Adorazione: la recensione della serie tv Netflix
Tra teen drama e thriller su Netflix arriva la serie tv young adult diretta da Stefano Mordini liberamente ispirata al romanzo d'esordio di Alice Urciolo
Adorazione è la nuova serie tv young adult italiana disponibile su Netflix dopo la presentazione in anteprima dei primi due episodi alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città. Diretta da Stefano Mordini (La scuola cattolica) e liberamente ispirata all’omonimo romanzo d’esordio di Alice Urciolo (co-sceneggiatrice di Skam Italia e ideatrice di Prisma), la serie coniuga teen drama e trama thriller per raccontare una storia che, partendo dalla scomparsa della sedicenne Elena, parla di vuoto emotivo, conflitti generazionali e violenza, ma anche di amore, amicizia e famiglia. La lente di ingrandimento è su un gruppo di adolescenti della provincia dell’Agro Pontino, ciascuno con le proprie problematiche, sullo sfondo di un’estate che, a causa di un evento drammatico, cambierà per sempre le loro vite.
L’adattamento si discosta non poco dal materiale di partenza, con una sceneggiatura che rimaneggia in parte il piano narrativo e spinge il focus sul fronte investigativo, con la misteriosa scomparsa di Elena da risolvere in 6 episodi nei quali si amalgamano le storie di ognuno dei protagonisti. Il cast mescola volti nuovi a quelli di attori più noti e comprende Noemi Magagnini (Vanessa), Alice Lupparelli (Elena), Beatrice Puccilli (Vera), Penelope Raggi (Diana), Luigi Bruno (Gianmarco), Giulio Brizzi (Giorgio), Tommaso Donadoni (Enrico), Federico Russo (Christian), Alessia Cosmo (Teresa), Federica Bonocore (Melissa) insieme a Barbara Chichiarelli (Chiara), Claudia Potenza (Manuela), Max Mazzotta (Ricotta), Mario Sgueglia (Andrea) e Ilenia Pastorelli (Enza). Tra gli interpreti vi è anche Noemi, al suo esordio come attrice in una serie tv nel ruolo di Diletta.
Indice:
- La trama
- Premesse interessanti per uno sviluppo troppo frammentato
- Troppi spunti che finiscono col rimanere in superficie
La trama – Adorazione recensione
Adorazione è una serie young adult che racconta la storia di un gruppo di ragazze e ragazzi adolescenti durante l’estate che cambierà per sempre le loro vite. La scuola è appena finita e i turisti iniziano ad accorrere sulle splendide spiagge di Sabaudia, quando Elena, 16 anni e una voglia matta di fuggire dalla provincia dell’Agro Pontino, scompare. Ognuno degli amici di Elena sa qualcosa che non dice, ha un legame segreto con la ragazza e forse ha a che fare con la sua misteriosa sparizione. Sarà l’inizio di un viaggio che, tra sospetti e rivelazioni, porterà ognuno dei ragazzi a fare i conti con la verità delle proprie relazioni e della propria educazione sentimentale.
Premesse interessanti per uno sviluppo troppo frammentato – Adorazione recensione
A differenza di quanto avviene nel romanzo di Alice Urciolo, l’adattamento di Adorazione scritto da Donatella Diamanti, Giovanni Galassi, Tommaso Matano, Francesca Tozzi e Gianluca Gloria, colloca la sparizione di Elena nel presente, puntando molto in questo modo sulla componente investigativa e la trama thriller. Mentre si indaga sulla scomparsa di una ragazzina un po’ ribelle cui la vita di provincia è sempre stata stretta, si viviseziona quella stessa provincia e i personaggi – giovani e adulti – che la popolano e si analizzano temi universali come l’incomunicabilità tra generazioni, le amicizie e gli amori tossici, la necessità di trovare un proprio posto nel mondo e l’incapacità di accettarsi.
Le premesse sono valide, interessanti e potenzialmente ricche di spunti, ma lo sviluppo di Adorazione non sempre riesce a tenervi fede, con troppa carne al fuoco, troppi personaggi e storyline a frammentare la narrazione. Ed è il ritratto, spesso poco incisivo, di questi personaggi a fiaccarne l’impatto, specie nel caso degli adulti. Il vuoto emozionale e l’incomunicabilità tra genitori e figli emerge – come nel caso del rapporto tra Vanessa e i suoi – ma resta in superficie, ed è un peccato poiché lo scopo di puntare l’attenzione e far riflettere sulla necessità di una formazione sentimentale è lodevole nonché urgente. Tutti hanno segreti da nascondere, contrasti e tensioni con cui fare i conti e se da un lato è vero che le diverse linee narrative confluiscono in quella principale sulla sparizione di Elena, è proprio l’attenzione su quest’ultima a risentirne. Al punto che l’evento scatenante di Adorazione diventa quasi secondario.
Troppi spunti che finiscono col rimanere in superficie – Adorazione recensione
Adorazione sovraccarica lo spettatore di spunti e riflessioni senza però portarli a termine in maniera compiuta. Senza che chi guarda abbia il tempo di assorbire del tutto quelle stesse riflessioni, così urgenti, su tematiche che riguardano da vicino il pubblico cui la serie è destinata. Si parla di rabbia, di paure, di scelte autodistruttive, di genitori inadeguati e di figli allo sbando, si fa cenno a ideologie politiche pericolosamente nostalgiche e ottuse, ma questa marea di spunti rimane in superficie. Il rischio è quello che i giovani spettatori di questa serie – che si presta alla perfezione al binge watching – finiscano per farsi scivolare addosso il messaggio e quello che dovrebbe essere il cuore tematico della storia.
Non c’è tempo di interiorizzare il messaggio e non c’è tempo per affezionarsi ai giovani protagonisti, nonostante gli attori – alcuni un po’ acerbi – facciano del loro meglio per puntare sull’intensità. Tra tutti spicca Noemi Magagnini, il cui esordio colpisce a livello emotivo e cui si perdona volentieri qualche incursione nel territorio dell’overacting. Manca il tempo di comprendere e di partecipare emotivamente e spesso il commento più puntuale e coinvolgente agli eventi è quello veicolato dalla colonna sonora, ben sfruttata e utilizzata come una chiave interpretativa che, altrove, manca. Adorazione (qui il trailer) è disponibile su Netflix da mercoledì 20 novembre.
Adorazione
Voto - 5
5
Lati positivi
- La prova di Noemi Magagnini
- L'ottimo utilizzo della colonna sonora
Lati negativi
- Troppi spunti e riflessioni importanti che rimangono in superficie
- La narrazione è troppo frammentata