Sono Lillo 2: recensione della seconda stagione della serie Prime
Lillo sfida il multiverso in una seconda annata ancora più surreale della precedente. Senza però riuscire del tutto a replicare la formula vincente della prima stagione
Il 19 settembre è tornata su Prime Video Sono Lillo 2 – Il multiverso, la serie dedicata alle tragicomiche avventure di Pasquale Petrolo in arte Lillo e al suo rapporto di amore e odio con l’alter ego Posaman. Una seconda annata che, esaurito lo slancio e il senso di novità della prima stagione, cerca inevitabilmente di rinnovarsi introducendo, a questo giro, nientemeno che il concetto di multiverso con tutte le conseguenze che questo comporta.
Scritta da Pasquale Petrolo insieme a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni e diretta, ancora una volta, da Eros Puglielli, la serie nata dal personaggio creato da Lillo per il programma LOL: Chi ride è fuori tenta di replicare il successo della prima stagione senza però più poter contare sull’effetto sorpresa. Nel farlo si affida così alla formula vincente dell’annata precedente ma senza un’idea altrettanto forte alla base, risultando meno incisiva ed efficace del previsto, sebbene i momenti surreali ed esilaranti non manchino di certo.
Indice:
Trama – Sono Lillo 2 recensione
Dopo essersi liberato del fantasma di Posaman ed essere finalmente tornato padrone di se stesso, Lillo sembra sulla giusta strada per realizzare appieno il proprio potenziale artistico. Ma mentre è sul set di un film d’azione hollywoodiano di cui è protagonista e addirittura stuntman di se stesso (“come Tom Cruise”), qualcosa va storto ed è costretto a tornare a Roma. Il suo storico agente Sergio (Pietro Sermonti) ha infatti venduto – a sua insaputa – i diritti d’immagine di Lillo a una società di produzione gestita da camorristi e intenzionata a fare proprio di Posaman il protagonista di un film pro-camorra.
Cercando un modo per scindere il contratto senza rimetterci la pelle e affrontando, nel frattempo, la notizia che Marzia (Sara Lazzaro) si sta per sposare col visionario imprenditore Aldo (Corrado Guzzanti), Lillo viene a conoscenza, tramite Luuna (Katia Follesa), una dipendente dell’amico Sante (Marco Mazzocca), della teoria del multiverso e della possibilità che da qualche parte esista una sua versione più celebre e fortunata. Riuscirà il nostro eroe ad attraversare incolume lo spazio e il tempo senza smarrirsi in qualche dimensione parallela?
Tra originalità e parodia
Non devono essere stati certo pochi, al momento dell’annuncio della prima stagione di Sono Lillo, coloro a cui l’idea di costruire attorno a un tormentone un’intera serie era parsa a dir poco un azzardo. Uno scetticismo destinato però a ridimensionarsi drasticamente al momento dell’uscita del titolo Amazon Prime. Perché il punto di forza di Sono Lillo era proprio quello di aver saputo giocare su quel tormentone, raccontando la storia di un comico desideroso di liberarsi dal personaggio che gli aveva dato la popolarità cercando di riappropriarsi di sé e della propria vita.
Una trovata intelligentemente “meta” che aveva fatto della serie – debitrice della lezione di altri prodotti nostrani come Boris e Vita da Carlo – un successo inaspettato ma difficilmente ripetibile. È proprio a conferma di questa irripetibilità che sembra arrivare questa seconda annata di Sono Lillo 2, ben decisa a riprendere in mano quella storia e quei personaggi ma giocando, questa volta, in maniera inevitabilmente più insistita con la parodia, con il mondo Marvel e con l’ormai abusatissimo concetto di multiverso.
Una vocazione “internazionale”
Questo non vuol dire che Sono Lillo 2 rinunci in toto alla formula vincente della prima stagione, tra guest star presentate con cadenza episodica (da Nino Frassica a Herbert Ballerina, passando per Max Angioni e Brenda Lodigiani) e una critica surreale al mondo dello spettacolo. Ma è evidente come la serie, per colmare il vuoto lasciato dall’idea forte che era alla base della prima stagione, tracci un cambio di rotta inevitabile. Lo spunto “meta” questa volta viene così dalla presunta vocazione “internazionale” di Sono Lillo 2 (e di qualsiasi nuovo prodotto originale Amazon), un aspetto che si riflette nella vita stessa del protagonista, ora impegnato a sfondare nel cinema d’oltreoceano.
E se tutto si rivela immediatamente un buco nell’acqua, riprecipitando Lillo in una quotidianità tragicomica fatta di camorristi aspiranti produttori, rivali in amore più improbabili che mai (ancora Guzzanti, questa volta nelle vesti di un imprenditore dell’audiovisivo mentalmente instabile) e un’integrità artistica sempre più minacciata, è a questo punto che arriva in soccorso (tanto a Lillo quanto alla serie) il multiverso e la sua idea di infiniti mondi possibili. Un’intuizione capace di regalare più di uno spunto comico interessante (tra tutti, la realtà dove chi ha il naso a patata è discriminato) ma che finisce col perdersi in un intreccio non elaborato o coinvolgente quanto dovrebbe essere.
Alti e bassi
Tra riproposizioni di dinamiche divertenti ma già viste nella passata stagione (il rapporto con l’agente Sergio, le discussioni surreali con l’Agenore di Paolo Calabresi, i battibecchi con la fiamma di turno dell’ex moglie Marzia), intuizioni geniali ma isolate (il riassunto della prima stagione fatto da Maccio Capatonda, il Mago Silvan come deus ex machina), multiversi non esplorati a sufficienza e una satira del mondo dello spettacolo meno precisa e puntuale che in passato, Sono Lillo 2 non può così che sembrare una copia sbiadita della prima stagione.
E se gli interpreti risultano come al solito affiatati e decisamente in parte, poco possono fare per una sceneggiatura raramente incisiva e capace di brillare solo a fasi alterne. Il risultato è così una seconda stagione divertente sebbene sottotono, che rielabora alcuni elementi di successo della prima annata senza saperli però convogliare in una struttura forte, più attenta com’è alla parodia superficiale e al respiro internazionale che a quel mix di locale e globale che ne aveva fatto la fortuna, trasformando un’innocua gag in una divertente, dissacrante e surreale parabola su fama e successo.
Sono Lillo 2
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Alcune trovate surreali sono esilaranti e si sposano bene col tono della serie
- Gli interpreti sono al solito azzeccati e la chimica tra loro è evidente
Lati negativi
- Rispetto alla prima annata si sente la mancanza di un'idea forte che faccia da collante per tutti gli episodi
- Le possibilità del multiverso non vengono sfruttate fino in fondo