Juniper – Un bicchiere di Gin: recensione del film con Charlotte Rampling

Un racconto emozionante dai tratti divertenti che parla della vita e della rinascita

Juniper Un bicchiere di Gin recensione, è un film che si carica di molteplici significati ma senza, purtroppo, dedicargli il giusto spazio. Leggendo la sinossi ciò che salta all’occhio è una storia che vede una nonna e il nipote connettere dopo tanto tempo e (ri)trovare questo rapporto. I nonni sono parte integrante e formativa della vita di un bambino e la loro presenza, se ci sono le condizioni, è sempre un guadagno. Il film gira intorno a questo e permette ai due protagonisti di scoprirsi così simili dietro le facciate burbere a tratti gratuitamente cattive che mostrano. Come dicevo, il film tocca altri temi, ma senza approfondirli sbilanciando la narrazione e senza sfruttarne il potenziale. 

Scritto e diretto da Matthew J.Saville, che ha tratto ispirazione dalla sua storia personale con una nonna dal passato avventuroso ma poco affabile, nel film trionfa indubbiamente Charlotte Rampling nel ruolo della protagonista; ad affiancarla il giovanissimo George Ferrier, attore neozelandese. Altro grande ruolo è quello della natura del paese, luogo foriero di ricordi e di sentimenti, brulla, selvaggia ma anche magica. Approfondiamo Juniper Un bicchiere di Gin recensione. 

Indice: 

Juniper Un bicchiere di Gin recensione

Juniper Un bicchiere di Gin recensione, Sandy Lane Productions , credit Jen Raoult

Juniper Un bicchiere di Gin recensione – Trama 

La vita di Sam, un diciassettenne orfano di madre e con un rapporto complesso con il padre Robert, viene ulteriormente scossa quando scopre che la nonna paterna sta per trasferirsi a casa sua. Sebbene lui viva in collegio il padre lo riporta a casa per un periodo dove dovrà prendersi cura della donna e aiutare la sua infermiera. Ruth, ha 85 anni, un passato da fotografa di guerra e un femore rotto. Ha lasciato l’Inghilterra ed è tornata dal figlio con cui non ha mai avuto un ottimo rapporto. In poco tempo Sam, distaccato e taciturno, si troverà in stretto contatto con la donna e si renderà conto della sua natura burbera. Il ragazzo però le tiene testa e questo sembra far breccia in lei che, per iniziare bene il rapporto, lo fa ubriacare con il suo gin che consuma in quantità esagerate. 

I due si scopriranno più simili di quanto fossero disposti ad ammettere. Si provocheranno, sfideranno fino a trovare un terreno comune e in questi battibecchi impareranno a conoscersi e scoprisi, senza giochi di parole e senza trucchi. Ben presto emergono il dolore di Sam e la fragilità di Ruth, sentimenti che entrambe cercano di nascondere agli occhi degli altri. Costruiranno un rapporto e con il reciproco aiuto faranno il passo di cui hanno bisogno. 

Juniper Un bicchiere di Gin recensione – Una madre, un figlio 

Un altro filo conduttore del film è quello del rapporto fra madre e figlio. Tra Ruth e Robert ci sono tanti non detti mentre il rapporto fra Sam e la madre che ha perso è stato ancora più complesso per via della malattia. Sam soffre molto la perdita della donna anche per via dell’incapacità del padre di affrontare il lutto. Più si va avanti con la storia e più si comprende come sia una spinosa e dolorosa conseguenza di un’incapacità di Ruth nel gestire il rapporto con Robert. Ma c’è una soluzione che si concretizza tra Sam e la nonna grazie alla schiettezza di Ruth che tratta Sam come un adulto. Lo mette di fronte alle sue emozioni, semplicemente parla con lui, e imparando a conoscerla il ragazzo rimette la sua vita in prospettiva. 

Grazie alle attenzioni e alla presenza di Sam, Ruth torna a vivere quelle piccole cose che aveva dimenticato; lei che ha visto la guerra con i propri occhi e l’ha testimoniata con le sue foto, trova una nuova dimensione con questo nipote forte e dolce che la sfida e non la tratta mai con condiscendenza. Attraverso il ragazzo e le esperienze che vivono insieme esprime il forte desiderio di continuare a vivere, il desiderio di sentirsi viva e di non soccombere ad un corpo che la sta indebolendo. Ruth torna a vivere con grande dignità accompagnata, sempre da un bicchiere di Gin, senza fronzoli e senza abbellimenti.

Juniper Un bicchiere di Gin recensione

Juniper Un bicchiere di Gin recensione, Sandy Lane Productions credit Jen Raoult

Juniper Un bicchiere di Gin recensione – Un racconto dalle intenzioni potenti ma sbilanciate 

Come già anticipato in Juniper Un bicchiere di Gin recensione ha al centro qualcosa di più di un rapporto ricucito tra nonna e nipote. Ci sono temi complessi come appunto la morte, il suicidio, il lutto, la dignità, la persistenza e la tenacia. Il regista ha dichiarato di aver frequentato un collegio con un alto tasso di suicidi; in questo senso parla di un tema delicato e importante che nel film però è solo accennato brevemente. Non c’è indagine, non c’è introspezione su questo aspetto, magari non sarà stato lo scopo principale ma comunque un peccato non dedicargli più spazio. Allo stesso modo il passato del personaggio di Ruth viene presentato quasi in maniera distaccata, con delle foto e dei riferimenti alla guerra. 

Charlotte Rampling riempie la scena e lo spettatore percepisce la sua grinta, la sua forza vitale e la sua fame di vita e di verità che gli permette di immaginarla sul campo di battaglia a fare fotografie, ma anche qui non c’è ulteriore approfondimento, cosa che magari avrebbe contribuito a rendere più forte il rapporto con Sam. I due attori funzionano benissimo, c’è l’attrito iniziale, il disdegno e poi c’è l’affetto che emerge e che inizia a cementificarsi insieme ad un profondo rispetto. In conclusione di Juniper Un bicchiere di Gin recensione, il film indubbiamente che regala tanto e fa emozionare, con la sua storia e anche una regia ricca di simbolismi dove la natura la fa da maestra e incanta, peccato che non abbia osato un po’ di più su alcuni punti sfruttando il suo potenziale per regalare qualcosa di più a chi guarda e sa guardare. 

Juniper Un bicchiere di Gin

Voto - 6

6

Voto

Lati positivi

  • Ottima performance di Charlotte Rampling
  • Interessanti le tematiche affrontate

Lati negativi

  • Mancato approfondimento di alcune backstories che avrebbero contribuito a rafforzare il messaggio del film
  • Il ritmo narrativo può risultare un po' statico

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