Il giorno zero: recensione della serie apocalittica di Prime Video

La nuova serie spagnola di Prime racconta di un'umanità tragicomica alle prese con un'Apocalisse (forse) mancata. Tra sci-fi e satira sociale.

Dal 13 settembre è disponibile su Prime Video la serie dramedy spagnola Il giorno zero (En fin). Una storia post-apocalittica (o quasi), scritta e diretta da David Sainz, che racconta di un’umanità allo sbando dopo la scampata fine del mondo, seguendo le disavventure di un uomo che, al momento dell’annunciata apocalisse, ha abbandonato moglie e figlia. Una commedia corale intrisa di black humour ma anche la storia di una famiglia alle prese con egoismi e desideri che rispecchiano i lati più nascosti dell’animo umano.

A metà strada tra film come Don’t Look Up o serie come Carol e la fine del mondo, Il giorno zero si fa così satira tragicomica su un futuro per nulla lontano da noi, tra paure tutte contemporanee, desideri inconfessabili e un senso della comunità, delle istituzioni e dei rapporti interpersonali non così saldo e radicato come vorremmo che fosse. E voi, cosa fareste se il mondo (non) stesse per finire?

Indice:

Trama – Il giorno zero recensione

Dopo essersi risvegliato nel bel mezzo di un’enorme orgia in un centro commerciale, guardando il cielo Tomás (Josè Manuel Poga) scopre che l’enorme pianeta rosso che negli ultimi mesi aveva minacciato di scontrarsi con la Terra si è allontanato. L’Apocalisse è stata scongiurata, quindi, ma l’uomo non sembra essere così felice. Del resto, nove mesi prima aveva abbandonato moglie e figlia per darsi alla pazza gioia, sicuro di avere oramai i giorni contati.

Determinato a riallacciare i rapporti con la famiglia, come se nulla fosse successo, Tomás prende così la via di casa. Ma Julia (Malena Alterio), sua moglie, e Noa (Irene Perez), sua figlia, non sembrano lontanamente intenzionate a perdonarlo. Nel frattempo, tutto intorno a loro, il mondo tenta come può di riprendersi dalla notizia della mancata apocalisse, tra ronde cittadine, trafficanti di droga, complottisti e nostalgici della fine del mondo. Che sia ormai troppo tardi per ritornare alla vita di prima?

Il giorno zero recensione

Il giorno zero. Versus Entertainment

Prima o dopo l’Apocalisse?

Si adagia apparentemente sul solco lasciato da tanto cinema apocalittico e post apocalittico, Il giorno zero. Con la differenza sostanziale che l’apocalisse, questa volta, non è mai avvenuta. O, per lo meno, non è stata proprio come ce la si sarebbe potuta aspettare. Una variazione sul tema che diventa lo spunto per una storia esilarante e dai risvolti imprevedibili, paradossalmente realistica nel suo prefigurare una situazione ai limiti dell’assurdo. Nel dare una forma plausibile alla tragicomica domanda: cosa fare quando il mondo non sta più per finire?

Mentre l’enorme pianeta che incombeva sulla Terra (come in Melancholia) pare ritirarsi, l’umanità si ritrova infatti spiazzata, disorientata e avvilita. Un vergognoso dopo sbornia arrivato dopo mesi di follia e libertà da tutto e da tutti che lascia i protagonisti alle prese con le conseguenze delle loro azioni e con le macerie delle loro precedenti vite, intenti a riannodare i fili di esistenze forse perdute per sempre.

Il giorno zero recensione

Il giorno zero. Versus Entertainment

Satira e sci-fi

È a questo punto che entra in scena Tomás, marito e padre insoddisfatto che decide di tornare dalla famiglia dopo nove mesi di bagordi. Come in un Forza maggiore in versione sci-fi, Sainz mette così in scena la crisi del maschio medio, un individuo alle prese con rimpianti ed egoismi capace di passare sopra a qualsiasi cosa, affetti compresi, per un po’ di libertà. Uno sguardo ironico e spesso spietato che ne Il giorno zero fa però il paio con una satira di più ampio respiro (dai complottismi, al ruolo di politica, media e social network) in un’operazione non dissimile da quella di titoli come Don’t Look Up.

Scorretta al punto giusto, con momenti decisamente splatter e sequenze gustosamente assurde, Il giorno zero, attraverso sei episodi che spaziano dai personaggi più improbabili alle situazioni più eterogenee (la setta di nostalgici dell’apocalisse che sogna l’estinzione, il survivalista che rapisce uomini e animali per ripopolare la terra, gli anziani delle case di riposo che controllano il traffico di farmaci), tra flashback e divertenti filmati in found footage, finisce col farsi sguardo cinico (ma non troppo) su una famiglia e le sue ansie, paure e insicurezze.

Il giorno zero recensione

Il giorno zero. Versus Entertainment

La fine è già qui

E se è senza dubbio lo spunto apocalittico (e le sue potenzialità narrative) il maggior pregio della serie, di sicuro anche il tono e gli interpreti fanno la loro parte, sorretti da una scrittura a volte persa in troppe trame laterali ma comunque efficace. Una sorta di commedia famigliare ibridata con suggestioni fantascientifiche, dunque, ma in cui il lato umano e i riferimenti al contemporaneo restano preponderanti, il vero punto di forza di una satira intelligente e con i piedi ben piantati nella realtà.

Il risultato è così il ritratto tragicomico di un’umanità persa tra piccoli egoismi e incomprensioni, bassezze quotidiane e desideri inespressi (il personaggio di Julia, che non riesce però a uscire del tutto dallo stereotipo di donna repressa). Un mondo piccolo piccolo che non ha bisogno di un pianeta rosso in collisione per sentirsi già condannato. Come se l’Apocalisse, in fondo, ci fosse già stata e nessuno se ne fosse reso conto davvero.

Il giorno zero

Voto - 7

7

Lati positivi

  • Trattare il tema apocalittico da un inedito punto di vista, quello della fine mancata, è un'intuizione interessante
  • Il mix tra satira e sci-fi è ben calibrato e funziona

Lati negativi

  • Certe trame laterali, benché funzionali all'affresco, avrebbero potuto essere gestite meglio

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