Lazzaro Felice – Recensione del film di Alice Rohrwacher
Lazzaro Felice, il fiabesco film di Alice Rohrwacher presentato a Cannes
Lazzaro Felice recensione – Alice Rohrwacher scrive e dirige Lazzaro Felice, film vincitore del premio “miglior sceneggiatura” al festival di Cannes 2018. In una piccola comunità contadina tagliata fuori dal mondo vive Lazzaro (Adriano Tardiolo), un ragazzo semplice e buono, talmente generoso e disponibile da passare per ingenuo. Attraverso la narrazione fiabesca di Lazzaro Felice la Rohrwacher ci racconta la storia di un uomo buono catapultato in una “modernità” feroce come un lupo, pronta a sbranarlo.
Se siete curiosi non vi resta che proseguire a leggere la nostra recensione di Lazzaro Felice.
Lazzaro Felice – Recensione del film di Alice Rohrwacher
Trama
“Inviolata” è un luogo sospeso nel tempo ed isolato dal mondo; in questa proprietà sperduta e lontana dal mondo civilizzato vive e lavora una comunità di poveri contadini, servi della padrona Marchesa Alfonsina de Luna. In questo spaccato di vita “medioevale” c’è anche Lazzaro, un ragazzo buono e generoso sempre pronto ad aiutare gli altri.
Come ogni anno la Marchesa è solita trascorrere i mesi estivi nell’appartamento della tenuta. Con lei c’è anche suo figlio Tancredi, un ragazzo viziato ed altezzoso ma di giusti principi. Con la sua solita disponibilità e bontà Lazzaro entra presto nelle grazie del piccolo marchese. I due stringono una breve e leale amicizia destinata a rompersi quando viene scoperto il “Grande Inganno” in cui vivono i mezzadri. Lazzaro è però determinato a ricercare il suo vecchio amico in città…
Lazzaro Felice – la storia di un uomo buono
Con un’espressione del viso “boteriana” e dei vestiti semplici Lazzaro è l’eroe senza macchia (ma non senza paura) di questa fiaba moderna. Un buono generoso e puro di cuore, un santo senza la forza e la determinazione che caratterizza i santi. Non compie del bene per cambiare il mondo, ma solo perché segue la sua natura di buono.
In una sorta di “catena alimentare” Lazzaro è ovviamente l’anello più debole sfruttato dagli stessi contadini che subiscono le ingiustizie della Marchesa. Ma come avviene in campagna così anche in città nel mondo civilizzato chi non reagisce e presta il fianco è destinato a soccombere. I lupi che minacciano i contadini nei boschi intorno alla proprietà sono meno feroci e pericolosi dell’uomo stesso, “homo homini lupus”…
Lazzaro Felice appartiene a quel genere di cinema ricercato e fuori dagli schemi. Il film parte come un racconto “storico” e reale per poi trasformarsi in una sorta di fiaba con interessanti spunti narrativi. Il film ricorre ad un simbolismo fiabesco abbastanza classico fatto di buoni e cattivi, lupi, armi ed investiture.. Persino le località in cui si ambienta la storia sembrano appartenere ad una favola medioevale.
Lazzaro Felice appartiene a quel genere di cinema fuori dagli schemi
Drastico e netto il confronto tra campagna e mondo civilizzato. La città viene rappresentata come un enorme e minaccioso mostro di cemento senz’anima, attraversato da arterie di elettricità; un mostro che fagocita le persone rinchiuse nelle loro case e uffici. Si passa dai verdi della natura al grigiore piatto delle strade e dei muri. Si percepisce la stessa netta separazione tra natura e civiltà che Hopper dipingeva in alcune sue tele.
Il mondo muta, evolve eppure rimangono le ingiustizie. Dallo sfruttamento dei contadini da parte del padrone si passa a una lotta tra poveri e al potere imperante delle banche. E’ l’uomo che evolve e passa dalla povertà della campagna alla solitudine (e povertà) in città. In questa visione abbastanza pessimistica della società (e dell’uomo) ognuno pensa a sè per sopravvivere (ma non vivere) ed un “Lazzaro santo” di passaggio viene sfruttato e calpestato Il mondo va veloce, cambia in fretta e non ha spazio per persone rimaste ancorate al passato, e soprattutto per dei buoni come Lazzaro, “martire” della modernità.
Il film è stato interamente girato in super16 che oltre ad un formato particolare ci regala anche quella piacevole grana da pellicola che completa una bella fotografia dai colori “pastellati”. Ci teniamo a menzionare anche le spettacolari panoramiche aeree che fanno sorvolare il pubblico su un paesaggio fiabesco fatto di colline, ruscelli, ponti diroccati ed aguzzi calanchi biancastri.
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Lazzaro Felice – Conclusioni
Lazzaro Felice è un film che si avvale del simbolismo fiabesco per raccontare la storia di un uomo buono che non riesce a trovare posto nel mondo. La storia perde un po’ di interesse e forza narrativa nella seconda parte quando il ritmo rallenta notevolmente e le vicende diventano a tratti ripetitive portando, forse, un po’ di noia. Il film merita comunque la visione e vale assolutamente il prezzo del biglietto. Questo è il cinema italiano che vogliamo.
Dopo la nostra recensione vi lasciamo ora al trailer di Lazzaro Felice. Buona visione.
https://www.youtube.com/watch?v=k5nM0w9Bq8c
7 - 7
7
The Good
- Regia e fotografia
- fuori dagli schemi
- Scenografia
- Personaggi
- Espedienti narrativi
The Bad
- un po' noioso nella parte finale
- il film perde un po' di ritmo e forza narrativa nella parte finale
- un film non per tutti