Paradise: la recensione della nuova serie sci-fi di Disney +

Il thriller politico incontra la distopia post-apocalittica nell'adrenalinica e profetica serie ideata dal creatore di This Is Us. Disponibile su Disney +

Con il caricamento dell’ultimo dei suoi otto episodi si è conclusa ieri su Disney + la prima stagione di Paradise. Una serie, creata dal Dan Fogelman di This Is Us, che affronta la sci-fi da un punto di vista inedito, mischiando assieme thriller politico e distopia, dramma famigliare e attualità. Seguendo le vicende dell’agente Xavier Collins (Sterling K. Brown), guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti alle prese con un delitto e un complotto ben più grandi di lui, Paradise tratteggia infatti un mondo non troppo lontano dal nostro. Un futuro drammaticamente possibile dove l’umanità è costretta a fare i conti con le sue scelte più estreme e scellerate.

Appropriandosi di quell’immaginario post-apocalittico che, da Fallout a The Last of Us, passando per The Walking Dead, pare non conoscere mai crisi, pronto a incarnare, di volta in vola, paure sempre nuove e diverse, Paradise mette così in scena un mondo lontano eppure decisamente prossimo al nostro. La storia di un sistema che, dopo aver portato il mondo sull’orlo del baratro, continua a resistere, replicando all’infinito le sue dinamiche di sopraffazione, tra giochi di potere, interessi economici e classismo. Una serie che – con un tempismo sorprendente – dialoga fortemente col nostro presente, senza trascurare, però, l’azione e il coinvolgimento emotivo.

Indice:

Trama – Paradise recensione

Il Presidente degli Stati Uniti Cal Bradford (James Marsden) viene trovato morto nella sua camera dal capo della sicurezza, l’agente Xavier Collins. Tutto, sin da subito, fa pensare a un omicidio, qualcosa collegato, forse, a qualche segreto di Stato. Le indagini di Xavier, però, sono complicate dalle pressioni esercitate da chi al Presidente era più vicino, come la plutocrate Samantha Redmond, detta Sinatra (Julianne Nicholson), nonché dalla necessità di tenere la piccola comunità teatro del delitto all’oscuro per evitare il panico.

Sì, perché tutto quello che (forse) resta del mondo così come lo conoscevamo è rintanato in una città sotterranea, una comunità di privilegiati (appositamente selezionati) nascosta sotto i monti del Colorado. È qui, dopo un’immane cataclisma mondiale, che gli Stati Uniti tentano di sopravvivere, tra interessi economici, egoismi e segreti inconfessabili. Ma se la verità non fosse quella che a tutti è stata raccontata? Se fuori da quel mondo chiuso e isolato ci fosse ancora un’umanità che lotta per la sopravvivenza?

Paradise recensione

Paradise. 20th Television

Oltre i generi

Inizia come il più classico dei thriller politici, Paradise, mettendo in scena nientemeno che l’assassinio del Presidente degli Stati Uniti e il conseguente proliferare di piste, accuse e doppi giochi. Ma, sin dal twist del primo episodio, diventa subito chiaro come nella serie creata da Dan Fogelman niente sia davvero come sembri e tutto sia un po’ più complicato del previsto. Presto infatti il complotto si allarga a una realtà decisamente diversa, una realtà che flirta con lo sci-fi e il post-apocalittico pur restando ben ancorata a scenari drammaticamente plausibili.

È la verisimiglianza, del resto, il punto forte della serie targata Disney Plus. Dalla crisi climatica globale alle tensioni politiche internazionali, passando per un sistema dove il potere politico è sempre più asservito agli interessi economici (l’ambigua figura di Sinatra e il suo rapporto col Presidente, con tutti i riferimenti all’attualità che questo può comportare), sembra infatti che la serie parta proprio dal nostro presente per delineare il quadro di un’apocalisse (nemmeno troppo) futura.

Paradise recensione

Paradise. 20th Television

L’apocalisse è già qui

Lo scenario ideale per mettere in scena i paradossi, i vizi e le contraddizioni della nostra contemporaneità sembra così essere quello di un’umanità autoconfinatasi in una città-bunker, un microcosmo sotterraneo e isolato a metà strada tra The Truman Show e Under The Dome. Messi da parte i vault di Fallout e rimandi troppo fantascientifici, i personaggi di Paradise si trovano infatti a vivere in un luogo che è quasi la copia (o la parodia) di tante cittadine viste sul grande e piccolo schermo. Una Twin Peaks altrettanto piena di segreti che la serie, episodio dopo episodio, si propone di svelare.

Paradise e la sua comunità diventano così emblema di un mondo a un passo dal nostro. Un mondo fatto di egoismi, classismo e individui senza scrupoli dove gli interessi economici dettano le regole e la politica non è altro che una facciata di comodo per un potere cieco e assoluto. Confermando l’adagio che sia più facile immaginare la fine del mondo che quella del capitalismo, la serie racconta di un sistema capace di sopravvivere anche alla sua stessa distruzione, di un sogno americano fatto di ingiustizie, manie di controllo e bugie sempre più simile a un incubo da cui è impossibile fuggire. 

Paradise recensione

Paradise. 20th Television

Tra impegno e intrattenimento

Giocando, ancora una volta, su due piani temporali ben distinti, tra flashback e rivelazioni, Fogelman, dopo This Is Us, dà così vita a una nuova narrazione corale solo apparentemente lontana dalla sua precedente fatica seriale. Perché al di là del suo contesto fantascientifico (con un episodio, il settimo, che vale un intero film), oltre un’azione ben calibrata e ricca di colpi di scena, al centro della storia ci sono sempre uomini (comuni o meno) alle prese con il peso delle proprie scelte e delle proprie azioni.

Un’umanità fragile ed eterogenea raccontata in ogni sua sfaccettatura, senza sconti, capace di gesti d’amore ma anche, e soprattutto, di mostruosi egoismi. Il risultato è così una serie capace di guardare al presente e alle sue storture pur senza rinunciare all’intrattenimento, dando vita a un mistero legato a doppio filo a temi capitali della nostra contemporaneità, a storture, ingiustizie e problematiche di giorno in giorno sempre più concrete e cocenti.

Paradise

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • La serie riesce a unire in maniera intelligente e non scontata fantascienza e thriller, dramma e attualità
  • La metafora esibita si accompagna a un intrattenimento tutt'altro che banale

Lati negativi

  • Esaurite le sue premesse, il rischio è che, nelle successive stagioni, la serie si adagi sui binari più classici del filone post-apocalittico

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