Benvenuto in Germania!: arriva nei cinema italiani dopo 2 anni il film di Simon Verhoeven
Commedia tedesca campione d'incassi nel 2016, esce finalmente nelle sale italiane il film di Simon Verhoeven: Benvenuto in Germania!
Nel Novembre 2016, in quello che anche da noi corrisponde all’inizio del ricco periodo natalizio dei cinema, in Germania sbancava la commedia “Willkommen bei den Hartmanns” di Simon Verhoeven (letteralmente “benvenuto negli Hartmanns”, cognome della famiglia protagonista).
Il film è una commedia satirica e politicamente scorretta che affronta un tema molto caldo: quello dei rifugiati e dell’accoglienza. Il film è stato un successo al botteghino nazionale, diventando il film di produzione tedesca più visto in Germania nel 2016 (e il settimo in totale) con oltre 4 milioni di spettatori e 28 milioni di incasso al Box Office. Finalmente grazie alla casa di distribuzione Cineama arriva anche sui nostri schermi a partire dal 10 maggio Benvenuto in Germania!
Benvenuto in Germania!: arriva nei cinema italiani dopo 2 anni il film di Simon Verhoeven
Angelika, una professoressa da poco in pensione, decide, contro il parere dello scettico marito Richard, di ospitare a casa un rifugiato. Così il giovane nigeriano Diallo si trasferisce nella famiglia Hartmanns. Da qui nascono una serie di vicende, complicazioni e momenti esilaranti: il trambusto non solo stravolge la vita dei due, ma anche quella dei figli Philip e Sophie, ormai adulti. La sopravvivenza del loro matrimonio e le possibilità di integrazione di Diallo sono messe a dura prova. Nonostante il caos, resta la speranza che la famiglia ritroverà la sua stabilità, tranquillità e pace come il resto della Germania.
Le dichiarazioni del regista Simon Verhoeven
Benvenuto in Germania!Qualche tempo fa un amico giornalista mi disse: “Abbastanza coraggioso da parte tua, fare un film come questo adesso.” Era un complimento? Non ne sono veramente sicuro. La verità è che non mi sentivo particolarmente coraggioso quando ho iniziato a sviluppare questo film nella primavera del 2015. Allora era una piccola storia di una famiglia piena di contrasti che decide di accogliere un rifugiato.
L’argomento era un po’ insolito, ma lo trovavo eccitante e ricco di spunti. Ho pensato che fosse interessante raccontare il contrasto tra una famiglia della classe medio-alta e tutti i suoi problemi con qualcuno proveniente da un ambito culturale completamente diverso, qualcuno che si trova di fronte a problemi totalmente diversi, molto più seri. Da questo sono nate diverse possibilità comiche e altrettante di tipo emotivo.
Allora non avrei mai immaginato che questo punto di partenza, questa famiglia nucleare, sarebbe stata intesa come una specie di metafora della Germania o che avrebbe potuto essere vista come una sorta di satira sociale. Poi è arrivato il settembre 2015. All’improvviso questo era l’unico argomento. All’improvviso il mio film sembrava assurdamente attuale. All’improvviso ogni discussione familiare sembrava altamente esplosiva. E ho trovato questo microcosmo della vita familiare più eccitante che mai.
*Link del trailer in italiano alla fine dell’articolo*
Nella mia scrittura, come nella mia regia, tendo ad affrontare le cose in modo giocoso, rilassato e politicamente scorretto e ho cercato, fino alla fine, di far confluire nel mio lavoro i riferimenti agli eventi attuali. Non ho preso nulla sul serio dal momento che nessun film, tantomeno una commedia, può soddisfare ogni sensibilità politica e prendere in considerazione ogni punto di vista sulla questione dei profughi. Nessun film potrebbe rendere giustizia ad un tema tanto vasto. Alla fine il mio film è contraddittorio quanto quello che ho sperimentato nelle mie discussioni con i rifugiati, i direttori dei centri di rifugiati, gli avvocati e le famiglie sull’integrazione quotidiana.
Ammetto che sono sempre stato sorpreso dall’umorismo con cui molti rifugiati vedono la propria situazione. Alcune di queste esperienze sono confluite nel personaggio di Diallo e non posso che ringraziare il mio attore Eric Kabongo per tutta la passione che ha messo nel suo ruolo. Se qualcuno è stato coraggioso, questo era lui.
Personalmente, la vedo così: la situazione è confusa e complessa. Il mio film non è certo una favola, né una commedia cinica e anti “yes we can”, anche se alcune persone forse desiderano questo ritratto in bianco e nero. La Germania, così come l’Europa, è nel mezzo di una trasformazione drastica mai vissuta fino ad ora. Le persone stanno discutendo animatamente, adeguando e rivedendo prospettive e punti di vista. E questa confusione, questa incertezza, questa volatilità sono terreno fertile per la commedia.
Benvenuto in Germania! è prima di tutto semplicemente una commedia. Non può né vuole offrire serie soluzioni politiche. Nondimeno mi auguro che il film possa contribuire un po’ a cambiare le cose, divenendo spunto di riflessione sul tema. Se ho un messaggio personale, allora è solo la speranza che la famiglia Hartmann – proprio come l’intero paese o forse anche tutto il nostro continente – possa ritrovare la sua pace e la sua solidarietà, nonostante le crisi e i conflitti che caratterizzano la nostra epoca.