Goodbye Julia: la recensione del film di Mohamed Kordofani

Al cinema dal 24 ottobre con Satine Film l'esordio alla regia del sudanese Mohamed Kordofani premiato a Cannes: la nostra recensione di Goodbye Julia

Arriva al cinema il 24 ottobre con Satine Film, con il patrocinio di Amnesty International Italia, Goodbye Julia, il film d’esordio del regista sudanese Mohamed Kordofani. Ed è un esordio importante quello di Kordofani, con il primo film sudanese ad essere presentato al Festival di Cannes dove nel 2023, nella sezione Un Certain Regard, si è aggiudicato il Premio della Libertà. In Goodbye Julia Kordofani unisce la dimensione pubblica della storia recente del Sudan, con la separazione tra Nord e Sud del Paese, a quella privata delle due protagoniste, Mona e Julia, interpretate rispettivamente da Eiman Yousif e Siran Riak. Cinema civile e indagine psicologica, con le riflessioni politiche e sociologiche che si intersecano e compenetrano con quelle intime sulle vicende dei personaggi. Esattamente come il ritratto privato non può prescindere dall’influenza del contesto, il racconto della dimensione pubblica prende forma attraverso il puzzle che va a comporsi unendo i tasselli delle storie dei protagonisti. Con uno sguardo, quello del regista, che fa la differenza nel mettere in scena questo complesso quadro contemporaneo.

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Station Films, CULT, Klozium Studios

Indice:

La trama – Goodbye Julia recensione

Il contesto è quello del Sudan martoriato dalle tensioni tra Nord e Sud del Paese, aggravatesi dopo la morte improvvisa del vicepresidente Garang. Le rivolte imperversano anche nella capitale, lasciandosi dietro una scia di sangue e coinvolgendo direttamente anche i protagonisti di Goodbye Julia. Mona è una donna benestante di fede musulmana che vive a Karthoum con il marito Akram. Per incarnare l’ideale della moglie devota Mona ha dovuto rinunciare alla passione per il canto, fortemente osteggiata da Akram, che è addirittura arrivato a proibirle di esibirsi. Un giorno, per evitare un blocco stradale causato dalle rivolte, Mona, al volante della sua auto, deve fare una deviazione in un quartiere popolato da sudanesi del Sud.

In un momento di distrazione Mona investe un bambino e, presa dal panico, scappa via. Il padre del piccolo, a bordo della sua moto, insegue Mona fino a casa dove Akram, allertato dalla moglie, lo attende armato di fucile. Akram spara all’uomo e grazie alla sua posizione di privilegio, riesce a fare in modo che la polizia archivi il caso come legittima difesa. Nessuno indagherà oltre sulla morte di un sudanese del Sud. Mona è divorata dal senso di colpa e fa di tutto per risalire all’identità di quell’uomo, arrivando addirittura a corrompere la polizia. Scopre che quell’uomo si chiamava Santino e che viveva insieme alla moglie Julia e al figlio Daniel. Ed è così che Mona, spinta dal rimorso e dal desiderio di aiutare Julia e Daniel, offre alla giovane donna di lavorare presso casa sua come domestica. Tra le due donne si innesca un rapporto di improbabile e inconsapevole complicità e amicizia, in un crescendo che finirà per cambiare per sempre le vite di entrambe.

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Station Films, CULT, Klozium Studios

Tra cinema civile e dramma privato  – Goodbye Julia recensione

Con Goodbye Julia – la cui storia prende avvio nel 2005, quando il Sudan era ancora unito – Mohamed Kordofani tesse le fila di un dramma domestico privato sullo sfondo delle pubbliche tensioni di un Paese dilaniato e profondamente segnato dalla separazione tra Nord e Sud che culmina con la secessione del 2011. Uno sfondo che è più di un semplice contesto e che arriva a diventare una chiave interpretativa per il percorso dei personaggi, tutti a loro modo caratterizzati e influenzati dalle loro origini e dalla loro appartenenza. Il Nord dei privilegi e il Sud marginalizzato, la paura e le spinte rivoluzionarie, il razzismo e il desiderio di affermazione. L’agire di ciascun personaggio è dettato, in maniera più o meno consapevole, dal contesto socio-politico.

Kordofani non lascia mai il contesto a margine, nemmeno quando il focus narrativo si stringe sulla vicenda personale di Mona e Julia, due donne molto diverse ma accomunate dall’essere soffocate da una società che non lascia loro lo spazio essenziale per esprimersi. Mona è ingabbiata in una vita familiare che è sì comoda, ma profondamente insoddisfacente, con un marito che la frena e controlla ed è costretta, per andare avanti, a mentire per sopravvivere e a chinare il capo di fronte ai retaggi del patriarcato. Julia è sacrificata dal razzismo imperante di una società che, per il solo fatto di essere del Sud, le vieta ogni possibile forma di realizzazione. Goodbye Julia è un film fortemente connotato dal punto di vista culturale, ma il messaggio e il coraggioso appello all’unità e al superamento di barriere, piaghe sociali, fanatismi e condizionamenti, arriva forte e chiaro a qualunque latitudine con la sua portata universale.

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Station Films, CULT, Klozium Studios

Un esordio estremamente promettente – Goodbye Julia recensione

Quella che si sviluppa tra Mona e Julia è un’amicizia profonda, nata da una bugia frutto del senso di colpa che getta le basi di un percorso di solidarietà, sorellanza e liberazione. Quello di Mohamed Kordofani è uno sguardo che non giudica, che non nasconde le contraddizioni e i non detti, ma che è nel contempo carico di empatia e calore, nonché privo di qualsivoglia forma di retorica. Così come è privo di facili schematismi nella lettura degli eventi e nella costruzione del ritratto dei personaggi. La sceneggiatura compone un quadro avvincente e intenso e si sviluppa svelando le sue trame strato dopo strato, sino ad arrivare, nell’ultimo atto, a quella che è quasi una sorta di agnizione; un momento di riconoscimento personale che tocca ciascun personaggio, Mona e Julia in primis.

Goodbye Julia segna per Kordofani un esordio estremamente promettente, anche dal punto di vista tecnico, con una regia elegante e una grande cura per le immagini e la composizione delle inquadrature, sia laddove incorniciano volti sia quando colgono e restituiscono l’essenza della multiculturalità africana. Il merito di aver portato alla luce una situazione politica e sociale della quale si sa pochissimo è poi indiscusso, anche se molti dei riferimenti ai passaggi più delicati della storia del Paese potrebbero risultare ostici, o addirittura incomprensibili, a chi non la conosce a fondo. Goodbye Julia è al cinema dal 24 ottobre con Satine Film (qui il trailer).

 

Goodbye Julia

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • Il perfetto equilibrio tra cinema civile e dramma privato, indagine socio-politica e psicologica
  • La scrittura, la regia di Kordofani e l'estrema cura per le immagini

Lati negativi

  • Se non si ha una conoscenza adeguata del contesto alcuni passaggi potrebbero risultare piuttosto ostici

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