Non piangere di Niccolò Corti in prima mondiale al FESCAAAL 2024 – Concorso Extr’A
In prima mondiale in concorso Extr'A al FESCAAAL 2024 il toccante cortometraggio di Niccolò Corti, Non piangere
È stato presentato sabato 4 maggio in anteprima mondiale al FESCAAAL 2024 Non piangere, cortometraggio del 2023 scritto e diretto da Niccolò Corti. Proprio come La linea del terminatore, anche il film di Corti concorre nella sezione competitiva Extr’A, che ospita titoli di registi italiani o stranieri residenti in Italia che hanno al centro i temi dell’Italia multiculturale. Dopo la premiere, Non piangere è disponibile in streaming su MyMovies che, come ormai da diversi anni, ospita molti dei titoli delle diverse sezioni del Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina.
Non piangere, il toccante cortometraggio di Niccolò Corti ispirato a eventi reali
Quella raccontata in Non piangere è una storia ispirata a eventi reali, che fa scoprire una realtà poco conosciuta in Italia ma che nel nostro Paese ha un grosso impatto nelle vite dei residenti di fede musulmana. E questa storia la scopriamo in una narrazione che procede per gradi attraverso gli occhi del piccolo protagonista, Chafik, in viaggio con il padre per le strade nebbiose e vuote del Nord Italia. Chafik non ha idea di dove siano diretti, né perché, e l’incertezza gli provoca un sentimento di angoscia. Le uniche informazioni che riesce a cogliere arrivano dai pochi scambi che il padre ha coi conoscenti che incontra lungo le soste o da qualche telefonata. I due affrontano gli spostamenti in silenzio, attraversando paesaggi e cimiteri desolati e quando il padre, stanco e provato, rivela a Chafik il motivo del viaggio ha una raccomandazione per lui: “Non avere paura e non piangere”.
Il punto di vista della narrazione permette l’immedesimazione totale col giovane protagonista di Non piangere. Siamo nella stessa situazione di Chafik, sappiamo quello che sa lui e come lui cerchiamo di cogliere informazioni, interpretare silenzi, ascoltare conversazioni lontane e a bassa voce. Niccolò Corti lascia che il rapporto padre/figlio emerga gradualmente, tra lo spaesamento di Chafik e la tensione quasi rabbiosa di un padre le cui cause vengono svelate solo sul finale. La fotografia, gelida, con una palette di colori in cui dominano i toni del grigio e del blu è interprete perfetta dello stato d’animo dei protagonisti.