The Studio: recensione della comedy Apple TV + con Seth Rogen e Catherine O’Hara
La serie Apple Tv + analizza il mondo del cinema tra le regole del marketing e quelle della qualità estremizzando situazioni e strappando inevitabili risate
The Studio è la nuovissima comedy targata Apple TV+ assolutamente da non perdere. È possibile lavorare facendo qualcosa che si ama? Una domanda che ci si fa molto spesso; sicuramente unire lavoro e passione sembrerebbe la risposta perfetta ma purtroppo questo non accade e si scende a compromessi. Partendo da questo presupposto The Studio mette al centro la storia di Matt Remick che viene promosso a capo dei Continental Studios, una casa di produzione in crisi. Una promozione che Matt aspetta da anni: lui che è un appassionato cinofilo ora ha finalmente la possibilità di fare dei film di qualità, creando qualcosa di significativo.
Quello che non sia aspetta però sono tutte le dinamiche che regolano l’industria del cinema moderno. Il marketing, gli incassi, il favore del pubblico e ben presto capisce che la qualità è uno dei requisiti che dalla prima posizione è passato tra le ultime. Creata da Seth Rogen, che è anche sceneggiatore, regista e produttore esecutivo insieme al candidato all’Emmy Evan Goldberg, la serie ha nel cast Catherine O’Hara, Kathryn Hahn, Ike Barinholtz, Chase Sui Wonders e Bryan Cranston (senza contare una lista notevole di guest star) analizziamo meglio la serie in The Studio recensione.

The Studio recensione, Perfectly Pleasant Productions,Point Grey Pictures,Lionsgate Television
Indice:
The Studio recensione – Trama
In The Studio recensione Matt Remick lavora nella casa di produzione Continental Studios in attesa di una promozione. Un giorno la sua richiesta viene esaudita e viene convocato nell’ufficio del Presidente Griffin Mill che gli comunica ufficialmente la notizia. Peccato che per prendersi quel posto sia stata licenziata Patty, sua mentore e volto storico dell’azienda. Matt si mette subito al lavoro per realizzare il prossimo film: una pellicola sulla bibita Kool-Aid. L’idea della nuova direzione è quella di sbancare il botteghino con una storia ben lontana da quella che immaginava Matt per ricreare un po’ il fenomeno di Barbie diretto da Greta Gerwig.
Inizia così la ricerca di un regista e degli sceneggiatori che possano presentare una storia di qualità nonostante il tema. In quello che gli sembra un colpo di genio Matt riesce a scritturare Martin Scorsese e ne compra il progetto. Purtroppo ben presto si rende conto che l’idea che aveva di questo nuovo lavoro e le aspettative non sono realizzabili. L’unica cosa che gli rimane è cercare di navigare tra le corrente del marketing, le esigenze di attori e registi e soprattutto dei profitti. Al suo fianco una squadra che diventa presto una famiglia.

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The Studio recensione – Cos’è il cinema?
Il vero messaggio in The Studio recensione è quello di una chiarissima critica, una riflessione su quello che è diventato il mondo dello spettacolo e del cinema degli ultimi anni in America. Le grandi case di produzione puntano sempre di più su prodotti che risultano dei successi al botteghino invece di storie originali. Basta guardare le proposte degli ultimi tempi, esempio tra tutti i live action dei cartoni animati, prodotti che una volta realizzati sono fine a se stessi. Realizzare una nuova versione di un film di cui si conosce già la storia è un modo per attirare un pubblico certo proponendo un prodotto che di innovativo o stimolante ha davvero poco, al di là della qualità. Una critica che fa tristemente riflettere su come anche il cinema si sia adeguato all’evoluzione della società.
Ci mostra un mondo dominato dai social media dove la fruizione dei film non è più con quella volta. Dove le grandi case di produzioni devono fare i conti con i colossi streaming che rappresentano la grande competizione e che rischiano di indebolirli. Più di tutto però spinge a chiedersi quale sia il ruolo del cinema. È solo intrattenimento? È una forma d’arte, una forma di espressione, un modo per vivere e navigare questo mondo trovandovi conforto e immedesimandosi nell’altro? È sacrificabile comparato ad altri settori? Come si è arrivati a scegliere di sacrificare la qualità per gli incassi?
The Studio recensione – Uno sguardo dietro la telecamera
Un altro aspetto interessante è la decisione di mostrare il mondo delle case di produzioni e le dinamiche che le regolano. Ci mostra il ruolo di un produttore, gli accordi da stringere con sceneggiatori e registi, ma anche le strategie marketing per promuovere una pellicola. Decide di raccontare tutto questo in una chiave prettamente satirica, mettendo al centro un protagonista talmente appassionato di questo settore da diventare un ostacolo. I suoi colleghi, soprattutto l’esplosiva Maya di Kathryn Hann che riporta Matt sulla terra spingendolo ad agire in base ai risultati e non alle belle idee, si muovono in questo caos improvvisando e cercando di sopravvivere.

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E così ci viene mostrato un Matt che comprende di dover scendere a compromessi, di trovare un equilibrio tra film che incassano al botteghino e soddisfano gli investitori (Bryan Cranston che eccelle nel ruolo) e qualche pellicola che lascia il segno con la sua profondità. Ogni episodio è dedicato ad una tematica diversa: si spazia dalle dinamiche tra attori e registi in cui i produttori possono fare da pacieri, fino ai casting adeguati tenendo conto del politically correct (un loop dal quale non si esce),la critica per l’eventuale uso dell’AI e ancora sapere trovare un giusto compromesso tra l’idea del regista e la ricezione da parte del pubblico. Il tutto letto in chiave satirica.
The Studio recensione – La ciliegina sulla torta
Concludo The Studio recensione dicendo che la serie funziona molto bene e riesce nel suo obiettivo: far riflettere mentre strappa una risata con le sue situazioni comiche, a volte estreme. Il mondo di Hollywood è patinato: una bellissima finzione costruita ad hoc per brillare ma dietro il sipario nasconde tante realtà poco piacevoli. La sceneggiatura degli episodi è incalzante, la narrazione coinvolgente e i personaggi funzionano, creando un ottimo gruppo che intrattiene e al quale, nella sua follia, non ci si può non affezionare. La ciliegina sulla torta poi sono sicuramente le guest star. Ambientato in questo mondo The Studio riesce a portare nei suoi episodi attori e registi nei panni di se stessi.
Spiccano Martin Scorsese e Ron Howard ma ancora Zoë Kravit, Adam Scott, Anthony Mackie, Dave Franco, Ramy Youssef, Rebecca Hall, Steve Buscemi e tanti altri le cui vicende lavorative si incrociano con quelle della casa di produzione. Un cast stellare che da un’assaggio di questo mondo e delle sue dinamiche. Gli ultimi due episodi finali sono il punto più estremo della serie ma anche volutamente scritti e pensati mostrando i dietro le quinte di questo mondo. In The Studio recensione ribadisco come la serie sia una visione assolutamente imperdibile, fa divertire ma riesce anche a far riflettere con un po’ di amaro realismo sul moderno mondo del cinema, che come tutte le cose volente o nolente, si evolve.
The Studio recensione
Voto - 8
8
Voto
Lati positivi
- L'interessante critica al mondo dello spettacolo
- Ritmo narrativo incalzante e coinvolgente
- Il cast
- La chiave di lettura satirica funziona benissimo
Lati negativi
- Ultimi due episodi un po' sopra le righe