Disclaimer: recensione della serie di Alfonso Cuàron – Venezia 81

Alfonso Cuàron ritorna al Lido di Venezia, questa volta con una serie (è un film più lungo ma non ditelo a nessuno)

Alfonso Cuàron torna a Venezia, questa volta fuori Concorso e con una serie, Disclaimer, di cui vi proponiamo la recensione. Tratta dall’omonimo romanzo di Reneè Knight e distribuita da Apple vede il regista, reduce dall’immenso successo di Gravity e Roma, confrontarsi con il formato televisivo. Ci ha tenuto Barbera a precisare l’importanza della serialità all’interno del festival considerando come le durate dei film si allungano sempre di più e sempre più autori si spostano dal cinema alla Tv per approfittare del maggiore minutaggio. Più che una serie, infatti, Disclaimer è un film di quasi 6 ore e il pretesto per Cuàron di sviluppare una storia di più ampio respiro rispetto a quanto avrebbe fatto al cinema. 

È curioso, infatti, notare come seppure la lunghezza media di un film sia sempre maggiore, la struttura seriale si sia spostata al cinema con saghe, universi condivisi e franchise capaci di arrivare alla decima iterazione o di imbastire narrazioni che si sviluppano in più e più capitoli. Nel mentre sempre più registi si spostano in televisione, cogliendo la rinnovata popolarità del mezzo e le libertà da esso concesse per raccontare storie dal sapore cinematografico dilazionate in più episodi. Industria a parte, Cuàron non si è smentito nemmeno questa volta, presentando un prodotto sconvolgente e di un’attualità disarmante. Se solo fosse più prolifico…

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Indice

Trama: i segreti arrivano per posta – Disclaimer recensione

Catherine Ravenscroft è una documentarista celebre per i suoi lavori televisivi in cui mette in luce trasgressioni e scandali legati a figure pubbliche. All’apice della propria carriera è stata appena premiata per il suo ultimo lavoro. Tutto sembra andare per il meglio quando un misterioso romanzo le arriva per posta. Essendo una scrittrice sarebbe anche normale se non fosse che il romanzo, appartenente ad un autore ignoto, sembra parlare di lei e di eventi di cui è l’unica ad essere a conoscenza. 

Dall’altro capo di Londra Stephen Brigstocke, un anziano professore ormai stufo del proprio lavoro viene licenziato e decide, dopo ormai 9 anni, di affrontare il lutto della moglie liberandosi degli oggetti a lei appartenuti. Nella la sua vecchia stanza trova però qualcosa di inaspettato che improvvisamente gli dà un motivo per continuare a vivere.

Due adolescenti innamorati persi viaggiano per l’Italia durante il loro anno sabbatico post liceo, quando lei è costretta a tornare a casa per un lutto in famiglia. Rimasto da solo Johnatan incontrerà una donna che lo cambierà per sempre. Apparentemente scollegati tra loro questi tre individui si troveranno ad affrontare qualcosa di sconvolgente che li metterà a confronto con i loro segreti più reconditi.

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“Fate attenzione allo stile e alla narrazione” – Disclaimer recensione

All’inizio della prima puntata Catherine viene premiata per l’ultimo dei suoi lavori e l’annunciatrice, parlando della sua opera, avverte il pubblico di fare attenzione allo stile e alla narrazione e di come i temi che vengono raccontati, se raccontati in un certo modo, hanno la forza di manipolare noi e persino chi li scrive. È quasi un avvertimento quello che viene lanciato verso il pubblico (in senso lato), un monito a tenere a mente come la percezione di una storia possa cambiare a seconda di come questa venga racconta. Cuàron decide allora di adottare uno stile di regia e una fotografia diversa per ogni personaggio, la camera si muove a seconda dello stato psicologico di ognuno e nel farlo ci dà un’idea di cosa i personaggi possano provare o abbiano in mente di fare. 

Cuàron decide così di prendersi gioco del pubblico e mostrare alcuni eventi in maniera parziale, non per come sono accaduti davvero ma per il racconto che ne viene fatto. Quello che apparentemente può sembrare un inganno è in realtà una sfida verso il pubblico. Quale sarà la nostra opinione sui personaggi? Da che parte saremo schierati? Come giudicheremo le loro azioni? Cuàron pone lo spettatore in una posizione privilegiata, al punto da permetterci di ascoltare i loro pensieri attraverso un voice over costante che rivela i segreti più intimi di ognuno. Ma quanto di ciò che vediamo è vero e quanto è invece è pura fiction? Starà a noi riconoscere l’inganno e l’unico modo per farlo è prestare attenzione allo stile e alla narrazione.

L’inganno del regista – Disclaimer recensione

Guardando quanto accade è difficile non provare sentimenti positivi o negativi per i personaggi, è difficile astenere il giudizio e aspettare la fine della storia, ed è proprio questo che il regista attraverso un apparente manierismo vuole porre all’attenzione. Troppo spesso si ha la tendenza a colpevolizzare qualcuno sulla base di una riga di giornale, uno stralcio di video decontestualizzato o una voce che circola in giro e a volte l’indignazione è così forte da far si che quel qualcuno scompaia, sia cancellato. D’altro canto tante nefandezze vengono allo scoperto e tanti crimini altrimenti nascosti possono essere puniti. La tendenza a giudicare senza informazioni è però qualcosa di sempre più diffuso e Cuàron decide di mettere in scena una dinamica del genere rendendo noi spettatori complici.

Anche lo spettatore più attento (chi darà subito un senso all’iris) rischia di cadere nel tranello e lo scopo dell’autore è proprio quello di dimostrare la facilità con cui un meccanismo del genere può essere innescato. Attraverso interpretazioni magistrali, una colonna sonora volutamente didascalica e un montaggio che evidenza i contrasti e le analogie tra le varie vicende, ci suggerisce senza che ce ne rendiamo conto una versione della storia ancor prima che la storia sia finita. Disclaimer evidenzia l’immenso potere della narrativa, la capacità che ha di influenzare il pensiero e di modificare la verità. E Alfonso Cuàron sfrutta tutte le armi a disposizione di un regista per farlo. Una lezione di cinema, ah già hanno detto che è una serie…

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Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • La regia di Cuàron
  • Le interpretazioni del cast

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