David Lynch, 5 film da vedere per ricordare il regista visionario

In occasione di quello che sarebbe stato il suo compleanno, ricordiamo David Lynch con cinque dei suoi film più rappresentativi

C’è un aggettivo che si usa spesso per definire la poetica e lo stile di un grande regista: visionario. E mai come nel caso di David Lynch l’aggettivo visionario è calzante e centrato. Con David Lynch, morto all’età di 78 anni, se ne va un pezzo unico della storia del cinema, un artista unico e geniale che ha lasciato il segno con opere audaci, storie sospese tra sogno e incubo che hanno cambiato e rimodulato il linguaggio cinematografico e che resteranno eredità come eredità indimenticabile. In occasione di quello che sarebbe stato il suo 79° compleanno, ricordiamo il regista attraverso 5 film da rivedere o scoprire.

Eraserhead (1977)

Eraserhead, primo lungometraggio di David Lynch è un manifesto artistico, un horror sui generis sperimentale, un incubo ad occhi aperti di stampo surrealista che esplora i meandri della mente umana in un viaggio grottesco, bizzarro e toccante che tocca temi come la paternità, l’alienazione e la solitudine. La storia è quella di Henry (Jack Nance), che deve prendersi cura del bambino appena partorito dalla sua fidanzata, una creatura mostruosa e deforme, nel suo squallido appartamento in una zona industriale. Una storia tutto sommato lineare che si traduce in immagini surreali, esasperate dal bianco e nero, che sono la trasposizione dell’angoscia, della fantasia e della follia del protagonista.

The Elephant Man (1980)

Tre anni dopo il suo esordio David Lynch porta sullo schermo la storia vera di John Merrick (interpretato da John Hurt), un giovane uomo brillante, emarginato ed etichettato come mostro per via di una malformazione ossea che gli deforma il corpo e il viso. The Elephant Man è il film più “semplice” e chiaro tra quelli diretti da David Lynch, ma è anche una commovente e toccante analisi di come la società tratta gli outsider e gli emarginati. Oltre ad aver consacrato la carriera di Anthony Hopkins, The Elephant Man ha ottenuto 8 nomination agli Oscar nel 1991.

david lynch

Brooks Film

Velluto blu (1986)

Un noir ambientato nella provincia americana e che di quella provincia mostra il lato nascosto e più oscuro, con una storia che prende le mosse dal ritrovamento di un orecchio mozzato. Qui la firma surrealista di David Lynch si fa ancor più forte, con una tendenza – che già è consolidata – a immergere lo spettatore in continue sensazioni di disagio e in atmosfere ambigue. Kyle MacLachlan, che ricordando Lynch ha dichiarato di dovergli carriera e vita, è protagonista insieme a Laura Dern, Isabella Rossellini e Dennis Hopper di un thriller psicologico a metà tra sogno e incubo, eros e violenza.

Strade perdute (1997)

Strade perdute è uno dei film più complessi e insieme più rappresentativi della poetica lynchiana. Accolto all’epoca dell’uscita in maniera piuttosto tiepida è oggi considerato un cult. Noir moderno popolato di personaggi misteriosi, atmosfere sospese, tempi dilatati come quelli di un sogno e una struttura narrativa in cui, semplificando, la storia si ripete due volte, senza un inizio e una fine e non in maniera circolare. Una storia in cui realtà e finzione si mescolano fino a non distinguersi con protagonisti Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty e Robert Loggia. La colonna sonora è prodotta da Trent Reznor e include brani di artisti come Marilyn Manson (che ha anche un cameo), David Bowie e i Rammstein oltre alle musiche originali di Angelo Badalamenti e Barry Adamson.

david lynch 3

CiBy 2000, Asymmetrical Productions

Mulholland Drive (2001)

Considerato il miglior film di David Lynch, nonché uno dei migliori film di sempre, Mulholland Drive nasce come episodio pilota di una serie tv mai realizzata prima di arrivare sul grande schermo. Naomi Watts, nel ruolo che ha lanciato la sua carriera, è Betty, un’aspirante attrice arrivata a Los Angeles per realizzare il suo sogno, che fa amicizia con una donna che si fa chiamare Rita (Laura Elena Harring) e soffre di amnesia. Quello che inizia come un viaggio nella memoria di Rita alla ricerca della sua identità diventa un dramma psicologico enigmatico che sfida lo spettatore e racconta il cuore del sogno (o incubo) hollywoodiano tra illusioni e realtà.

 

 

 

 

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *