You 5: recensione della quinta e ultima stagione della serie tv Netflix con Penn Badgley
L’ultimo atto della storia dello stalker omicida dall’animo romantico e tormentato, interpretato dalla star di Gossip Girl
In questi ultimi otto anni, You è stata la serie tv guilty pleasure per eccellenza. Grazie al mix di toni camp e trash, un protagonista fuori dagli schemi e una serie di eventi (e omicidi) in grado di sfidare anche la più ferrea sospensione dell’incredulità, la serie tv targata Netflix è stata in grado di catturare milioni di spettatori, curiosi di sapere per quanto tempo lo stalker omicida dall’animo romantico Joe Goldberg (interpretato dalla star di Gossip Girl Penn Badgley) sarebbe stato in grado di farla franca. I creatori Sera Gamble e Greg Berlanti hanno creato un prodotto perfetto per il binge watching, dove ciò che conta non è tanto la qualità della narrazione ma la catena di eventi assurdi e mortali messi in atto dal protagonista, una figura ambigua e controversa con cui la serie ha sempre cercato di far pericolosamente empatizzare lo spettatore.
Ora You 5 rappresenta la fine dei giochi per Joe Goldberg, la resa dei conti finale in cui il protagonista si ritrova nuovamente ad affrontare i suoi demoni interiori, il suo animo violento e al tempo stesso romantico. Tutto avviene a New York, proprio dove la serie ha avuto inizio. Un finale sanguinario e mortale che rappresenta per tanti versi un ritorno alle origini della storia e agli orrori del passato di Joe. Con una sfilata di personaggi che ritornano dal passato del protagonista, You 5 chiude (finalmente!) una storia che si è protratta per fin troppe stagioni e ha perso progressivamente il suo smalto geniale di guilty pleasure impeccabile, fino a una conclusione non soddisfacente. You 5 (qui il trailer) è ora disponibile su Netflix.
Indice
- L’ultimo atto di Joe Goldberg
- Un capitolo finale con un protagonista ormai ombra di sé stesso
- Una narrazione estenuante, ripetitiva e priva di carattere
- Cast e aspetti tecnici
- Il finale imperfetto di un guilty pleasure
L’ultimo atto di Joe Goldberg – You 5 recensione
In seguito ai fatti di Londra, Joe Goldberg (Penn Badgley) è tornato ad utilizzare il suo vero nome ed è ora sposato con Kate Lockwood (Charlotte Ritchie), la quale lo ha aiutato a iniziare una nuova vita e a ottenere ciò che realmente voleva. Per tre anni Joe vive una vita agiata e tranquilla a New York, insieme anche a suo figlio Henry, che ha ripreso con sé sempre grazie all’aiuto di Kate. La donna però è ignara di tutte le malefatte compiute da Joe in passato. In questo nuovo capitolo della sua vita Joe si ritrova ad avere a che fare con il mondo dell’alta finanza newyorkese, dato che Kate gestisce la potente industria familiare Lockwood, in cui lavorano anche le sue sorelle gemelle Maddie e Reagan (Anna Camp) e suo fratello Teddy (Griffin Matthews).
Tutto sembra procedere per il meglio, fino a quando un tradimento all’interno della famiglia Lockwood finisce per colpire la leadership di Kate. Ma non solo: nella libreria Mooney’s (ora di sua proprietà grazie a Kate) Joe incontra una misteriosa ragazza di nome Bronte (Madeline Brewer), che sconvolgerà inevitabilmente la sua vita. Bronte sembra l’unica persona in grado di capire Joe in tutte le sue sfaccettature, anche quelle più oscure e indicibili. Ma quando tutto appare troppo bello per essere vero, ecco che il passato torna a bussare alla porta di Joe, chiedendo il conto di tutto il male che ha provocato a moltissime persone.

You 5. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios
Un capitolo finale con un protagonista ormai ombra di sé stesso
You 5 è probabilmente la stagione in cui si percepisce maggiore stanchezza narrativa, una confusione generale sui temi da trattare e una critica sociale meno incisiva. Innanzitutto Joe Goldberg appare più stanco che mai, prigioniero di sé stesso e legato ad automatismi più surreali del solito. Il protagonista di You risulta fin troppo incoerente in questa stagione, a causa anche delle basi poste dalla stagione precedente. Aver introdotto un percorso di redenzione per il personaggio ha generato delle aspettative sbagliate: vedere quindi nuovamente Joe tornare sui suoi passi e compiere le stesse malefatte finisce per essere irrimediabilmente fastidioso e ripetitivo. Ricorre poi continuamente il bisogno di Joe di essere visto, accettato e amato per quello che è, lati omicidi e demoni interiori compresi. Il problema è che il personaggio lo ripete insistentemente per fin troppi episodi, trasformando quello che poteva essere un lato profondo del personaggio in un piagnisteo incessante.
In You 5 viene anche meno un elemento forte della serie: l’utilizzo efficace della voice over. Uno degli elementi che aveva caratterizzato You sin dalla prima stagione è senz’altro la voce di Joe, che commenta e critica tutto ciò che lo circonda. Uno strumento narrativo validissimo, che in ogni stagione ha costruito una critica sociale a un particolare ambiente, da quello pseudo-intellettuale newyorkese a quello dell’alta società londinese. Anche in questa nuova stagione Joe Goldberg si ritrova in un contesto a lui estraneo, questa volta quello dell’alta finanza. Come sempre ci sono personaggi sopra le righe, tesi alla satira, che non mancheranno di attirare il sarcasmo e l’ironia pungente di Joe. Peccato che questo duri poco e i percorsi di pensiero del protagonista finiscono per concentrarsi in modo estenuante sul suo animo interiore. La voce fuori campo diventa così meno incisiva e si trasforma in un elemento di disturbo, un fastidioso diario mentale che rimarca continuamente gli stessi argomenti.

You 5. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios
Una narrazione estenuante, ripetitiva e priva di carattere – You 5 recensione
Anche l’andamento narrativo di You 5 soffre di troppi alti e bassi. Dopo i primi episodi, in cui vengono introdotti diversi intrighi e personaggi enigmatici come Bronte, si inizia a perdere la bussola. Innanzitutto la narrazione generale si fa estenuante, girando sempre intorno alle stesse situazioni. I momenti narrativi più alti e interessanti, in grado di dare una scossa al ritmo narrativo, finiscono per soccombere di fronte alle azioni di Joe, un personaggio che non cresce mai e non è mai cresciuto realmente. Per la maggior parte degli episodi si assiste ripetutamente al suo infinito autoconvincimento del suo sedicente animo protettivo e romantico, ma anche a un vittimismo da manuale, che porta il protagonista ad accusare di continuo gli altri di essere peggiori di lui (insomma quando il bue dice cornuto all’asino).
A questo irritante girare in tondo, You 5 aggiunge un’incoerenza stellare nello sviluppo di altri personaggi, in particolare Kate, la cui spietatezza si alterna ad assurdi momenti di bontà, e la new entry Bronte. Quest’ultima è l’occasione mancata di questa nuova stagione: un personaggio intrigante e accattivante, che si trasforma purtroppo in quello meno interessante. La misteriosa ragazza stravolgerà tutte le certezze di Joe e riserverà parecchie sorprese, ma successivamente si trasformerà nella rappresentazione dell’indecisione perenne. Uno sviluppo che finisce per scontentare, anche perché si accosta goffamente a scottanti temi attuali.

You 5. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios
Cast e aspetti tecnici
In una narrazione perlopiù disastrata, You 5 però non delude dal punto di vista della recitazione. Penn Badgley si riconferma la scelta giusta per interpretare un personaggio singolare come Joe Goldberg. La sua performance riesce a tratteggiare perfettamente i due lati del personaggio, quello premuroso e romantico e quello possessivo, tossico e omicida. La voce fuori campo dell’attore, dalle tonalità profonde, pacate ma inquietanti, si riconferma un elemento di qualità, anche se questa volta non è stata sfruttata con risvolti positivi. Tra le novità del cast bisogna menzionare l’ottima doppia interpretazione di Anna Camp (True Blood, Pitch Perfect) nei ruoli di Reagan e Maddie, esattamente una l’opposto dell’altra. Anche Madeline Brewer (The Handmaid’s Tale) offre una performance convincente, nonostante il suo personaggio risulti perlopiù fastidioso per questi tutta la durata della stagione.
Anche dal punto di vista tecnico, You 5 offre elementi apprezzabili. La regia dei dieci episodi, curata da registi diversi, è sempre buona e sostenuta da una fotografia che sa valorizzare le ambientazioni. Questa volta New York è rappresentata in modo diverso: non ci sono più i colori caldi e accoglienti della prima stagione, ma tonalità più cupe e fredde che funzionano molto bene visivamente.

You 5. Berlanti Productions, Alloy Entertainment, Warner Bros. Television, A&E Studios
Il finale imperfetto di un guilty pleasure – You 5 recensione
In conclusione di questa recensione di You 5, bisogna affermare che l’ultimo atto della storia di Joe Goldberg è un finale imperfetto e deludente per tanti punti di vista. La stagione è troppo confusa nella direzione da prendere, tra atmosfere da thriller psicologico, percorsi interiori e discorsi sociali appena abbozzati o trattati in modo controverso. Il ritorno a New York purtroppo non restituisce la freschezza, l’originalità e il ritmo della prima stagione, ma perlomeno si ottiene una chiusura realistica e abbastanza coerente. L’ultima scena tuttavia lancia un interrogativo morale, una sorta di riflessione metanarrativa provocatoria che può risultare divisiva e non pienamente soddisfacente.
Alla fine il tono camp e l’abbondanza trash della serie qui rappresentano il problema minore: tra un fanservice un po’ forzato e indigesto, incoerenza e ripetitività, You 5 non è un’ultima stagione in grado di lasciare il segno né un finale in grado di rendere giustizia a una serie che, nel bene e nel male, ha tenuto incollati innumerevoli spettatori, grazie al suo racconto originale, disturbante e sopra le righe dell’ossessione romantica.
You 5
Voto - 4.5
4.5
Lati positivi
- Penn Badgley si riconferma l'attore perfetto per interpretare Joe Goldberg; anche il resto del cast offre performance convincenti
- La chiusura della storia è abbastanza coerente e convincente (anche se l'ultima scena introduce un interrogativo morale che rimette tutto in discussione)
Lati negativi
- In questa stagione la voce fuori campo di Joe Goldberg è più un elemento di disturbo, poiché eccessivamente concentrata sui tormenti interiori del personaggio
- La narrazione è ripetitiva ed estenuante
- La critica sociale a un particolare ambiente questa volta è pallida e quasi assente
- La new entry Bronte si rivela l'elemento più deludente dell'intera stagione, nonostante sia un ruolo chiave