Il ragazzo dai pantaloni rosa: Recensione del film sul bullismo
In sala, a partire dal 7 novembre, c'è Il ragazzo dai pantaloni rosa, film tratto da una storia vera e che ha come tema il bullismo. Qui la nostra recensione
Dopo la presentazione alla Festa del cinema di Roma nella categoria Alice nella città, si trova in sala dal 7 novembre Il ragazzo dai pantaloni rosa (qui il trailer), film diretto da Margherita Ferri e tratto da una tragica storia vera di un ragazzo, Andrea Spezzacatena, che si è tolto la vita a quindici anni perché vittima di bullismo. La sua storia era già nota perché la madre Teresa Manes si è sempre battuta per farla conoscere a più persone possibili per sensibilizzare sull’argomento. Questo le ha permesso anche di essere nominata Cavaliere della Repubblica da parte del presidente Sergio Mattarella. Ora grazie a questa pellicola, Teresa e la storia di suo figlio potranno arrivare ad ancora più persone.
Indice:
Trama – Il ragazzo dai pantaloni rosa recensione
Come anticipato, questo film è tratto da una storia vera. Andrea Spezzacatena (Samuele Carrino) è un brillante studente delle scuole medie che, oltre ad un ottimo rendimento scolastico, ha molto talento nel canto e nel suonare il pianoforte. È molto legato alla sua famiglia, composta da un fratello più piccolo, la madre Teresa (Claudia Pandolfi) e il padre Tommaso (Corrado Fortuna). Nonostante tutto ciò, è un ragazzo molto sensibile e solitario.
In terza media Andrea subisce un atto di bullismo da parte di Christian (Andrea Arru), che espone in modo umiliante un segreto molto delicato di Andrea. I due si trovano insieme anche alle superiori, dove Andrea subisce nuovamente atti di bullismo dovuti al fatto che indossasse un paio di pantaloni rosa (originariamente rossi, ma stinti in lavatrice), per poi essere anche sottoposto ad uno “scherzo” molto crudele ad una festa scolastica. Le vicende hanno come narratore l’attore Samuele Carrino, che, nei panni del protagonista, commenta tutto come se osservasse dall’aldilà. Infatti, come anticipato anche nel film, così come purtroppo nella vita vera, Andrea compirà l’estremo gesto.
Fortunatamente non viene specificato come ciò sia avvenuto né tantomeno viene mostrato, non rischiando così di rendere il film uno spettacolo morboso.
Analisi Tecnica – Il ragazzo dai pantaloni rosa recensione
Da un punto di vista tecnico, il film non è fra i più riusciti, ma non è neanche terribile. La regia di Margerita Ferri è sicuramente interessante, mette infatti bene in evidenza le emozioni dei personaggi, riuscendo in modo particolare nel suo intento nella scena dello “scherzo” alla festa, coinvolgendo perfettamente lo spettatore nella tragicità di quanto accaduto. Molto ben riuscite anche le scenografie, che creano delle ottime ricostruzioni e che rendono interessanti soprattutto gli ambienti domestici dei vari personaggi. Aspetto degno di nota anche le interpretazioni, prima su tutte quella di Claudia Pandolfi, ma sicuramente anche Samuele Carrino è una bella scoperta per il mondo del cinema nostrano.
D’altro canto, la colonna sonora non è stata gestita al meglio, ha poco a che vedere con quanto sta accadendo in scena ed è a volte così alta che quasi copre i dialoghi.
Qualche problema di scrittura – Il ragazzo dai pantaloni rosa recensione
Nonostante si capiscano le motivazioni del tragico gesto compiuto da Andrea, il passaggio dagli atti di bullismo al gesto stesso è un po’ troppo netto. La gravità delle conseguenze di ciò che gli è stato fatto rimane sempre molto vaga e non si ha mai una reale percezione di quanto la famiglia fosse o meno a conoscenza di quanto accadesse. Sempre a proposito della famiglia, sia il padre sia il fratellino ad un certo punto sostanzialmente spariscono dalla narrazione, nonostante fossero molto importanti per Andrea, e così a un certo punto il film si concentra solo sul rapporto con la madre, sicuramente importante, ma fagocita eccessivamente tutto il resto.
Inoltre, a inizio film apprendiamo che Andrea è nato il 14 novembre, cosa che corrisponde alla realtà. Al compimento dei suoi quindici anni, parla di quello come il suo ultimo giorno sulla Terra, come se si fosse suicidato il giorno stesso. Quando però il film finisce e partono i titoli con delle informazioni aggiuntive, scopriamo che il tragico evento è capitato il 20 novembre, sei giorni dopo.
Se neanche citare il modo in cui si è tolto la vita è stata una scelta delicata, fare una scena drammatica in cui dopo il compleanno saluta la madre sottintendendo che stia andando a togliersi la vita, è una scelta decisamente di cattivo gusto, considerando soprattutto che il film stesso poco dopo ci dice che non è ciò che è accaduto. Certo, la costruzione drammatica è importante nella narrazione filmica, ma cercare di strappare a tutti i costi la lacrima mentendo allo spettatore quando si tratta di una storia realmente accaduta non è il massimo.
Conclusioni – Il ragazzo dai pantaloni rosa recensione
In conclusione, il film sicuramente non è perfetto e ha quello scivolone un po’ di cattivo gusto, ma parla comunque di un tema importante e, per la maggior parte del tempo, in maniera adeguata e rispettosa. Sta già venendo proiettato in diverse scuole e sicuramente continuerà ad accadere per un po’ di anni, come fra l’altro è giusto che sia per film del genere.
Il ragazzo dai pantaloni rosa
Voto - 6.5
6.5
Lati positivi
- Il film tratta di una tematica importante
- C'è una buona regia e ottime interpretazioni
Lati negativi
- La sceneggiatura presenta diverse pecche
- La colonna sonora è poco adeguata e troppo alta