Love: recensione del film norvegese e secondo capitolo della Trilogia delle Relazioni
Il secondo film della trilogia norvegese sull’amore si interroga sulla natura delle relazioni umane
In Love recensione si riflette su come la connessione tra anime sia uno dei bisogni primari che caratterizza l’umanità. Quell’impulso che porta uomini e donne a trovare nell’altro un conforto o anche semplicemente una connessione che attutisca la solitudine o alimenti il bisogno di sentirsi amati. Love, secondo film della trilogia sull’amore (presentato in concorso a Venezia 81) che comprende Dreams – vincitore dell’Orso d’Orso a Berlino e già uscito in sala – e Sex prossimamente, riflette su questo macro-tema.
Al centro un uomo e una donna che si trovano a vivere l’amore con altre persone in forme diverse, e che allo stesso tempo riflettono su cosa desiderino davvero dalla vita. Il film, scritto e diretto da Dag Johan Haugerud, ha come protagonisti Andrea Bræin Hovig e Tayo Cittadella Jacobsen che attraverso un rapporto di amicizia si interrogano sulla natura dell’amore e degli esseri umani. Scopriamo cosa ha funzionato e cosa invece meno in Love recensione.

Love recensione., Motlys, Viaplay, Oslo Filmfond
Indice:
Love recensione: Due anime
Come anticipato i protagonisti del film sono Marianne, un’urologa single e Tor, un giovane infermiere gay. I due lavorano nello stesso ospedale e gestiscono gli stessi pazienti. Un giorno Marianne è invitata da una sua amica a casa di altre persone e qui conosce un uomo, un geologo. Tra i due sembra nascere un’intesa immediata, un po’ quello che Marianne cerca, una relazione ma senza troppo impegno. La serata però non finisce come vorrebbe e sul traghetto di ritorno a casa incontra Tor.
I due iniziano a parlare e l’uomo le dice che spesso prende il traghetto solo per incontrare uomini con cui trascorrere la notte. Quella stessa sera Tor conosce Bjorn, uno psicologo con cui parla per del tempo ma che poi scende dal traghetto. Le loro strade sono destinate a incrociarsi di nuovo come quella di Marianne e il geologo. Sullo sfondo di una Oslo accogliente i due riflettono sui loro desideri e sulle forme d’amore che desiderano vivere.
Love recensione: La dimensione delle connessioni
Sul traghetto quando Tor incontra Bjorn il primo gli chiede sia in cerca di una relazione o di un rapporto occasionale. A quel punto Bjorn gli chiede se i due debbano necessariamente essere in opposizione. Il film innesca una riflessione su questa dualità per poi in realtà comprendere che sono entrambe validi. I rapporti occasionali non richiedono un attaccamento tra le persone, il che permette maggiore libertà rispetto ad una relazione cosa che non li rede meno importanti o sbagliati.

Love recensione 1, Motlys, Viaplay, Oslo Filmfond
Nella conversazione che Tor ha con Marianne sul traghetto quella stessa notte, l’uomo le confida come questo tipo di rapporti abbia una dimensione quasi magica. Non c’è attaccamento ed è proprio questo a rendere il momento e l’incontro speciale. Le due persone si muovono su un terreno neutro e questo permette una maggiore trasparenza, una libertà nel confidarsi che viene resa ancora più speciale dalla dimensione limitata del tempo che condividono. Questa lettura permette di vedere l’incontro occasionale sotto un’altra luce e fa riflettere anche sulla natura volatile ma profonda che certe connessioni possono avere.
Love recensione: Un inno alla libertà
Al centro della pellicola però c’è quello che può essere definito a tutti gli effetti un inno alla libertà. La libertà di amare chi si desidera, di farlo nel modo in cui si desidera o semplicemente di cercare quella connessione che può essere temporanea o meno. Marianne e Tor sanno quello che vogliono e ne sono alla costante ricerca anche se questa è difficile. Marianne, da figlia di divorziati, non desidera un matrimonio ma trovare quella persona con cui possa star bene.
Non si lascia determinare da questo però perché sa che una relazione non è la cosa che la rende completa e valida. Al contraro riconosce la sua libertà e agisce in base ad essa. Con il suo personaggio il film dimostra come una donna debba essere libera di legittimare i propri desideri senza subire pregiudizi o per questo essere schernita, soprattutto laddove per la stessa libertà, la controparte maschile non riceve critiche.

Love recensione., Motlys, Viaplay, Oslo Filmfond
Love recensione: Conclusione
A fare da sfondo a questa storia sulle connessioni umane e sui sentimenti, c’è la città di Oslo. Dalla sua conformazione fisica che ricorda un’accogliente ciotola, come spiega il geologo che Marianne conosce, al traghetto che diventa luogo di connessione e incontro. È interessante la comunione tra la natura transitoria del traghetto, che è uno spazio comune ma di passaggio, con quella delle relazioni occasionali. Sul mezzo di trasporto, uno spazio comune per un limitato intervallo di tempo, si crea una condivisone.
Il montaggio alterna inquadrature notturne della città a scene durante la giornata, quasi a ribadire la natura diversa dei due momenti e il carico emozionale che possono avere. I dialoghi sono delle vere e proprie riflessioni sulla natura dei desideri, sui sentimenti e sulle paure degli esseri umani. La comunicazione è alla base della condivisione. Unica pecca è la recitazione che sembra troppo distaccata a parte alcune scene. Love è indubbiamente un film che invita a riflettere e richiede tutta l’attenzione degli spettatori, ma soprattutto invita ad abbracciare i sentimenti e vivere con libertà.
Love
Voto - 7
7
Voto
Lati positivi
- Interessante riflessione sulla natura dell'amore e dei sentimenti
- Sceneggiatura solida con dialoghi stimolanti
Lati negativi
- Il ritmo del film è lento
- Recitazione spesso troppo meccanica e distaccata