Le choix de Joseph Cross: recensione del remake francese di Locke presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024
Gilles Bourdous, autore di Vulnerabili, Renoir e Afterwards, dirige Vincent Lindon, in Le choix de Joseph Cross, in concorso alla 19ª Festa del Cinema di Roma. Il film, remake francese del film Locke, di Steven Knight, con protagonista Tom Hardy, riprende fedelmente sia la successione degli eventi che la psicologia del protagonista del film originale. In particolare è nuovamente quell’atmosfera di ansia, tensione e suspence a pervadere l’intero film, con l’unica differenza riguardo la capacità del protagonista di esprimere i sentimenti – legata alla caratterizzazione del personaggio e non all’interpretazione – una capacità quindi minore in Locke e maggiore in Le choix de Joseph Cross. Una scelta che rende, quasi impercettibilmente, le due figure più distanti. Le choix de Joseph Cross (qui il trailer) vede nel cast di voci Micha Lescot, Pascale Arbillot e Gregory Gadebois.
Trama – Le choix de Joseph Cross, la recensione
Jospeh Cross, uomo tutto d’un pezzo, affidabile, pratico, concreto e prossimo a un’importante giornata in ambito professionale che potrebbe determinare il futuro dell’azienda edile del quale fa parte, una notte si allontana dal cantiere dove stava lavorando. Deve fare un viaggio, stare via per un po’, troppo per il suo capo. Ma questa direzione che prende, questa scelta che è un dovere influenzerà tutta la sua vita, dipende da questo, da un atto di coraggio, da un obiettivo da raggiungere, da un dover fare i conti con se stesso e con la realtà.
Joseph, chiuso in macchina, riceve telefonate dalla moglie, dai figli, dal suo capo e dal suo sottoposto, Insieme a quelle di un’altra donna, che è in ospedale e sta per partorire, un’anima che appare sola e fragile e che solo la voce di Joseph riesce a confortare. È da lei che Joseph sta andando ed è arrivato il momento di spiegare a chi gli sta intorno dove si sta recando e soprattuto perché. In particolare perché per lui sia così fondamentale essere presente.
Similitudini e differenze – Le choix de Joseph Cross, la recensione
Le choix de Joseph Cross riprende fedelmente, con grande accuratezza, tutto ciò che accade in Locke. C’è il tema del tradimento, quello del lavoro, nello specifico di un giorno dal quale dipende la carriera di tutti, e poi del licenziamento. C’è il tema della maternità e anche della paternità, insieme a quello del rapporto padre figlio, sul quale tutto si basa, dal quale la scelta di mettersi al volante prende vita. Una scelta che costerà caro, che può sembrare apparentemente innocente, normale, un lungo viaggio, una notte come tante, ma che non in realtà non lo é. Perché il viaggio, dentro di sé e verso l’ospedale, si trasforma in un lento declino: un’inesorabile e ininterrotta rovina e distruzione della vita di un uomo. Un errore inconfessabile con conseguenze che sembrano renderlo ancora più grave, più impossibile da dimenticare, più capace di condizionare l’esistenza di chi l’ha commesso. Il Locke con Tom Hardy si ritrova quindi con precisione in Le choix di Jospeh Cross.
Eppure ci sono delle differente. L’Ivan di Locke è impassibile e imperscrutabile, mentre la sua vita si sgretola deve mantenere i nervi saldi, concentrarsi sulla guida, raggiungere un luogo e non lasciarsi prendere dalle emozioni. Il tono dello straordinario Tom Hardy di Locke cambiava leggermente da quanto parlava con il suo sottoposto a quando si rivolgeva alla moglie, fino a tutte le altre telefonate che si susseguivano nel corso della notte. Era percepibile dai suoi occhi, dal suo sguardo, il tumulto di sensazioni che viveva dentro di sé. Il regista Gilles Bourdous fa un’operazione lievemente diversa. Il Joseph di Vincent Lindon è più sofferto, più travolto dai sentimenti. Per quanto il suo scopo sia sempre quello di essere vicino a una donna che sta per partorire, si avverte fortemente quanto tutto ciò che accade lo travolga. Non a caso il significato di Locke del titolo era di ricercarsi in “chiuso”, e in Le choix de Joseph Cross è invece “la scelta”.
Conclusioni – Le choix de Joseph Cross, la recensione
Sempre teso come un thriller, in Locke si distingueva con evidenza la claustrofobia del film, la fermezza e capacità di controllo di un uomo che, all’interno di una situazione di fortissimo stress, rimane fermo, alla guida, determinato a portare a termine quella che per lui è una vera e propria missione di vita, un dovere nei confronti di se stesso. Un animo che viene logorato durante alcune delle più drammatiche notizie che si possano ricevere.
Il film procede quindi con tutta la tensione e l’angoscia che aveva contraddistinto Locke, ma con un’emotività maggiore, più visibile. Una scelta che, con un attore come Vincent Lindon, è estremamente riuscita. Il protagonista di Le choix de Joseph Cross è a volte scosso, altre commosso, preda dell’agitazione, dello sconforto e della malinconia di una situazione tanto anomala quanto teatro di momenti, ricordi, complessità e problematiche del quotidiano. Un quotidiano che forse non tornerà mai più come prima.
Le choix de Joseph Cross
Voto - 7.5
7.5
Lati positivi
- Angosciante e coinvolgente
- Grande interpretazione di Vincent Lindon