Il Gladiatore 2 tra realtà e finzione: tutte le inesattezze storiche del film di Ridley Scott
Il Gladiatore 2 e tutte le sue inesattezze storiche, tra critiche di storici e appassionati di film di genere
Quando si cerca su Internet Il Gladiatore 2, il secondo capitolo del capolavoro con Russell Crowe e diretto ancora una volta da Ridley Scott, viene etichettato nella categoria “genere” come “film storico”. Secondo la definizione dell’espressione – reperibile da tutti su una qualsiasi Treccani – un film storico è “un’opera cinematografica che ricostruisce un’epoca o fatti storicamente avvenuti e datati, in modo riconoscibile per gli spettatori e contenendo una riflessione sulla natura stessa della Storia, che nel film in costume, invece, costituisce un semplice pretesto narrativo, un artificio melodrammatico destinato ad alimentare il piacere del romanzesco”.
È sempre stato così, anche prima del Gladiatore 2, che ricordiamo è uscito nelle sale lo scorso 14 novembre. Eppure, chissà perché ogni volta che un film storico viene trasmesso al cinema, tutti gli storici o alcuni presunti tali si indignano per quelle inesattezze storiche, più o meno grandi, che servono per incanalare l’arte cinematografica in una determinata direzione e mettere su una realizzazione che funzioni sul grande schermo.
Anche questa volta non sono mancate le critiche e le lamentele su alcune inesattezze, per alcuni imperdonabili, che conterrebbe il secondo capitolo de Il Gladiatore. Al di là del proprio gusto personale (vi consigliamo tra l’altro di leggere la nostra recensione QUI), scopriamo insieme – per un puro interesse per la storia – quali sono tutte le incongruenze storiche emerse dopo aver visto Paul Mescal portare avanti l’eredità di suo padre e diventare il nuovo incredibile Gladiatore. Ricordiamo che dal prossimo paragrafo in poi potreste trovare molti spoiler sul film.
Indice
- Che ci fanno l’acqua e gli squali nel Colosseo ne Il Gladiatore 2?
- Il 200 d.C, un annocontroverso e pieno di inesattezze
- E Lucilla?
- Perché è stato scelto Denzel Washington?
Che ci fanno l’acqua e gli squali nel Colosseo ne Il Gladiatore 2?
Partiamo dalla scena più contestata di tutto il film, quella degli squali, considerata una vera e propria “spazzatura hollywoodiana” da alcuni. Nella pellicola, infatti, in un momento particolare si vede Annone entrare nell’anfiteatro Flavio a bordo di una nave da combattimento, pronto ad affrontare insieme agli altri gladiatori una riproduzione fedele della battaglia navale di Salamina, durante la quale i greci sconfissero i persiani nel 480 a.C.
La prima domanda che sorge spontanea vedendo quella scena, visivamente parlando tanto bella: era possibile mettere dell’acqua all’interno del Colosseo? E ancor di più: i romani conoscevano gli squali e sapevano metterli tranquillamente in una piscina d’acqua creata solo per lo spettacolo? Andiamo per gradi.
La prima domanda può avere una sola risposta: sì. Era effettivamente possibile riempire il Colosseo di acqua e assistere così alle naumachie, che erano gli spettacoli rappresentanti una battaglia navale. Lo stesso Marziale testimonia che, durante una delle tante rappresentazioni, “gli spettatori videro in poco tempo l’anfiteatro riempirsi d’acqua”. Era quindi di uso comune mettere su spettacoli di battaglie navali e riempire il Colosseo all’occorrenza di acqua.
All’interno del film di Ridley Scott, però, questa rappresentazione è decisamente anacronistica. Ricordiamo infatti che il film è ambientato nel 200 d.C. Nella storia romana, durante questo periodo, furono costruite delle gallerie nella parte sottostante della struttura che avevano reso nulla la possibilità di riempire il Colosseo d’acqua. Si deduce quindi che la scena de Il Gladiatore 2 è un puro artificio scenico messo su per catturare lo spettatore.
Nella stessa scena poi, mentre sopra il livello dell’acqua Annone e gli altri cercavano di sopravvivere uccidendosi a vicenda, sotto l’acqua erano in agguato una serie di squali pronti a cibarsi di qualunque essere umano cadesse. Gli squali probabilmente sono stati alcuni degli aspetti che più hanno fatto rabbrividire gli storici di tutti il mondo, tanto da far scomodare lo stesso Ridley Scott e parlare alla stampa per difendersi per la sua scelta registica.
Ovviamente la presenza degli squali era pressoché impossibile ai tempi dei romani e soprattutto in uno spazio minimo come quello dell’Anfiteatro Flavio. Per di più non ci sono fonti storiche che testimonino una possibile apparizione di squali a Roma.
Il 200 d.C, un anno controverso e pieno di inesattezze
Come abbiamo già precedentemente detto, Il Gladiatore 2 è ambientato nel 200 d.C. Anche in merito a questa data ci sono tante inesattezze storiche: conquiste non avvenute, personaggi già morti e altri che dovevano ancora assaporare l’odore del potere. Nella scena iniziale del film vediamo Roma assaltare la zona africana della Numidia con a capo il generale Acacio. Nella realtà, invece, la Numidia diventa provincia romana nel 146 a.C, alla fine della terza guerra punica. Fu poi al centro dell’interesse dei potenti di Roma anche successivamente, come ad esempio Ottaviano Augusto, che riorganizzò le province d’Africa, tra cui la stessa Numidia.
Nel 200, altresì, al potere non c’erano i fratelli Geta e Caracalla, come presentato nel film, ma il loro padre, l’imperatore Settimio Severo che morirà nel 211. I suoi due figli, Caracalla e Geta, succedettero al padre secondo le sue ultime volontà dieci anni dopo rispetto agli eventi narrati nella pellicola di Ridley Scott. Un’altra differenza sostanziale tra la realtà e la finzione è il rapporto che i due fratelli avevano nel loro palazzo.
Nella pellicola, infatti, li vediamo molto affiatati e felici del potere che hanno, tiranni pronti a vivere la vita nello sfarzo mentre i loro cittadini muoiono di fame. La realtà però era ben diversa. Caracalla e Geta si odiavano di un odio profondo, diventato insostenibile anche nel loro palazzo, nel quale i due vivevano separati e interfacciandosi solo in occasioni particolari. La situazione degenerò nel 217, quando Caracalla uccise (o secondo altre fonti lo fece uccidere) suo fratello con una spada.
Caracalla riuscì quindi a regnare da solo per sei anni, mettendo in atto tutta la sua ferocia e la sua crudeltà. Nella pellicola vediamo invece i due fratelli molto vicini tra loro, anche se Geta sempre un passo avanti rispetto a Caracalla, che un po’ vive all’ombra del fratello più spietato. Complice anche l’aiuto del personaggio di Denzel Washington – Macrino – Caracalla riesce a mettere in atto l’estremo gesto, spezzando la giovane vita del fratello.
E Lucilla?
Nel 200, inoltre, troviamo un ritorno quanto mai apprezzato da chi il primo Gladiatore lo aveva amato, Augusta Lucilla, interpretata anche questa volta da Connie Nielsen, la figlia dell’imperatore giusto Marco Aurelio, sorella dello spietato Commodo e madre del tormentato e appassionato Lucio Vero/Annone. In realtà secondo gli storici Lucilla morì tra il 182-183 d.C. Fu suo fratello Commodo a esiliarla a seguito della congiura ordita dalla donna insieme a un gruppo di membri della famiglia imperiale.
Lucilla fu così esiliata a Capri insieme a sua figlia e sua cognata Numidia Cornificia Faustina. Furono poi uccise da un centurione dell’imperatore l’anno successivo. Nel film invece vediamo Lucilla ritrovare il vecchio figlio perduto e sposata per la seconda volta con il generale Acacio, personaggio interpretato da Pedro Pascal che non è esistito realmente nel mondo romano di quell’epoca e creato appositamente per la narrazione filmica.
Perché è stato scelto Denzel Washington?
Ultimo aspetto che ha fatto storcere il naso agli storici più accaniti è stata la scelta di Denzel Washington per interpretare il ruolo di Macrino, che anziché console come vediamo fu nominato prefetto del pretorio da Caracalla e successivamente fu proclamato imperatore dall’esercito dopo aver ucciso il precedente imperatore con una congiura.
In realtà la scelta dell’attore “nero” per il ruolo di Macrino non deve scandalizzare così tanto come si pensa. A Roma, infatti, non era così inusuale avere a capo qualcuno che non fosse di origine romane. Ci furono ad esempio alcuni dei più grandi imperatori provenienti dalle province romane, come lo stesso Settimio Severo che proveniva dal Nord Africa. D’altronde, la stessa storiografia ufficiale afferma che Macrino fosse un uomo di origine africane, quindi la scelta di Denzel Washington, checché se ne dica, non è così sbagliata come si pensa.