The Perfect Couple: recensione della serie thriller Netflix

La serialità americana ha già ampiamente dimostrato la propria curiosità per le famiglie ricche e bianche che vivono un’apparente vita perfetta da mostrare sui social e sui giornali, una curiosità già soddisfatta da molti altri titoli e che non ha l’intenzione di fermarsi.

Una famiglia borghese i cui segreti vengono a galla dopo la morte di una giovane donna è l’incipit di The Perfect Couple, la nuova serie crime di Netflix. Tratta dall’omonimo romanzo di Elin Hilderbrand e adattata da Jenna Lamia, The Perfect Couple vanta un cast d’eccezione tra cui spiccano i nomi di Nicole Kidman, Liev Schreiber e Dakota Fanning e un incipit intrigante; pregi che però non riescono a salvare in toto una serie che sa di già visto.

Indice

• Trama
• Una serie fatta d’intenzioni
• La famiglia Winbury
• Disparità morale

Trama – The Perfect Couple, la recensione

The Perfect Couple gioca con lo spettatore fin dal titolo. Le coppie della serie, infatti, sono tutto fuorché perfette. La matriarca benestante Greer (interpretata da una bravissima Nicole Kidman), scrittrice di bestseller gialli, è il volto dell’apparente famiglia perfetta per via del suo matrimonio perfetto da ben 29 anni con Tag (Liev Schreiber), i loro tre figli maschi e le loro compagne.

Una grande e felice famiglia che si riunisce il weekend del 4 luglio nel cottage della famiglia Winbury per celebrare l’imminente matrimonio tra il secondogenito Benji (Billy Howle) e Amelia (Eve Hewson). È proprio dopo la cena per festeggiare la coppia che sta per convolare a nozze che l’atmosfera di festività viene bruscamente interrotta dalla morte di Merritt (Meghann Fahy), migliore amica e testimone della sposa

Una serie fatta d’intenzioni – The Perfect Couple, la recensione

L’isola di proprietà della famiglia diventa la scena del crimine, una prigione dove i personaggi sono relegati a causa delle indagini e dove sono costretti a passare il tempo assieme, scoprendo i segreti che si nascondono dietro il velo di perfezione accuratamente costruito. E per la famiglia protagonista l’immagine di un velo sottile e fragile come unica cosa che nasconde le reali dinamiche che muovono la famiglia è simbolica, calzante.

L’intenzione alla base della serie di Jenna Lamia riporta alla mente altre serie tv nate dall’ idea di entrare dentro la vita di una famiglia bianca e ricca per portarne in superficie il marcio. È la vera chicca di Succession, il motore narrativo che spinge i protagonisti di the Bear a ricercare la perfezione e la disparità tra classi sociali già brillantemente investigata in The White Lotus.

La famiglia Winbury – The Perfect Couple, la recensione

The Perfect Couple mette in scena proprio questo, le dinamiche di una famiglia ricca che si nasconde dietro ad essa e che fa del denaro la sua unica bussola morale. Tutti sono sospettati perché tutti si mostrano capaci di poter commettere un omicidio il che rende gli episodi scorrevoli e piacevoli da guardare, ma l’incipit rende la storia troppo prevedibile. La famiglia Winbury tenta di costruirsi una facciata che è poco credibile sia per noi spettatori che per i personaggi esterni. Fin dai primi interrogatori in cui intervengono il personale assunto per il matrimonio scopriamo che nessuno crede che Greer e Tag siano una coppia felice né che sono genitori premurosi e soddisfatti della loro famiglia. Nessuno crede alla messinscena che hanno architettato in maniera grossolana facendo perdere di credibilità al motore narrativo dell’intera serie.

Non è un caso se abbiamo citato Succession, un esempio brillante di una famiglia che gioca secondo le sue regole e in cui il patriarca si sente legittimato a comportarsi nei modi più meschini e abietti grazie ai soldi e al potere che ha perché The Perfect Couple tenta di fare una cosa simile, ma i componenti della famiglia non sono così apertamente ostili. Il cercare di sotterrare, di nascondere le loro reali personalità e le doppie vite che conducono dovevano essere visibili solo allo spettatore per risultare convincenti.

Disparità morale – The Perfect Couple, la recensione

La regia è pregevole e si accompagna ad un’estetica di alta fattura, entrambe accompagnate da una scrittura che non riesce a tenere il passo per quanto riguarda la costruzione dell’immagine della famiglia. Al contrario, ad essere la colonna portante di The Perfect Couple è proprio la scrittura del personaggio di Greer interpretata da una Nicole Kidman che dopo Expats regala una nuova performance perfetta. Greer e Amelia sono i personaggi meglio costruiti: sfaccettati, agli antipodi, realistici. Mentre Greer è l’unica a lottare per il futuro della sua famiglia seguendo unicamente la sua bussola morale, rigida e maniaca del controllo, ma è anche una gran lavoratrice e con i suoi libri riesce a sostenere economicamente un marito e dei figli che si godono i frutti del suo duro lavoro; Amelia è alla ricerca della verità che mette sopra tutto, anche sopra l’idea della cospicua eredità e di un tenore di vita superiore al suo.

Questa disparità di moralità tra personaggi maschili e femminili che non cade in banali clichè è l’aspetto meglio riuscito della serie assieme all’elemento giallo; il ché permette a The Perfect Couple di raggiungere il suo obiettivo principale ed essere una serie thriller accattivante e che sprona il pubblico al binge watching e di aspettare con ansia la rivelazione finale, ma non va più in profondità rimanendo così un titolo che si aggiunge al ricco catalogo senza lasciare traccia del suo passaggio.