britannica che si aspettava – Cattiverie a domicilio, la recensione
Arguto e brillante, scaltro e astuto, Cattiverie a domicilio è un film estremamente divertente. Una commedia a tutti gli effetti, che nel suo essere classificabile nel genere portatore di leggerezza e spensieratezza, è messaggero di una lucidità, di una realtà, e dell’abile ingegno della direttrice artistica Thea Sharrock. La regista, dopo il romantico Io prima di te (qui la nostra recensione) e il lungometraggio a tecnica mista L’unico e insuperabile Ivan (qui la nostra recensione), con Cattiverie a domicilio, racconta una storia lontana più di 100 anni, assolda un cast insuperabile e porta le sue innegabili capacità teatrali in un film che, senza mezzi termini, fa ridere, fa luce su una vicenda sconosciuta e fa sentire partecipi di quel piccolo mondo che nasce e vive nella Littlehampton del 1922. Ciò che davvero sorprende di Cattiverie a domicilio che con il titolo originale Wicked Little Letters è molto più esplicativo, ma che con la traduzione in italiano punta sulla perfidia di cui il film è rappresentazione, è proprio la cattiveria. Quell’irrequietezza, quel bisogno di lasciarsi andare a una reazione spassionata ed eccessiva. Quelle reazioni che il pubblico vuole, capisce e comprende empatizzando con quei personaggi che sopportano fin troppo.
È così che Littlehampton è un piccolo mondo: la puritana ipocrisia di chi ha sempre una buona parola per tutti, la sfrontata irriverente e insolente giovane donna che getta nella confusione e fa a pezzi un equilibrio basato solo su ciò che la società definisce giusto e tradizionale, l’amore/odio verso chi smuove le acque, fa vergognare e imbarazzare, ma che senza filtri e senza ritegno, ha la forza di essere se stesso. Ma non solo, Cattiverie a domicilio è molto di più: le donne del primo dopoguerra che hanno perso figli e mariti nel conflitto mondiale, il patriarcato di ieri che imponeva silenzio e obbedienza, giustificando ogni violenza nei confronti di donne che non contavano nulla, il tribunale che condanna e distrugge chi ha figli, ma non è sposato, presentandolo come il male peggiore; Cattiverie a domicilio è la primissima emancipazione, affermazione di sé, e la prima unione che fa la forza, quel bisogno incontrollato di essere sinceri, di allontanarsi da chi si aveva paura di contraddire, abbracciando quel diverso che fa paura, ma nel profondo non si può non ammirare.
Un trionfo di interpretazioni senza eguali – Cattiverie a domicilio, la recensione
Il film di Thea Sharrock è intriso di black humor britannico. Una commedia sofisticata ma anche per tutti, capace di divertire nella più esplicita ilarità delle scene, nelle battute e negli sguardi, nei significati che si possono leggere tra le righe, nell’universo femminile che rappresenta, nel bigottismo teologico alla base e nelle profonde differenze che portano alla più inaspettate solidarietà. Le impeccabili straordinarie attrici che compongono il cast, da Olivia Colman a Jessie Buckley, da Anjana Vasan ad Eileen Atkins, citando anche gli interpreti maschili Timothy Spall e Hugh Skinner, sembrano fare letteralmente a gara a chi regali la performance migliore. In particolare la Colman e la Buckley sono eccezionali nei loro ruoli, firmando entrambe alcune delle loro più riuscite interpretazioni. Cattiverie a domicilio è un film perfetto, che nella sua intelligente comicità è raffinato, sottile, divertente, frizzante. Dalla regia alla fotografia, per non parlare della sceneggiatura e della ricostruzione storica tra scenografia e costumi, l’aggettivo che più si addice al film è: perfetto.
La nuova strepitosa commedia inglese del 2024 è coraggiosa, fuori dagli schemi, collocata nel suo genere, ma densa di elementi e fattori che la portano avanti. Un film dal linguaggio opportunamente eccessivo, indecente, spinto, ma adeguato nella trama che racconta, nel suo essere ripetuto, scritto e detto, uscendo da quelle labbra che mai avrebbero potuto pronunciare quelle parole, quella successione di insulti che, nella sua assurdità, è divertente, inaudita, spassosa. Di Cattiverie a domicilio rimarrà tutto, ma in particolare il sorriso timido e schivo del personaggio della Colman, e quello più sfacciato e disinibito della donna alla quale presta il volto Jessie Bucley, fino al disgustoso maschilismo del quale il personaggio di Anjana Vasan è continuamente vittima. Una storia che continuerà ad entusiasmare, che appassiona e diverte, intriga e affascina e che si carica nella vicenda, nei veri colpevoli e nelle prove schiaccianti, di un irresistibile caccia al responsabile, al movente e a cosa ci sia dietro, rendendo tutto così ovvio e lampante da convincere della sua effettiva realtà. Del suo non poter essere altrimenti.
Solidarietà femminile – Cattiverie a domicilio, la recensione
Un film di donne, che parla di donne, che racconta figure femminili complesse, poliedriche, variegate, ricche di quello spessore fatto di tasselli diversi, spesso in collisione tra loro, che non sempre sono al proprio posto e che costituiscono le peculiari personalità degli esseri umani. Cattiverie a domicilio è così vero e schietto che la sua autenticità non smette di stupire, fino alla fine, fino a una conclusione perfetta, che chiude un cerchio, che mette un punto, che fa esultare di gioia e soddisfazione, e del quale non si riesce a smettere di ridere.
Tra commedie drammatiche, amara ironia e comicità demenziale, il film di Thea Sharrock non è nulla di tutto questo: è una pellicola storica, con punte di racconto investigativo, una vera e propria commedia; una storia vera che dice qualcosa di nuovo, che fa ridere senza cercare di andare oltre. Un film che nella sua semplicità riesce ad essere anche ricercato, signorile, squisitamente simpatico, acuto e, finalmente, diverso. Avremo infatti bisogno di più film come Cattiverie a domicilio.
Cattiverie a domicilio
Voto - 8.5
8.5
Lati positivi
- Interpretazioni eccezionali
- Divertente, arguto e sofisticato