Ctrl: la recensione dell’hindi screenlife film di Netflix

La nostra recensione di Ctrl, l'hindi screenlife film di Netflix che vi conquisterà con la sua verità.

Il premiato regista indiano Vikramaditya Motwane, autore di Udaan, LooteraAk vs AK e creatore della serie tv Sacred Games, torna a collaborare con Netflix con il film Ctrl. Con protagonista Ananya Panday, affiancata da Vihaan Samat, Ctrl è un film che usa il metodo dello screenlife e che segue la vita della protagonista, che da influencer di successo rischia di sparire per sempre dai social e di non riuscire a rimettere in piedi la propria vita. Ctrl (qui il trailer), disponibile dal 4 ottobre 2024, è un film assolutamente da vedere, un’amara riflessione sull’oggi, sui dispositivi tecnologici usati e sul controllo che l’IA potrebbe avere sulla nostra vita.

Indice

Trama – Ctrl, la recensione

Nella e Joe sono una delle coppie di influencer più amate dell’India, o forse del mondo, e la loro vita online vanta milioni di followers. Tutto cambia quando però il loro idillio crolla davanti agli occhi di quegli stessi followers che li vedevano come la coppia perfetta. Perché Nella, pronta per una sorpresa d’anniversario, sorprende Joe a baciare un’altra ragazza. Un tradimento che getta Nella nello sconforto più totale: delusa e ferita non solo per l’infedeltà di Joe, ma anche per l’umiliazione subita. Per dimenticare e cancellare Joe dalla sua vita, Nella trova un improvviso conforto in un app di IA chiamata Ctrl, che assicura di aiutarla a riprendere il controllo della propria vita. Partendo dalla possibilità di cancellare il volto di Joe da qualsiasi foto e video esista online, l’app le permette anche di dare maggiore visibilità ai suoi nuovi post, ora che gestirà il profilo da sola, e di organnizare i futuri appuntamenti di lavoro.

Ctrl

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Allen, l’avatar con cui si interfaccia Nella inizia però ad entrare fin troppo nell’esistenza della ragazza. Quando Nella permette all’app di continuare a lavorare per eliminare le foto il più in fretta possibile, anche durante la notte, mentre lei dorme, Ctrl fa ricerche private e, avendo accesso a tutto ciò che Nella ha sul computer, quindi la sua vita, può gestire le relazioni di Nella come preferisce. Ma per quale motivo? Nel frattempo Joe cerca di ricontattare e incontrare Nella, presentandosi a casa e dandole appuntamento il giorno successivo. Un appuntamento al quale Nella non si presenterà e che coinciderà con il giorno della sparizione di Joe.

Mockumentary e found footage – Ctrl, la recensione

Ctrl usa una tecnica che, ancora oggi, ha quell’inconsueta personalità che mantiene un retrogusto originale. Iniziato con The Blair Witch Project e spesso erroneamente chiamato mockumentary, viene più comunemente definito found footage, con strumenti tecnologici e una modernità che riflette gli usi, i costumi e le abitudini più attuali. Tra i più comuni e conosciuti, ma non forse tra i primi, si ricorda Unfriended, che però si limitava a un’unica sera in cui un gruppo di amici decideva di fare una videochiamata, e in più, era un film horror. Ctrl, girato appunto come se lo spettatore fosse di fronte a un desktop, è sia un thriller che una comedy, e racconta sia una vendetta tramite social che un complotto che vede l’IA come il prossimo nemico giurato dell’umanità.

Ctrl

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Giocando la carta vincente di una protagonista influencer che posta ogni momento della sua vita e che crea un profilo insieme al fidanzato, anche lui influencer, lo stile del così detto “film da desktop” non poteva che essere più indovinato. L’IA del film di Vikramaditya Motwane è un sito che si offre, non a caso, di far riprendere il controllo della propria vita, ma quella che sembra la storia di una nuova app assassina nasconde un complotto, una tecnologia che vuole continuare ad agire indisturbata. Ctrl si rivela un film agrodolce, un prodotto che sicuramente, ancora una volta, sottolinea come gli strumenti della quotidianità quali smartphone, tablet, laptop e i social media siano uno strumento di studio e controllo, ma aggiunge qualcosa in più. Qualcosa che rende Ctrl avvincente e appassionante, anche se a volte didascalico, sempre coerente comunque con un prodotto che si muove attraverso il desktop.

La tensione e l’angoscia dell’attualità – Ctrl, la recensione

Ctrl non raggiunge forse i livelli di Searching (qui la recensione), che aveva dalla sua la detection, ma che era un insieme di riprese fatte dal telefono, o dalla webcam di un computer e da telecamere di sicurezza, ma ha comunque una sua linea investigativa. Un crime che non si rivela subito e che parte invece con una serie di espedienti che strappano un sorriso. È il mondo dei social media, degli influencer, di like che salgono senza sosta, di un pubblico senza volto che ama, osanna, idolatra e passa il tempo a parteggiare per l’una o per l’altro. Lo stesso pubblico che è pronto tanto a venerare quanto a distruggere, in base a dove punti l’asticella dell’audience. L’ottima interpretazione di Ananya Panday nel ruolo di Nella rende la protagonista di Ctrl la classica influencer che vede prima il suo mondo crollare e che poi torna al massimo dello splendore, per essere poi successivamente travolta da qualcosa di più grande di lei, quando appunto il film si trasforma in un thriller.

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Ci sono dei momenti di alto livello in Ctrl che aumentano il grado di coinvolgimento e che caricano d’immedesimazione, mostrando le regole di registrazione, di inserimento delle password e i metodi di sicurezza e protezione dell’account. E irrimediabilmente anche il potere che, per comodità o perché ormai è diventato la norma, spesso noi stessi diamo a questi dispositivi. Tra termini e condizioni di utilizzo che non vengono lette e consenso all’uso dei dati personali che, alla fine, non appare così invasivo. Ma come mostra Ctrl dipende dalla situazione che si sta vivendo, si tratta di un’arma a doppio taglio, si tratta di un’identità che può essere violata, di un anonimato che non si riesce a mantenere e che, in alcuni casi, può essere rischioso, pericoloso, o fatale.

Amara rassegnazione – Ctrl, la recensione

Ciò che però veramente rende Ctrl qualcosa di più e un prodotto Netflix che ha una sua singolarità e forse uno dei primi film hindi a scegliere la tecnica dello screenlife, è l’amara e bruciante riflessione che ne scaturisce. Tutto sembra già visto, ben girato, interpretato e costruito, con pochi ma convincenti personaggi principali, una struttura lineare, una buona linea investigation e un’accettabile dose di scene che spiegano cosa sia accaduto. Ma c’è qualcosa, nel finale, che cambia tutto e che rende Ctrl un film da vedere, da approfondire, da guardare fino in fondo. Tutto sta nella personificazione di una voce e di un avatar che chiama per nome, che è presente.

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Un’entità, una figura che può essere lì quando se ne ha bisogno, di cui ti senti padrone, avendolo creato. Ma qui, questa intelligenza artificiale ha un punto d’arrivo più infido, che agisce sull’interiorità, sull’emotività, sul bisogno di un contatto umano, che però di umano non ha nulla. Un modo per combattere la solitudine, un amico, un suono, una “persona” che possiamo spegnere quando vogliamo, ma che, in certi casi, non basta mai. Gli upgrade dell’IA in Ctrl diventano sempre maggiori, sempre più finti portatori di bontà, felicità e serenità. Svilente e aspra, la conclusione incanta e stupisce come una triste realtà di accettazione, sottomissione e obbedienza. Perché gli strumenti che ci controllano sono gli stessi di cui non possiamo fare a meno.

Ctrl

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Originale nella tecnica e nella conclusione
  • Un film che si rivela un thriller ben congegnato

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