Woman of the Hour: recensione del film Netflix diretto e interpretato da Anna Kendrick

L'esordio alla regia di Anna Kendrick è un thriller e un atto di denuncia della misoginia dell'America degli anni Settanta e di oggi

Anna Kendrick è un’attrice affermata del cinema statunitense, in particolare nel genere della commedia. Ha dimostrato un gran talento anche nel genere musicale (Pitch Perfect ne è un esempio), ma anche nelle parti drammatiche. Nel recente (e imperfetto) Alice, Darling, infatti, aveva restituito una performance potente e convincente. Ora la Kendrick intraprende nuovamente questa strada, non solo davanti la macchina da presa, ma anche dietro. Su Netiflx è approdato infatti il suo debutto alla regia, Woman of the Hour, di cui vi presentiamo la recensione.

Il film, scritto da Ian MacAllister McDonald, è un esordio interessante: incentrato sullo spietato serial killer realmente esistito Rodney Alcala e alcune delle sue vittime, Woman of the Hour (qui il trailer) è un ritratto e una denuncia della misoginia imperante nell’America degli anni Settanta. Muovendosi tra thriller e pellicola di denuncia, il lungometraggio è, come molti esordi alla regia, un’opera imperfetta che ha moltissime buone intenzioni ma uno svolgimento poco convincente, confezionato però da una messinscena curata e lodevole.

woman of the hour recensione

Woman of the Hour. AGC Studios, Vertigo Entertainment, BoulderLight Pictures

Indice

La trama – Woman of the hour recensione

Cheryl Bradshaw (Anna Kendrick) è un’aspirante attrice nella Hollywood di fine anni Settanta. Le sue giornate non sono facili tra umilianti audizioni, tentativi falliti di far decollare la sua carriera e la compagnia di un vicino di casa invadente e un po’ viscido. L’occasione di farsi notare si presenta quando la sua agente le suggerisce di partecipare al popolare dating show Il gioco delle coppie. Anche qui Cheryl è costretta ad affrontare diversi comportamenti misogini, soprattutto da parte del conduttore, che la vuole frivola, sciocca e priva di intelligenza, per evitare così di intimidire i suoi “pretendenti”.

Tra i tre concorrenti si trova il serial killer Rodney Alcala (Daniel Zovatto), il quale ha violentato e ucciso numerose donne, immortalando anche l’orrore delle sue azioni. Grazie all’inerzia e i pregiudizi delle forze dell’ordine, Alcala è riuscito sempre a sfuggire alla giustizia, finendo a partecipare anche al noto dating show americano. Il percorso di Cheryl si incrocia così con quello di Alcala e, dopo il gioco, la ragazza comprenderà il pericolo che rischia di correre in compagnia di quell’uomo.

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Woman of the Hour. AGC Studios, Vertigo Entertainment, BoulderLight Pictures

L’atto di accusa di Anna Kendrick

Woman of the Hour si serve chiaramente dell’inquietante e agghiacciante storia del serial killer Rodney Alcala per lanciare un importante messaggio e denunciare la misoginia del sistema americano, non solo degli anni Settanta ma anche quello attuale. Il film mostra come lo show business e l’intera società americana siano elementi marci, in cui le donne, non solo allora ma anche adesso, sono trattate nel peggior modo possibile, tra atteggiamenti sessisti e comportamenti violenti. La cosa più grave è che i colpevoli delle azioni più agghiaccianti nei confronti delle donne rimangono impuniti per tanto tempo, a causa di numerosi pregiudizi e alla pigrizia di una polizia inerte e maschilista. La Kendrick dunque mostra come, per tanto tempo, a causa di una società completamente cieca, le donne erano perlopiù prive di rispetto e considerazione e le loro grida d’allarme sono rimaste a lungo inascoltate.

La storia di Alcala è probabilmente quella perfetta per denunciare tutto ciò e rendere l’atto di accusa il più chiaro possibile. Il film inoltre non manca di sottolineare come il modus operandi dell’uomo sfruttasse le fragilità, la solitudine e il desiderio di essere considerate di tante donne invisibili alla società. Alcala infatti si presentava inizialmente gentile, mostrandosi attento all’ascolto, e fotografava le sue future vittime facendole sentire speciali; infine finiva per aggredirle brutalmente, mettendo in atto anche un crudele gioco del gatto e del topo e immortalando le sue atroci azioni. Alcala incarna dunque quel tipo di uomo predatore, che negli anni Settanta (ma non solo) godeva di tutto il rispetto possibile da una società cieca e piena di pregiudizi, riuscendo così a compiere liberamente i suoi orribili omicidi.

Un film troppo didascalico – Woman of the hour recensione

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Woman of the Hour. AGC Studios, Vertigo Entertainment, BoulderLight Pictures

Woman of the Hour è assolutamente esplicito nel suo messaggio, se non didascalico, ma lo fa calcando un po’ troppo la mano, rappresentando un modo nettamente diviso tra bianco e nero, buoni e cattivi, tralasciando ogni sfumatura possibile. La potenza dell’atto di accusa risiede dunque in questa visione eccessivamente faziosa, che si rivela un’arma a doppio taglio per la pellicola. Nell’intenzione di sensibilizzare gli spettatori su un problema ancora tristemente attuale, il film si concentra troppo sull’impartire una lezione sacrificando due elementi fondamentali in una storia di questo tipo: la tensione narrativa e la componente psicologica. Un vero peccato perché si finisce per depotenziare una riflessione interessante e personale, che poteva risultare più potente.

Nonostante i difetti di una sceneggiatura troppo semplicistica, Woman of the Hour è un film ben girato che dimostra il talento della Kendrick anche dietro la macchina da presa. Inoltre c’è un’estrema cura nella ricostruzione d’epoca, con una notevole attenzione al reparto scenografico e dei costumi, aiutati da una buona fotografia. A essere meno convincente è la gestione della narrazione, tra flashback e flashforward che sembrano sempre inseriti nel momento sbagliato all’interno della principale linea narrativa incentrata su Cheryl e Alcala. Per quanto riguarda il cast, anche davanti la cinepresa la Kendrick offre un’ottima performance, una delle più riuscite della sua carriera. Nei panni di Rodney Alcala c’è invece Daniel Zovatto (It Follows, L’esorcista del Papa), una buona scelta poiché l’attore riesce a mostrare in modo convincente sia il lato affascinante e persuasivo sia quello agghiacciante e mostruoso del suo personaggio.

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Woman of the Hour

Voto - 5.5

5.5

Lati positivi

  • Il film possiede una buona regia e il lavoro recitativo di Anna Kendrick e Daniel Zovatto è lodevole
  • La storia del serial killer Rodney Alcala è un buon espediente per denunciare le colpe di una società misogina e piena di pregiudizi

Lati negativi

  • La narrazione spezzata continuamente nei momenti sbagliati da flashback e flashforward priva il film della giusta tensione e della componente psicologica
  • Volendo al tempo stesso impartire una lezione e compiere un atto di denuncia, la pellicola finisce per essere troppo didascalica e faziosa

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